Letizia Meuti: dal giornalismo ai blog, fino all’esordio letterario con “Un cinese napoletano”

Letizia Meuti, nata a Roma nel 1982, ha costruito una carriera dinamica che spazia dal giornalismo alla scrittura creativa. Dopo aver lavorato come articolista e segretaria di redazione per una radio sportiva, Letizia ha lanciato diversi blog, tra cui un social-travel blog chiamato Appunti di viaggio. Nel 2021, ha fondato e diretto il quotidiano online indipendente Roma-News. Con la sua prima pubblicazione, “Un cinese napoletano“, Letizia si è affermata come scrittrice, esplorando temi unici e sorprendenti. In questa intervista ci racconta il suo percorso, le sfide affrontate e i progetti futuri.

a cura di Antonio Capua


Letizia, hai iniziato il tuo percorso come articolista e segretaria di redazione in una radio sportiva. Cosa ti ha spinto a passare dalla cronaca sportiva alla scrittura creativa?
Penso che il mio, sia stato un percorso un po’ inevitabile, l’accettazione della maturità sia anagrafica che lavorativa. Diciamo che non è stata una cosa voluta, non l’ho cercata, è venuta spontaneamente ed io l’ho accolta ben volentieri.

Nel 2021 hai fondato il quotidiano online indipendente Roma-News. Quali sono state le sfide principali che hai affrontato nel creare e dirigere una testata online?
Beh, organizzare tutto da sola il lavoro di molteplici persone non è una cosa facile. Ho dovuto imparare ad essere molto precisa ed organizzata, di sicuro multitasking (ma noi donne lo siamo già di natura, è un ulteriore punto a nostro vantaggio) e a rispettare date e orari. Non è stata una cosa semplice ma alla fine è andata bene.

Tra il 2017 e il 2020 hai aperto due blog, uno di moda e uno di viaggi. Cosa ti ha spinto a esplorare questi due mondi e come hanno influenzato il tuo percorso di scrittrice?
Entrambe i blog li ho aperti per una mia esigenza e per la voglia di far conoscere ad altre persone le cose belle che ci circondano. La moda credo sia l’espressione per eccellenza della creatività. Il colore, il dinamismo. I viaggi sono una porta aperta su mondi per lo più sconosciuti a noi, la volontà sempre viva di ricercare appunto mete inesplorate, magari con la voglia di condividere anche certe esperienze.

Il tuo blog Appunti di viaggio è un social-travel blog. Quanto è importante per te condividere le tue esperienze di viaggio con i lettori e come il viaggio ha arricchito la tua scrittura?
Appunti di viaggio l’ho aperto tra il 2019 e il 2020. Era incentrato però di più sul territorio della mia regione e sulla mia città d’ appartenenza, Roma. Per questo mio primo libro mi ha aiutata sì e no perché qui sono riuscita ad andare un po’ oltre e non limitarmi anche nella narrazione di un luogo circoscritto.

Hai recentemente pubblicato il tuo primo libro, Un cinese napoletano. Cosa ti ha ispirato a scrivere questa storia e cosa volevi trasmettere attraverso questo romanzo?
L’idea è nata da un mio volere di riscoprire ed affrontare certi argomenti positivi, giusti che, secondo me, in questi anni sono andati un po’ persi. Poi avevo questa serie di testimonianze di mie care conoscenze appartenenti proprio alla comunità cinese che mi andava di far conoscere agli altri e di conseguenza divulgare. Le ho trovate abbastanza simili alle tante storie raccontate anche da alcuni nostri connazionali emigrati in paesi differenti dal nostro e mi è molto piaciuta questa cosa. È nato alla fine una sorta di fenomeno che io ho chiamato: specchio/scambio, una specie di transfert.

Nel tuo libro Un cinese napoletano, esplori una storia che sembra inusuale. Come hai sviluppato il personaggio principale e quali sono i temi principali che affronti nel libro?
I temi che ho voluto affrontare nel libro sono: l’integrazione, l’immigrazione, l’accoglienza, la diversità e la solidarietà.
Il romanzo parla di un’intera famiglia di origini cinesi che per cause di forza maggiore si ritrova a dover lasciare il proprio paese. Così decidono di affrontare un intero viaggio e si ritrovano fin da subito a fare i conti con usi, costumi e tradizioni completamente differenti dalle loro.
Il personaggio principale è Wei, il papà, un grande papà che tiene in mano tutte le decisioni da prendere sia sue personali che della famiglia.

Hai lavorato in diverse aree del giornalismo e della scrittura. Come riesci a conciliare la scrittura creativa con quella giornalistica e in che modo i due ambiti si influenzano a vicenda?
La scrittura creativa e la scrittura giornalistica sono due modalità di scrittura completamente differenti. La prima è molto più libera, descrittiva e fantasiosa, la seconda deve sempre attenersi ad un determinato schema fatto di domande e risposte e sotto certi aspetti è anche molto più analitica. Si influenzano a vicenda? La possibilità esiste, certo.

Roma è la tua città natale e ha sicuramente un ruolo importante nel tuo percorso. Quanto la tua città ha influenzato il tuo modo di scrivere e i temi che affronti nelle tue opere?
Roma è la mia città natale di appartenenza, certo, come dico sempre le radici non tradiscono mai e rimangono indelebili. Nel romanzo però ne parlo poco, giusto un piccolo assaggio all’ inizio. Per scriverlo però non ho pensato a lei e alle mie esperienze con essa perché mi sono voluta concentrare su altro.

Quali sono stati gli ostacoli maggiori che hai dovuto affrontare come scrittrice emergente, e quali consigli daresti a chi vuole intraprendere questo percorso?
Sicuramente il primo ostacolo è quello di farsi conoscere, perché se parti da zero è inevitabile fare abbastanza fatica all’ inizio. Un consiglio per chi comincia è quello di non abbattersi alle prime difficoltà ma cercare di resistere ed andare avanti soprattutto se si sente che questa è la strada giusta.

Guardando al futuro, quali sono i tuoi prossimi progetti? Hai in mente di esplorare nuovi generi o temi nella tua scrittura?
Sto mettendo in cantiere altri due romanzi, uno più contemporaneo in cui non parlo più di famiglia ma analizzo i ragazzi, perciò i giovani, i figli, sempre in chiave psicologica, l’incontro/scontro con il mondo circostante, l’affermazione e la realizzazione di sé anche in ambito lavorativo. L’altro ambientato in un periodo storico un po’ particolare e soprattutto molto importante della storia sia nostra, nazionale che mondiale in cui andrò a riparlare di famiglia ma in una chiave un po’ più drammatica. Poi ci sarebbe un ultimo libro che sto per finire, una raccolta più precisamente, ma per quello vorrei aspettare perché è un lavoro un po’ più complesso.

Grazie Letizia per la tua intervista ed un grosso in bocca al lupo per i tuoi prossimi lavori. Continua a seguirci e tienici aggiornati.

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