Che Intervista
Con Liberata, Domenico Dara ci consegna un romanzo dove la delicatezza della narrazione si intreccia sapientemente con la profondità psicologica dei personaggi e la potenza evocativa di un microcosmo ricco di simboli e suggestioni. Pubblicato da Feltrinelli, il libro rappresenta un nuovo capitolo nella produzione letteraria dell’autore.
Liberata Macrì è una protagonista che incarna la magia dell’invisibile, una donna che sfida le convenzioni con il suo vivere al di fuori del tempo, sospesa tra il mondo concreto e quello dei sogni. La sua quotidianità è popolata da fotoromanzi e desideri nascosti, da un amore immaginato per Franco Gasparri e da una tensione continua tra il desiderio di una vita straordinaria e la realtà che, spesso, delude. Tuttavia, quando l’incontro con Luvio scuote la sua esistenza, la protagonista si trova a dover fare i conti con un amore che sembra materializzarsi come nelle storie che tanto ama, ma che presto rivelerà le asprezze e le imperfezioni del reale.
L’autore è capace di trasportarci in un’atmosfera rarefatta dove l’immaginario popolare si mescola alla riflessione filosofica, creando un racconto che sa di favola moderna. Il tema del cambiamento, inteso come trasformazione dolorosa ma necessaria, attraversa tutto il romanzo, ricordandoci che crescere significa anche accettare il sacrificio di una parte di noi stessi, proprio come gli insetti collezionati dal padre di Liberata.
In Liberata, l’autore conferma la sua maestria nel raccontare il Sud, non come semplice contesto geografico, ma come dimensione esistenziale. Il romanzo è un omaggio alla bellezza nascosta nelle cose semplici e alla saggezza di chi sa cogliere la profondità nel quotidiano.
La scrittura dell’autore, attenta e poetica, si offre al lettore come un balsamo per l’anima, capace di far risuonare corde intime e universali.
Alla fine del viaggio, il messaggio che rimane è potente e semplice: diventiamo ciò che siamo, nonostante tutto, accogliendo le nostre ombre e le nostre luci, indipendentemente dalla terra che ci ha cresciuto o dalle vicissitudini che abbiamo affrontato.
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