Mauro, la tua carriera letteraria è iniziata nel 1996 con la raccolta poetica “Sottovoce”. Cosa ti ha ispirato a pubblicare la tua prima opera?
Mi ha spinto l’allora mio professore di italiano alle superiori. Dopo quel libro ho avuto una decina di anni di pausa, fino a che la spinta non l’ho sentita dentro di me.

Nel corso degli anni hai esplorato vari generi, dai racconti ai romanzi. Come avviene la transizione da un genere all’altro nel tuo processo creativo?
Sono mondi completamente diversi, con caratteristiche e necessità opposte. Ovvio, hanno anche delle cose in comune. Penso che chiunque scriva debba provare ogni genere, per essere completo professionalmente.

“Los Angeles Escape” è il tuo primo romanzo. Puoi parlarci della genesi di questo libro e del personaggio principale?
È nato in realtà come una serie di racconti, poi, nel corso della stesura è diventato un romanzo. Il personaggio principale è un ragazzo italo americano che, come tutti noi, fa delle cose buone ma anche delle cose cattive. Pur restando una brava persona.

Il tuo blog è molto seguito. Quanto è importante per te questo spazio di condivisione con i tuoi lettori?
Chiunque abbia un blog deve necessariamente cercare un confronto con i lettori, senza un confronto si passa ad avere un diario personale. Utile, certo, ma essere uno scrittore e’ un’altra cosa.

Sei anche uno speaker radiofonico. Come riesci a conciliare la tua attività di scrittore con quella radiofonica?
È un po’ difficile, preparare una puntata di 30 minuti prevede ore di lavoro. Ma con un po’ di organizzazione riesco a gestirmi. La spinta è, come sempre, il grande amore per la cultura.

Il tuo libro di racconti più recente, “Profili pericolosi e amici imprudenti”, è una raccolta di racconti ambientati in America. Cosa ti affascina dell’America e delle sue contraddizioni?
Proprio quello che hai detto tu, le contraddizioni. E’ una terra tanto libera e fertile, quanto ferma a certe credenze e usanze. Rispecchia molto la realtà mondiale attuale.

Il libro “Veramente pensate di capire i poeti?” è estremamente autobiografico. Quanto è importante per te l’autobiografia nella tua scrittura?
È una raccolta di poesie, è impossibile scrivere una poesia senza essere autobiografico. Nel caso specifico di questo libro, è volutamente autobiografico dalla prima all’ultima poesia.

La banalità quotidiana è un tema che combatti costantemente. Come riesci a mantenere viva la tua creatività e originalità?
Sono una persona molto pigra e che si annoia facilmente, ho bisogno sempre di nuovi stimoli e di capire il perché’ delle cose. Mi piace definirmi un curioso che si fa molte domande.

Hai una lunga carriera alle spalle. Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sto progettando un nuovo romanzo, sempre ambientato in America, ma senza fretta. Non voglio avere l’ansia del dover pubblicare a tutti i costi. Scrivere non è un talent show, la scrittura ha bisogno dei suoi tempi.

Per concludere, c’è un consiglio che vorresti dare ai giovani scrittori che stanno cercando di emergere?
Spegnete internet, prendete una agenda e una penna, accendete la musica e, senza fretta, qualcosa di buono prima o poi lo combinerete. Altro aspetto fondamentale è la lettura, uno scrittore che non legge non è uno scrittore.

Grazie per il tuo tempo, Mauro. Aggiornaci sul tuo lavoro e sui tuoi prossimi progetti. 
Ringraziamo anche Gianni Vittorio, fotografo e presidente dell’Associazione Fahrenheit 451 per la gentile collaborazione a questa intervista.
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Per saperne di più
maurofornaro.blogspot.com

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