Istella mea, il romanzo di Ciriaco Offeddu pubblicato da Giunti Editore, si impone come un’opera intensa e avvolgente, in cui la tradizione del realismo magico si intreccia con una profonda riflessione sul male e sulla redenzione. Ambientato nella Sardegna dei primi anni Sessanta, il libro conduce il lettore in un viaggio che attraversa il Mediterraneo per giungere fino all’Argentina, tessendo una narrazione densa di simbolismi e passioni estreme.
a cura di Salvatore Cucinotta
La protagonista, la giovane Rechella, scopre l’amore attraverso l’incontro con Martino, un ragazzo dotato di un’immaginazione fuori dal comune, capace di elevarsi al di sopra della realtà e di spingere lo sguardo fino al mare. La loro è un’innocenza presto contaminata dalla figura enigmatica di Jaja, la nonna di Martino, una donna rispettata e temuta, custode di segreti oscuri. In lei si incarna il mito della sùrbile, la creatura vampirica della tradizione sarda, simbolo di un femminile oscuro e predatorio, opposto all’immagine di una donna capace di amare e proteggere. L’inevitabile scontro tra queste due forze segna il destino di Rechella, conducendola attraverso il dolore e la scoperta della propria missione.
Offeddu dimostra una grande maestria nel tratteggiare le atmosfere magiche e ancestrali della Sardegna, mescolandole con il senso di smarrimento e nostalgia degli emigrati in Argentina.
Il suo stile narrativo è raffinato e avvolgente, ricco di immagini evocative e suggestioni poetiche. Il romanzo si muove tra la concretezza della storia e il mistero del mito, creando un intreccio che cattura il lettore e lo trasporta in un universo sospeso tra sogno e realtà.
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