Tradotto in italiano da Renato Zatti e pubblicato da Fazi nel 2025, il romanzo conferma il talento della giovane scrittrice svedese Camilla Sten, figlia d’arte di Viveca Sten, nell’intrecciare storie dense di suspense e tensione emotiva.
a cura di Salvatore Cucinotta
Protagonista della vicenda è Eleanor, una donna affetta da prosopagnosia, una rara condizione neurologica che le impedisce di riconoscere i volti, nemmeno quello della propria immagine riflessa.
Una malattia invisibile che aggiunge un ulteriore strato di insicurezza alla sua esistenza e che si trasforma in un ostacolo insidioso quando diventa testimone, seppur inconsapevole, di un omicidio: sua nonna Vivianne viene trovata morta nella propria abitazione, accanto a un paio di forbici insanguinate.
Ma chi ha visto Eleanor quella sera? E, soprattutto, chi ha ucciso Vivianne?
Un’Atmosfera Carica di Mistero
L’autrice mescola abilmente il giallo scandinavo con elementi gotici, dando vita a un’ambientazione ricca di suggestioni e dettagli evocativi. Le descrizioni della natura selvaggia e impenetrabile della foresta svedese amplificano il senso di isolamento e di minaccia costante, facendo della casa stessa un personaggio vivo, pulsante di segreti inconfessabili.
Lo stile di Camilla Sten è diretto e incisivo, capace di trasmettere con poche parole il senso di disorientamento e paura vissuto da Eleanor. La narrazione in prima persona rende il racconto ancor più immersivo, permettendo al lettore di calarsi nella mente della protagonista e di condividere il suo stato di angoscia crescente. L’uso della prosopagnosia come elemento narrativo non è solo un espediente originale, ma diventa il fulcro della tensione psicologica: il confine tra realtà e allucinazione si assottiglia, creando una costante sensazione di incertezza.
L’erede è un romanzo che gioca con la percezione del lettore, trascinandolo in un labirinto di sospetti e rivelazioni sconvolgenti. Per gli amanti del thriller psicologico e del mystery nordico è un appuntamento imperdibile.
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