Su Che Intervista! conosciamo meglio Tiziana Galluso…

Folle è l’uomo che parla alla luna. Stolto chi non le presta ascolto.

(William Shakespeare)

Tiziana, cosa ti ha portato a scegliere la radio come mezzo di comunicazione principale e come ha influenzato la tua carriera?
Credo di non avere scelto io la radio, ma è la radio che ha scelto me. O forse, ci siamo scelte.
Tutto è iniziato quasi per caso. Ma dopo avere indossato per la prima volta quella cuffia e alzato quel cursore, è stato amore al primo tocco. Difficile da spiegare.
Credo che il mezzo di comunicazione più diretto, vero e che lascia ancora un po’ di spazio alla fantasia, sia ancora oggi la radio. Nonostante l’avvento della radiovisione che va un po’ a “sporcarne” la magia. Ma come si dice? Bisogna stare al passo con i tempi.
Per fortuna, qualche radio ancora resiste senza cedere al fascino del video.
Più che influenzato la “carriera”, credo mi abbia anche “salvata” nei miei momenti più tristi.
Nutrimento per l’anima a volte acciaccata. È una costante, insieme alla mia famiglia, da oltre 30 anni.
Purtroppo, non sempre puoi trasformare una passione in una vera professione e in una città come Reggio Calabria, a volte, tutto diventa più complicato. Ma è molto più di una semplice professione.

La tua carriera è iniziata a Radio Rc International e ha attraversato molte tappe significative. Quali sono stati i momenti più memorabili di questo percorso?
Radio Rc International, resta la mia prima “casa” dove tutto è iniziato. Poi 20 lunghi anni intensi a Radio Touring 104. Tanti ricordi mi legano a questa realtà.
Dalle esperienze lavorative a quelle umane. Spero di avere lasciato anche io, una mia piccola traccia nel cuore delle persone incontrate.
Per 15 anni sono stata inviata per Sanremo. Ho avuto modo di conoscere tantissimi artisti e vederne tante sfumature “umane” così come, creare legami con speaker di tutta Italia.
Una esperienza che auguro ad ogni collega. Tanti sono i momenti “memorabili”, tanti gli incontri e tante le emozioni.

Ma c’è un momento che porterò per sempre nel cuore.
Avevo un radioascoltatore non più giovanissimo, il signor Carmelo, che spesso mi telefonava.
Un giorno mi disse: “Tiziana, sai perché ti ascolto? Perché la tua voce è la mia vista che non ho più.
Mi fai vedere ancora i colori” Capite che davanti a certe parole, non c’è niente di più importante.

Parlando di “Onda calabra”, bellissima trasmissione su Radio Antenna Febea, quale è stata l’ispirazione dietro la sua creazione e cosa rappresenta per te?
Grazie per il “bellissima”. Credo sia “caruccia” Onda Calabra rappresenta quello che fondamentalmente sono. Una finestra sul mondo che non esclude nessuno e che abbraccia le diversità e le novità. Una sorta di insalata mista fatta di musica, notizie, interviste, storie e interazioni con chi ci ascolta. Il nome nasce dalla canzone del gruppo “Il parto delle nuvole pesanti”.
Onda Calabra come una sorta di: Onda radio, onda dello stretto di Messina e onda d’urto. Rappresenta quel ponte “invisibile” tra me e gli altri.

Hai avuto esperienze sia in radio che in televisione. Quali differenze hai trovato tra i due mezzi e quale preferisci? La tua esperienza con Claudio Cecchetto?
Si, ho lavorato qualche anno collaborando con Telespazio Calabria e TeleReggio.
Penso, ma è solo un mio modesto punto di vista, che la radio sia decisamente più concreta e meno fumosa della attuale tv. Tv sempre più tendente al gossip e alle esagerazioni.
Se parliamo di radio locali, regionali, la caratteristica più evidente è il forte legame con il territorio e che non andrebbe mai “allentato”. “La radio” di Eugenio Finardi, riassume il mio pensiero in merito: “(“Con la radio si può scrivere/leggere o cucinare/non c’è da stare immobili/seduti lì a guardare/e forse proprio questo/che me la fa preferire/è che con la radio non si smette di pensare“)”
Con l’avvento del web, che copre lì dove le frequenze in fm non arrivano, basta un semplice click per annullare ogni distanza. Ammettiamolo, la radio è una guerriera e di sicuro resiliente.
Claudio Cecchetto ho avuto modo di conoscerlo tantissimi anni fa, proprio durante la mia permanenza sanremese. Ricordo una bella intervista e una persona decisamente disponibile.

Sei stata la voce ufficiale degli eventi della Reggina e della Viola Basket in Serie A. Come descriveresti questa esperienza e quale impatto ha avuto sulla tua vita professionale?
Essere stata la voce di un periodo che ha segnato il momento più florido e brillante per lo sport a Reggio Calabria, è qualcosa di emozionante e lusingante.
Reggina e Viola Basket in serie A. Ricordo il tutto con profonda nostalgia.
Sembrano ricordi così lontani. Forse lo sono davvero. Ricordo il batticuore ad ogni inizio della lettura delle formazioni. La curva sud e uno stadio di oltre 20 mila persone, rispondermi con boati pazzeschi Ci sono emozioni che non puoi dimenticare.
Ricordo Carlo Zampa, giornalista, speaker radiofonico ma soprattutto, per anni, storica voce ufficiale dell’As Roma prima di Reggina – Roma, presente al Granillo.
Mi fece i complimenti dicendo : “finalmente uno speaker che non mi scimmiotta ma ha una sua personalità”. Mi ha fatto molto piacere.
Ho sempre pensato: non importa che tu faccia bene o faccia male, devi farlo con la tua personalità e la tua essenza.

