Antonietta Micali, poetessa, scrittrice e saggista, laureata in Lettere Moderne all’Università “La Sapienza” di Roma, Accademica Ordinaria, ha arricchito la sua formazione con un master in giornalismo culturale e corsi di alta formazione in scrittura creativa ed editing. Oltre alla sua carriera di insegnante e alla lunga esperienza nella promozione socio-culturale, Antonietta è autrice di saggi storici e narrativa per ragazzi.
Con il suo impegno in vari ambiti, dal fondare un centro studi storico- religioso a Messina denominato “Cardinale G. Guarino” alla sua collaborazione con l’Accademia Tiberina di Roma, ove riveste il prestigioso ruolo di Direttrice Nazionale di Dipartimento Letteratura, inoltre è socia del Centro Arte di Castel Gandolfo di Roma diretto dallo Scenografo Giulio Pettinato, è Accademica di Wikipoesia, vicepresidente del Comitato Scientifico del progetto nazionale del Centenario di Danilo Dolci e Direttrice Nazionale della Cattedra delle Donne, Micali dimostra una passione inarrestabile per la cultura, che porta avanti con determinazione e amore per la vita.
Su Che Intervista! ospitiamo Antonietta Micali, conosciamola meglio…
Benvenuta Antonietta, il tuo percorso accademico e professionale è vasto e variegato. Come è nata la tua passione per la letteratura e la scrittura creativa?
Questa è una di quelle domande che mi rivolgono sovente e che rispondo dicendo che questo tipo di passione ce l’ho da sempre, sin da bambina, ho sempre letto tantissimo e la lettura in molti momenti della mia vita si è dimostrata davvero terapeutica, ho scritto molto, prima solo per me stessa, da piccola, come tanti bambini, tenevo un diario, poi ho iniziato a collaborare con un ente che si occupa di scrittura creativa a livello nazionale, partecipando ad un format come autrice di incipit ed editando testi, da qui la voglia di specializzarmi nelle varie tecniche di scrittura con dei corsi di alta formazione ed editing. Successivamente ho voluto farmi un master in Giornalismo Culturale per imparare un altro tipo di tecnica di scrittura, ma anche per coronare un mio “antico sogno nel cassetto” e così iniziai come stagista a scrivere per una rivista culturale della Curcio editore, Gutemberg che è stata un’ottima palestra di scrittura. La poesia, invece, era dentro di me, da ragazzina, ma ero molto riluttante a pubblicare e mi sentivo inadeguata, così iniziai a leggere moltissime poesie a studiarne la tecnica ed ascoltare consigli di chi scriveva poesie da più tempo. Quando mi sentii pronta iniziai a pubblicare, dapprima in delle antologie e poi delle sillogi tutte mie, in seguito ho pubblicato in riviste straniere specializzate e in antologie straniere insieme ad autori di tutto il mondo. Il mondo della saggistica mi appassiona perché mi consente di approfondire delle tematiche e di conoscere la vita e le opere di molti personaggi illustri e di confrontarmi con altri saggisti. Tutto questo è certamente un grande stimolo di crescita intellettuale e personale. Ho sempre creduto nella collaborazione e nel confronto, per questo motivo per alcuni anni ho partecipato a concorsi letterari con ottimi risultati.
Oltre a essere una scrittrice, sei anche un’insegnante e una promotrice di eventi culturali.
Come riesci a conciliare questi ruoli così diversi tra loro e come si influenzano reciprocamente?
Sono contenta che mi hai rivolto questa domanda, è una bella occasione per rispondere a molte persone. Quando si ama il proprio lavoro e le cose che si fanno il tempo si trova, poi quello che faccio fuori dalla mia professione di insegnante è una continua formazione e occasione di crescita intellettuale, di grandi stimoli, perché le mie esperienze extra- scolastiche mi arricchiscono e mi aiutano nella mia professione. Certamente il mio impegno costante nel mondo della Cultura, mi ha portata, talvolta, a fare delle scelte e delle rinunce, ad esempio, mentre i miei colleghi si godono le vacanze in totale spensieratezza, io continuo a lavorare, a scrivere, a programmare e progettare eventi, rinunciando a qualche viaggio e magari scrivendo anche di notte e dopo una lunga giornata di lavoro a scuola. Ma sinceramente, tutto questo non mi costa fatica, anzi con il passare del tempo, mi ha cambiata e mi sento una donna sempre alla ricerca di nuovi stimoli culturali che possano arricchirmi e migliorarmi. Non mi sento di aver raggiunto alcun tipo di traguardo, ma di aver acquisito una maggiore consapevolezza del percorso che sto facendo.
