L’inverno dei leoni: dagli anni d’oro al tramonto di un impero

Torniamo indietro nel tempo per rileggere questo meravigioso romanzo “L’inverno dei Leoni, La saga dei Florio” di Stefania Auci, Edizioni Nord, 2022. Stefania Auci torna a intrecciare la storia alle storie, la forza alle fragilità, la magnificenza al decadimento. Nel fluire magico di queste pagine c’è tutto: chi siamo, chi siamo stati, chi saremo.

a cura di Teresa B.


Eccolo il destino che si compie. Questa di Ignazziddu è la generazione del mito, della bella époque, quella che porterà i Florio al tempio dell’apparenza, della bella vita. Ignazziddu sposerà Francesca Jacona della Motta di San Giuliano, che fu definita la donna più bella d’Europa. Colei che diventerà donna Franca Florio, per decenni icona di stile, di eleganza, di savoir faire, di fascino. Introdotta nelle maggiori famiglie europee, amica del Kaiser Guglielmo II di Prussia, ammirata da Gabriele D’Annunzio, è donna Franca a rappresentare il volto della famiglia. Sono gli anni della famosa e mitica Targa Florio, la gara automobilistica voluta dal cognato Vincenzo. Ma non tutto va come deve. Ignazziddu, a cui mancano quell’abnegazione e quella capacità di caricarsi di responsabilità che erano la cifra del padre e del nonno, psicologicamente impreparato e restio ad accogliere su di sé, a soli 21 anni, il peso della casata, si circonda di cattivi consiglieri. E i rovesci non tardano ad arrivare. Ignazio junior non era per nulla un incapace, sognava di portare la Sicilia sul palcoscenico europeo, fondò giornali, finanziò teatri, creò cantieri navali. Ma inesorabilmente, quasi come se dovesse adempiere a un destino già scritto, si imbarcò in imprese fallimentari che portarono alla fine dell’impero. I Florio hanno vinto. I Florio hanno perso.

Un impero durato oltre un secolo, ma che lungo il Novecento ha conosciuto una lenta e inesorabile fine. Fallimenti, lutti, incapacità: è crudele il destino dell’ultimo erede dei Florio; quell’uomo che è nato nel lusso e negli “anni ruggenti” dell’impresa creata dai suoi antenati. E’ proprio quel ragazzo che non ha vissuto sulla propria pelle il sacrificio e l’abilità di crescere dal nulla, che qui si trova a dover governare qualcosa più grande lui.

Lusso, sfarzo, amanti, rinunce, perdita di potere. Un triste epilogo che Stefania Auci racconta con lo stile che l’ha contraddistinta già nei “leoni di Sicilia”: un narrare preciso che si fa strada nei sentimenti e nelle psicologie dei personaggi, tra le pieghe della storia (che non risparmiano malattie, guerre e tragedie) e negli ambienti della nobiltà.

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