Radio Rent è un programma che unisce musica, radio e solidarietà. Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere attraverso questo programma?

Il messaggio di rispetto, aiuto concreto e libertà. Il rispetto nei contenuti e nella forma e la libertà di potere scegliere non solo gli argomenti, ma anche la selezione musicale spesso, altrove, “imposta”.
Radio Rent è una trasmissione nel palinsesto di Radio Cecchetto, ed ha uno scopo benefico.
Per partecipare, dopo avere inviato una demo, bisogna scegliere una associazione onlus e promuoverla. Una trasmissione dove oltre la voce, ci metti anche il cuore
Io Ho scelto di aiutare e fare conoscere Il volo delle farfalle – Evoluzione autismo di Rc
Una associazione di genitori di bambini e ragazzi, con disturbo dello Spettro Autistico.
Un punto di riferimento per i tanti genitori che, insieme al vicepresidente Angela Villani, continueranno a fare sentire la voce dei loro bimbi ai quali vanno garantiti diritti ed opportunità per vivere

Come è nata la collaborazione con l’ONLUS “Il volo delle farfalle – Evoluzione autismo” e quale è il tuo ruolo all’interno di questa partnership?
Sinceramente quasi per caso e consigliata da mia sorella e qualche amico.
Ma ne sono contenta. Tra le svariate associazioni, ho semplicemente deciso di parlare di loro.
Di autismo se ne parla sempre troppo poco. E c’è tanta solitudine.
Ricordiamoci che il silenzio – l’indifferenza – la poca informazione, possono fare davvero male.

Hai avuto l’opportunità di partecipare a una missione in Brasile con la Comunità Nuovi Orizzonti. Come ha influenzato questa esperienza il tuo approccio alla solidarietà e alla tua vita personale?
Esperienza decisamente unica.
Potrei stare qui a parlarne per ore. Ho frequentato la comunità Nuovi Orizzonti di Chiara Amirante per circa 15 anni. In passato abbiamo collaborato per una trasmissione radiofonica dal nome “Striscia la gioia”, raccontando proprio storie di vite rinate e tutte grazie alla fede e al percorso in comunità.
Nuovi Orizzonti opera anche in Brasile a Fortaleza (capitale tristemente famosa per il turismo sessuale) e Quixadà e ogni anno, organizza delle missioni.
Ho pensato di volere uscire un po’ dalla mia “comfort zone”
In quel viaggio, durato quasi un mese, insieme a don Davide Banzato e altri missionari, si è unito a noi anche Nek – Filippo Neviani –
Per quanto uno possa immaginare, guardando servizi in tv o in rete, quando ti ritrovi realmente in quelle realtà povere, marginali, comprendi quanto sei privilegiato. Bambini che hanno veramente poco, ma che in quel poco ritrovano il loro tutto. Nonostante siano realtà violente, in casa e fuori casa.
Povere, veramente povere, le loro storie, i loro occhi e i loro sorrisi incontrati tra le favelas, per strada, nelle cittadelle cielo, negli ospedali, restano impressi nei nostri cuori, per sempre.
Così come quegli occhi pieni di paura e diffidenza. Tocchi ancora di più il divario Il divario tra una ricchezza accessibile a pochi privilegiati – in luoghi come Fortaleza – ma distanti solo pochi passi dalle baraccopoli. Anche se, in realtà, tutti possiamo essere missionari, ovunque ci si trovi, senza bisogno di andare chissà dove. Missioni ordinarie.
Senza pensare di dover insegnare qualcosa a qualcuno. A volte basta solo tornare a prestare attenzione. Ascoltare.
Ma soprattutto, semplicemente: Esserci.
Non avrebbe senso partire, andare chissà dove e poi ignorare un vicino di casa o un fratello, un genitore, un amico, un anziano. Esserci dove più acuto è il grido, anche se non fa rumore!
Questa missione, mi ricorda sempre, quanto sia fondamentale ristabilire e non smarrire mai, un solido e vero legame, con ciò che è davvero essenziale.
Saudade.

Il tuo rapporto con Radio Antenna Febea? Cosa significa per te lavorare in questa emittente e quali sono le libertà che più apprezzi?
Radio Antenna Febea è una famiglia ed è arrivata nella mia vita dopo avere chiuso una parentesi lunga 20 anni a Radio Touring 104. Potrebbe sembrare esagerata come esternazione, ma decidere di andare via è stato difficile. Uno strappo al cuore. Una sorta di strano lutto. In un momento buio della mia esistenza.
La malattia e morte di mio padre. Ecco, lì la radio è stata medicina è stata terapia.
Sono libera di essere.
Ma sinceramente, lo sono stata in tutte le radio, anche lì dove è stato anche lavoro.
È sempre una questione di scelte.

Oltre alla tua carriera radiofonica, hai una passione per l’astronomia e la luna. Come coltivi questa passione e come si integra nella tua vita quotidiana?
Spesso, basta solo osservare il cielo e perdersi o semplicemente ritrovarsi. La luna rappresenta la presenza. Anche quando non la vedi c’è. Come la gente distante che ami o persone care che non ci sono più.

Grazie Tiziana per la tua intervista, continua a seguirci su Che Intervista!

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