Hai fondato il Centro Studi Storico-Religioso “Card. Giuseppe Guarino” a Messina. Quali sono stati gli obiettivi principali di questa iniziativa e quali risultati hai ottenuto durante la tua presidenza?
Quando è stato fondato il Centro Studi ero giovanissima, appena laureata, e sentivo tutto il peso di questo ruolo in quanto gli altri soci erano professori universitari. Ricordo ancora il giorno della presentazione, della grande emozione della mia prima volta di parlare in pubblico, seduta al tavolo dei lavori accanto al Vescovo di Messina Mons. Marra e ai professori dell’università. Da allora ci sono state tantissime altre volte. In quel periodo ho lavorato alla mia tesi di laurea per farla diventare un saggio, ho organizzato un convegno di studi, ho collaborato con il Forum delle Associazioni Famigliari ed ho organizzato nel periodo del covid un percorso di turismo religioso che abbiamo presentato on line e che abbiamo inserito tra i cammini peloritani.
Sei impegnata da molti anni anche nel campo della poesia, un’arte con la quale riesci a dare voce alle opere d’arte. Qual è il legame tra poesia e pittura secondo te e come lo esplori nelle tue opere?
Questo tipo di esperimento è nato quasi per gioco… ho partecipato alla Biennale di Milano , qualche anno fa, e mi ha colpito un quadro, quell’immagine mi è rimasta dentro talmente tanto che arrivata in albergo iniziai a scriverci delle parole, in quello stesso momento capì che la poesia può dare voce ad un’opera d’arte, se l’artista ha saputo utilizzare al meglio il linguaggio grafico, rendendolo impregnato di emozioni. Ho fatto questo esperimento anche con il noto pittore Faccincani in una mostra a Nice in Francia e a Venezia con la bravissima pittrice Franca Balla. La poesia è una forma d’arte, se abbinata all’arte visiva, si sublima e si completa.
Il tuo progetto di poesia e pittura a Venezia con la pittrice Franca Balla è stato promosso dall’Accademia Tiberina. Puoi raccontarci di più su come è nato questo progetto e su quale messaggio volevate trasmettere?
Ho già risposto prima, in parte, a questa domanda. Questo progetto è nato dal fatto che questa bravissima pittrice, Franca Balla, cugina del noto pittore futurista, Giacomo Balla, ha un tratto emozionale molto stimolante, molti dei suoi quadri mi hanno suscitato delle emozioni talmente forti, da scriverci delle poesie, abbiamo fatto un catalogo di pittura e poesia, direi una nuova forma di lettura di un’opera d’arte, quella di dare in prestito le parole ad un dipinto. E’ stato un successo anche per chi è venuto alla mostra. Per me una nuova forma di sperimentazione di scrittura..
Tra i tanti premi e riconoscimenti ricevuti, c’è uno che ti ha colpito particolarmente o che consideri un traguardo significativo nella tua carriera?
Ho ricevuto tantissimi premi importanti e riconoscimenti, ma quello che mi ha riempito il cuore di emozione e che mi dà un forte stimolo a continuare a percorrere questa strada è stata la targa di ringraziamento del Presidente dell’Accademia Tiberina, Cav. Dott. Franco Antonio Pinardi, in occasione della premiazione del primo premio letterario dell’Accademia, G.Belli- F.Lami ideato e organizzato da me con la grande collaborazione del mio Presidente e della Segretaria generale dell’Accademia Andrea Panainte Raluca e di una grande amica scrittrice Meri Lolini, tenutosi il 5 luglio di quest’anno, nella magnifica Sala dei Cinquecento a Palazzo Vecchio in Firenze. Ho dedicato questo riconoscimento ai miei genitori.
