Manù Squillante: La voce che resiste con “Vizi e Virtù”

Con un linguaggio che è insieme poesia e denuncia, Manù Squillante torna a colpire al cuore con il nuovo singolo “Vizi e Virtù”, in radio dall’11 aprile, già disponibile in digitale. Il brano, ispirato alla condizione femminile sotto leggi repressive, è un atto di resistenza artistica, un grido dolce ma potente che si insinua nel silenzio imposto. In occasione dell’uscita del singolo e della prosecuzione del suo tour 2025, gli abbiamo rivolto dieci domande per scavare nel significato di questa nuova tappa creativa e umana.

a cura della redazione


Benvenuto su Che! Intervista, Manù, e complimenti per il tuo nuovo singolo! “Vizi e Virtù” è una canzone che scuote e commuove: com’è nata questa esigenza espressiva e qual è stata la scintilla che ha acceso il brano?
È nata da un senso di ingiustizia profonda. Leggere che in Afghanistan alle donne è stato vietato di cantare, parlare, scrivere poesie… mi ha colpito come uno schiaffo. Ho sentito il bisogno di trasformare quella rabbia in qualcosa che potesse restare. Una canzone, per me, è un modo per dare voce anche a chi non può parlare.

Il brano parla di censura, oppressione e della condizione femminile in paesi come l’Afghanistan. Cosa ti ha colpito così profondamente da spingerti a scrivere una canzone su un tema tanto delicato?
L’assurdità del silenzio imposto. Non si tratta solo di divieti, ma del tentativo di cancellare la voce, l’identità, la presenza delle donne. Mi ha toccato come uomo, come artista, come essere umano. Ho pensato: se non uso la mia voce per raccontare anche questo, allora a cosa serve?

Musicalmente, “Vizi e Virtù” è un equilibrio sottile tra dolcezza e rabbia, tra poesia e denuncia. Come hai lavorato sul sound per esprimere questa doppia tensione?
Volevo che la canzone respirasse. Che avesse momenti delicati e altri più tesi, ma senza diventare mai urlata. La fisarmonica, le percussioni, le chitarre: ogni elemento è lì per accompagnare, non per sovrastare. È una tensione continua, ma sempre tenuta per mano.

Il lyric video animato diretto da Marharita Tsikhanovich è una vera estensione visiva del brano: come è nata la collaborazione e quanto hai partecipato alla direzione artistica del progetto?
Con Marharita c’è stato un dialogo profondo fin da subito. Le ho raccontato il senso del brano e lei ha saputo coglierlo in pieno, senza bisogno di troppe parole. I suoi disegni hanno dato corpo a quel silenzio che volevo raccontare. Ho seguito ogni fase con attenzione, ma le ho lasciato grande libertà: l’ho scelta proprio per la sua capacità di raccontare con poco.

Le tue parole sono spesso cariche di immagini potenti. Quando scrivi, pensi prima alla musica o al testo? O è un processo che nasce simultaneamente?
Dipende. A volte nasce tutto da una frase, altre volte da un giro armonico. Ma in ogni caso, cerco sempre un equilibrio tra ciò che voglio dire e il modo in cui voglio farlo sentire. La musica deve servire il testo, e viceversa. Devono raccontare insieme, non uno sull’altro.

Dopo i successi dei tuoi progetti precedenti, questo singolo segna un’evoluzione forte nel tuo percorso artistico. In che modo “Vizi e Virtù” rappresenta per te una nuova fase?
È il primo brano di un nuovo lavoro che si chiama “Tra la mano, l’occhio e il cuore”. Un titolo che racconta bene il mio modo di vedere le cose: mani che agiscono, occhi che osservano, cuore che sente. Con Vizi e Virtù ho deciso di andare più a fondo, anche rischiando. È una canzone che non cerca consenso, ma condivisione.

La tua carriera è ricca di riconoscimenti importanti, ma anche di scelte coraggiose. Quanto è difficile oggi restare fedeli a una visione artistica profonda in un mercato sempre più veloce e superficiale?
È difficile, ma è l’unica strada possibile per me. So che non tutto quello che scrivo sarà virale, ma voglio che sia vero. La superficialità non mi interessa. Preferisco arrivare a pochi, ma arrivarci bene. E restare fedele a ciò che sono, anche quando va di moda altro.

Il tuo tour “Tra la mano, l’occhio e il cuore” continua con nuove date: cosa rappresenta per te il palco e cosa ti aspetti da questi prossimi appuntamenti live?
Il palco è il mio posto di verità. Lì non puoi fingere. Ogni concerto è un incontro, non solo una performance. Mi aspetto ascolto, scambio, silenzi veri. Non suono solo per intrattenere suono per dire qualcosa, e spero che arrivi.

La canzone parla di resistenza, ma anche di speranza. Secondo te, che ruolo ha oggi l’arte – e la musica in particolare – nel portare avanti battaglie civili e sociali?
L’arte non cambia il mondo da sola, ma può cambiare lo sguardo. Può far riflettere, può aprire domande. La musica è una forma di resistenza sottile, ma potentissima. E in tempi come questi, serve ancora di più.

Infine, cosa speri arrivi al cuore di chi ascolta “Vizi e Virtù”? E cosa ti auguri che resti, una volta finita la canzone?
Spero arrivi il senso di prossimità. Che chi ascolta senta che quella voce non è solo mia. E mi auguro che resti una traccia, anche piccola, ma sincera. Una parola che non si dimentica subito. E che magari, da qualche parte, accende qualcosa.

Grazie Manù ed ancora complimenti!

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