Su Che Intervista abbiamo il piacere di ospitare, Monica Pasero, conosciamola meglio…
Monica, ci racconti com’è nata la tua passione per la scrittura e quali sono stati i tuoi primi passi in questo mondo?
Era il 2008, ho iniziato a scrivere per elaborare un lutto, raccogliendo aneddoti della mia infanzia insieme a mia nonna, su un quadernone. Non avrei mai immaginato che da quelle pagine nascesse il mio primo libro, oggi disponibile con il titolo: “Caro diario, e come diceva sempre mia nonna”.
Le tue opere spaziano tra generi molto diversi, dalla narrativa per bambini al fantasy. Come riesci a conciliare questa varietà di temi e stili nella tua produzione letteraria?
Sinceramente non saprei risponderti. Posso solamente dirti che sono una che ama sperimentare, mettersi in gioco, cercando così di migliorarsi.
“Storia di un fiocco di neve che non voleva cadere” è stata tradotta in inglese. Quali sono state le tue sensazioni nel vedere una tua opera varcare i confini nazionali?
La scelta della traduzione è avvenuta per diffondere il più possibile il messaggio del libro: “l’importanza di vivere appieno questa vita, nonostante le difficoltà, sfidando le proprie paure”.
Oltre a scrivere, curi anche la grafica delle tue opere. Quanto è importante per te l’aspetto visivo nella presentazione di un libro?
Moltissimo! Sappiamo bene che la copertina è il biglietto da visita per un libro. Ho sempre amato creare da sola le mie copertine, dargli quel tocco personalissimo. Credo che una bella grafica, una bella copertina, possa spingere il lettore all’ acquisto; seppur è il contenuto a fare sempre e comunque la differenza.
Il tuo blog “Oltre Scrittura liberi pensatori crescono” ha un ruolo significativo nella tua carriera. Quali sono le sfide e le soddisfazioni che trovi nel gestire un blog letterario?
Oltre scrittura il 24 luglio compirà 10 anni. Ho iniziato sfidando le mie capacità. Ho trovato tantissimi artisti che sono stati felici di farsi intervistare. È stato un bel viaggio, molto impegnativo: lo è tuttora, amo andare a fondo nelle mie interviste, evitando le classiche interviste tutte uguali. Sono interviste che definisco empatiche (come le mie recensioni) dove cerco di andare a fondo nell’ animo dell’artista non tanto conoscerlo tramite la sua biografia, ma indagare nel suo spirito.
Sei stata giurata in vari concorsi nazionali di poesia e hai ricevuto numerosi riconoscimenti. Qual è stato il momento più significativo della tua carriera fino ad oggi?
Non credo molto nel valore in sé del premio. Le soddisfazioni sono altre. Mi ricordo con piacere un aneddoto: in una scuola secondaria, alcuni anni fa, sono stata ospite per parlare di “Lungo viaggio verso il ritorno”. Quel giorno parlavamo dell’importanza del sogno, di credere sempre nei propri sogni. La mamma di una ragazzina, presente quella mattina in aula, mi telefonò a casa: “Mia figlia è tornata a casa così felice e motivata; ti ha chiamata la signora dei sogni!”, mi disse. Ecco questi sono i motivi per cui scrivo ancora.
Molti dei tuoi libri per bambini contengono illustrazioni. Quanto ritieni che le immagini contribuiscano a coinvolgere e appassionare i giovani lettori?
L’immagine è importante in un testo rivolto ai più piccoli. È un punto di riferimento che rende vivi i personaggi di cui vanno leggendo. Nasce tra loro una specie di amicizia, la lettura si anima e la fantasia fa il resto.
La tua esperienza come recensitrice e intervistatrice ti ha permesso di entrare in contatto con molti artisti e scrittori. C’è qualche incontro che ti ha particolarmente segnato o ispirato?
Ho avuto la fortuna di intervistare artisti di vari settori dalla musica classica, al teatro, alla letteratura, poetica, pittura, editoria, giornalismo, noti e meno noti, tutti in qualche modo mi hanno lasciato qualcosa. Mi va di ricordare il poeta, Sergio Camellini, scomparso da poco, lo ricordo davvero con stima, un uomo umile, amato, un grande poeta che scriveva per la gente. L’umiltà è dei grandi! Lui lo era.
Nel 2023 hai riproposto in una nuova veste “Lungo viaggio verso il ritorno”. Come è cambiata la tua percezione di questo libro rispetto alla sua prima pubblicazione
Sicuramente, essendo passati 12 anni dalla prima pubblicazione, l’ho rivisto cercando di migliorarlo; la mia percezione è rimasta tale. Era nato con uno scopo: provare a far conoscere in modo semplice gli uomini e le donne che fecero la storia, non solo sotto il punto di vista delle scoperte, conquiste, invenzioni, per cui noi li ricordiamo, ma soprattutto dal punto di vista umano, con le loro debolezze e i loro sogni; tutti erano indiscutibilmente dei sognatori. Il sogno è la forza motrice che genera ogni cosa… tutto sta nel potere del sogno!
Quali sono i tuoi progetti futuri? Ci puoi anticipare qualcosa sulle nuove opere su cui stai lavorando?
È uscito Lo sapevi che? Io no, ma il mio caporedattore sì! Disponibile Amazon.it si tratta di una raccolta di 41 articoli, 41 parole, 41 argomenti… tra riflessioni di un’aspirante giornalista e un caporedattore affermato! “Un testo leggero, semplice, scritto in momenti sereni e no, in cui per anni io e il mio caporedattore ci siamo dedicati alla Rubrica meno letta. Oggi è diventata un libro, che spero possa farvi passare ore piacevoli. Una favola illustrata per Natale, e un libro che cerca un valido editore che mi porti anche in libreria. Altri progetti: trovare un giornale che voglia darmi spazio per una rubrica settimanale. Insomma, sogni tanti!
Grazie per la tua intervista Monica ed alla prossima!
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