Oltre alla poesia, ti sei cimentata anche nella narrativa per ragazzi. Come cambia il tuo approccio alla scrittura quando scrivi per un pubblico giovane rispetto a quello adulto?
Amo scrivere per ragazzi, quando lo faccio, mi metto nei loro panni e cerco di vedere il mondo dal punto di vista dei più giovani. Tra non molto uscirà un mio nuovo libro per ragazzi, ambientato a Parigi, ma quando uscirà, magari faremo un’altra intervista.
Scrivere per ragazzi, mi piace moltissimo, c’è una forma di gioia nella scrittura, e una trasmissione di valori non pedante. Sicuramente è più difficile rendere semplice un concetto complesso, ma questo tipo di sfide mi piacciono, ecco perché ho scelto di insegnare in una Scuola Primaria, dove pensavo di rimanere per un breve periodo, invece ci sono rimasta per sempre. Vedi? I bambini per me sono una grande sorgente di creatività, da loro attingo molti spunti peri i miei scritti. Li adoro e mi piace sperimentare con loro nuove forme di scrittura e lettura.
La tua attività con il Lions Club e la tua carica di Direttore Nazionale di Dipartimento di Letteratura all’Accademia Tiberina ti mettono in contatto con molte istituzioni e fondazioni. Quali sono le principali sfide e soddisfazioni di questo ruolo?
Ho fatto l’esperienza di essere stata prima socia della FIDAPA una federazione di sole donne che si battono per i diritti e la realizzazione delle donne, lo sono stata per otto anni, ed è stata un’esperienza molto formativa e competitiva, poi il mio ingresso nei Lions, ma è durato poco, due anni, credo. Apprezzo quello che fanno e il lavoro che svolgono per il territorio, ne ammiro i principi, ma ho capito che i miei interessi non coincidono più tanto con quelli dei Club, voglio concentrare le mie energie per le cose che da sempre ho amato: la promozione a livello nazionale ed internazionale della lettura e scrittura ed è il compito che svolgo in Accademia e che mi dà grande soddisfazione. Ciò non esclude il fatto di poter collaborare con associazioni e Accademie che condividono gli stessi interessi attraverso un partenariato. Sono socia di un’associazione culturale denominata “Centro Arte che ha sede a Castel Gandolfo ed è diretta dallo scenografo Giulio Pettinato, sono Direttrice della Cattedra delle Donne, un progetto nazionale per lo studio e la ricerca sulle donne che hanno saputo affermare i loro diritti e il loro talento. Inoltre sono socia ICWA un’associazione non profit di scrittori per ragazzi.
Nel tuo recente contributo alla celebrazione dei 150 anni dalla scomparsa di Alessandro Manzoni, quali aspetti della sua opera e della sua eredità culturale ti hanno affascinato di più?
In questa occasione, grazie ad un mio grande amico scrittore, Pierfranco Bruni, ho partecipato alla stesura del saggio sul Manzoni, nel quale mi sono occupata di riscrivere in chiave più moderna il tema della provvidenza manzoniana. Questo saggio è stato presentato dall’Accademia Tiberina a Roma all’Antico Circolo a Volo ai Parioli e alla Camera dei Deputati.
Guardando al futuro, quali sono i progetti o le sfide che ti appassionano maggiormente e che vorresti realizzare nei prossimi anni?
Ho in itinere un paio di progetti molto importanti, tra cui la seconda edizione del Premio Letterario Internazionale dell’Accademia che quest’anno sarà dedicata alla figura di Danilo Dolci, in quanto ricorre il centenario della sua nascita e abbiamo come partner culturale Wikipace, un contenitore enciclopedico diretto dal dott. Renato Ongania ideatore di Wikipoesia. Un altro grande progetto è quello che è stato anticipato durante la premiazione: La nascita di un Manifesto di un Nuovo Umanesimo, il ruolo sociale della poesia. Non posso dirti più, ti ho fatto un accenno perché questa comunicazione è stata fatta dal giornalista e amico dell’ANSA Domenico Campana in un suo articolo, anche lui è coinvolto in questo progetto accademico.
Grazie Antonietta del tempo che ci hai dedicato e complimenti per la tua carriera artistica e professionale.
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