Lorena: Il progetto solista di Elena Romano tra sonorità elettroniche e narrazione poetica

Lorena, il nuovo progetto musicale solista di Elena Romano, fonde la tradizione della canzone italiana con innovative sonorità elettroniche. Elena, cantautrice fiorentina con una solida formazione nel canto jazz, porta alla luce un lavoro che mescola emozioni profonde, introspezione e narrazione poetica. In collaborazione con il fratello Lorenzo Romano, compositore di musica classica ed elettronica, Lorena unisce beats techno, strumenti classici e melodie evocative per creare un’esperienza sonora unica. Tra amore, ansia e insicurezza, la musica di Elena trasforma stati emotivi in racconti senza tempo.


Elena, con il progetto Lorena hai mescolato la tradizione della canzone italiana con sonorità elettroniche. Cosa ti ha spinto a esplorare questa fusione e come hai trovato il giusto equilibrio tra i due mondi?
Tutto nasce da un’urgenza espressiva. Alla fine dei miei studi, ho sentito il bisogno di mostrarmi al pubblico nella mia forma più autentica, ammesso che sia possibile trovarne una definitiva. Da lì è iniziato un processo di introspezione su me stessa come musicista, ma anche come persona. Credo che attraverso la creatività sia davvero possibile conoscere a fondo se stessi.

Hai una formazione solida nel canto jazz. In che modo questa esperienza ha influenzato la tua scrittura e interpretazione musicale nel progetto Lorena?
Il Jazz mi ha aperto un mondo bellissimo, quello dell’improvvisazione, sia a livello vocale che strumentale. Mi ha insegnato a curare i dettagli, analizzare la forma e dare un’importanza diversa alla melodia e all’armonia.

Nei tuoi testi esplori temi profondi come amore, ansia e insicurezza. Quanto è importante per te tradurre le emozioni in musica e quali esperienze personali ti hanno ispirato di più?
Ci sono cose di cui è difficile parlare nella quotidianità, e non credo ci sia un modo migliore per esprimere i propri sentimenti se non attraverso la creatività. Quando scrivo, mi ispiro a momenti: tutti noi apparteniamo a dei momenti. La scrittura nasce quando riusciamo ad associare questi momenti a delle emozioni. Se, mentre scrivo, riesco a rivivere quelle sensazioni, so che può nascere una canzone.

Hai collaborato con tuo fratello Lorenzo Romano per la produzione e gli arrangiamenti. Come ha influito la vostra relazione personale e artistica sul processo creativo di Lorena?
È stata una collaborazione molto intensa. Il piano personale e quello musicale sono strettamente collegati, e lavorare con un familiare significa, per me, mettere da parte i formalismi che spesso caratterizzano un normale rapporto di lavoro. Questo porta a una grande trasparenza comunicativa, che può certamente contribuire alla realizzazione di un ottimo prodotto musicale, ma anche creare qualche difficoltà. In ogni caso, credo che il fatto di essere legati da una stretta parentela e di avere sensibilità simili sia stato un vantaggio. Lo ringrazio molto.

Nel tuo sound, antico e moderno si fondono in modo unico. Quali sono le tue principali influenze musicali e come ti hanno aiutata a sviluppare il tuo stile distintivo?
Ho ascoltato molti generi diversi nella mia vita. Sono sempre stata una grande fan del teen pop, del pop alternativo angloamericano e dei musical. Successivamente, con lo studio del jazz, mi sono avvicinata al free jazz e all’improvvisazione. Vorrei che la mia musica fosse un connubio di tutto ciò che mi piace ascoltare e che ricreasse uno specchio sincero di ciò che sono, sia come persona che come musicista. 

Hai vinto il premio per la migliore composizione al concorso Bianca D’Aponte con il brano Il Sole (cattivi pensieri). Cosa ha significato per te questo riconoscimento e come ha influenzato il tuo percorso musicale?
Moltissimo. Nascendo come interprete, prima di quel concorso avevo scritto poche canzoni, soprattutto in italiano. Sicuramente è stata una spinta che mi ha portato a comporre con maggiore fiducia.

L’album Arie, che hai registrato con Ferruccio Spinetti e musicisti come Jeff Ballard, ha segnato un momento importante per la tua carriera. Come si è evoluta la tua musica da quell’esperienza fino a Lorena?
Ho iniziato il lavoro su Lorena praticamente subito dopo Arie. Il lavoro che ho fatto per Arie consiste in un riarrangiamento vocale di brani strumentali; partendo dalla musica, ho attuato delle modifiche dal punto di vista metrico e infine ho aggiunto un testo. I miei brani partono sempre da una base musicale prima che letteraria; di conseguenza, sebbene il materiale fosse totalmente diverso, il modo di lavorare è stato molto simile..

La tua musica ha un forte aspetto cinematografico, evocando immagini vivide. Cosa ti ispira nella creazione di queste atmosfere e come riesci a rendere così visiva la tua musica?
È una domanda complessa; avrei tantissimo da dire. La mia idea è stata fin da subito quella di riprodurre uno scenario nel quale l’ascoltatore potesse immergersi. Vorrei che le persone, quando ascoltano un mio brano, si sentissero come catapultate di fronte a una grande tela dipinta. Per fare questo, è fondamentale trasformare l’astratto in materia attraverso immagini nitide. Inoltre, nei miei testi parlo di emozioni e sentimenti che fanno parte della vita di tutti noi e che, dentro di noi, possono assumere diversi significati. Il messaggio che voglio trasmettere è quello di vivere la propria vita come fosse un’opera d’arte.

Hai lavorato tra Italia e Germania. Come hanno influito queste diverse realtà culturali sulla tua visione artistica e sulla tua musica?
Ho vissuto un anno a Colonia per motivi di studio. Mio fratello vive a Berlino, quindi andavo a trovarlo nel mentre per lavorare alla mia musica. In quel periodo mi sono riavvicinata al jazz tradizionale da una parte e all’improvvisazione radicale dall’altra. Il primo mi ha fornito spunti per lavorare su nuove idee melodiche, mentre la seconda mi ha permesso di sperimentare, soprattutto da un punto di vista timbrico vocale.

Guardando al futuro, quali sono i tuoi prossimi progetti musicali? Continuerai a esplorare la fusione tra elettronica e musica tradizionale o pensi di muoverti in nuove direzioni?
Al momento, l’intenzione è quella di continuare su questa scia, anche se ho già altre idee riguardo al trattamento delle voci e alla lingua da utilizzare.

Grazie Elena e complimenti per il tuo lavoro
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