Kiara, al secolo Chiara Amici, è una cantautrice napoletana che ha saputo conquistare il pubblico con la sua musica sincera, un viaggio tra pop, indie ed elettronica. Dopo essersi formata al Conservatorio di Salerno e aver maturato esperienze in tutta Italia, Kiara ha trovato la sua dimensione artistica in Monza, dando vita a brani profondamente introspettivi. Con il suo nuovo singolo “Budapest“, la cantante ci invita a esplorare i temi delle seconde possibilità, della rinascita e del coraggio di lasciar andare il passato. In questa intervista, Kiara ci accompagna alla scoperta della sua musica, dei suoi processi creativi e del legame indissolubile tra emozioni e luoghi.
a cura di Antonio Capua
Benvenuta Kiara, “Budapest” è il tuo nuovo singolo, un brano intenso che parla di seconde possibilità. Cosa ti ha portato a scegliere proprio questa città come simbolo di rinascita?
È avvenuto tutto per caso in realtà. La mia esperienza nella città mi ha cambiato completamente la vita.
Durante il tuo viaggio a Budapest, hai detto di aver trovato la forza per accettare il tuo passato e guardare avanti. Cosa rappresenta per te il concetto di “rinascita” e come si riflette nella tua musica?
Penso significhi mettersi in discussione e guardare a sé stessi con occhi nuovi.
La tua musica mescola pop, indie ed elettronica, creando un’atmosfera unica. Cosa ti ispira nella fusione di questi generi e come riesci a mantenere un equilibrio tra modernità e nostalgia?
Sicuramente gli ascolti aiutano tanto e poi cerco di ispirarmi sempre ad artisti che siano riusciti a distinguersi e rinnovarsi nonostante i cambi generazionali, tra cui Elisa.
In “Budapest” parli di lasciarsi alle spalle ciò che ci appesantisce. Quali sono le “zavorre” del passato che hai dovuto lasciar andare per evolverti come artista e come persona?
La costante paura di fallire e di non essere amata.
Il verso “Barcollando per capire qual è la mia verità” è estremamente potente. Quanto è stato difficile per te trovare la tua verità artistica e personale?
Tantissimo! Anni di prove, errori e studio su di me sia dal punto di vista artistico-musicale che personale.
Anche le esperienze più negative mi hanno insegnato tanto e mi hanno resa l’artista che sono oggi.
La tua carriera ha preso una svolta importante con la collaborazione con PaKo Music Records. Come ha influito questo passo sulla tua evoluzione musicale e quali nuove prospettive ha aperto per te?
È proprio la collaborazione che mi ha permesso di trovare l’identità di cui parlavamo prima e di poter mostrarla al pubblico, senza scendere a compromessi. Per questo ringrazio tutto il team e in particolar modo Patrizia Colombo.
Nei tuoi testi si percepisce una forte componente emotiva e personale. Quanto è importante per te che la tua musica sia uno specchio dei tuoi vissuti e delle tue esperienze?
Molto. È ciò che mi ispira più di tutto: vivendo in prima persona certe esperienze riesco ad elaborare davvero in maniera efficace, così da poter comunicare ciò che ho provato al pubblico che mi ascolta.
Oltre alla musica, quali altri aspetti della tua vita o passioni ti ispirano nel processo creativo? C’è un momento particolare in cui senti nascere l’idea di un nuovo brano?
Mi piacerebbe tanto raccontare storie altrui e tante volte sono stata tentata da quest’idea ascoltando vicende che mi hanno particolarmente emozionata.
Come giovane cantautrice italiana, quali sfide hai dovuto affrontare nel mondo della musica e come sei riuscita a superarle?
Ormai è difficilissimo raggiungere il grande pubblico: se da un lato i social sono un mezzo che ci permette di superare i confini, dall’altro crea ulteriore distanza, a differenza dei live.
Inoltre, siamo in tanti ad inseguire questo sogno ed è quindi complicato farsi spazio.
Grazie Kiara, un grosso in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti futuri.
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