Manuela Rotili ha una carriera che spazia dalla scrittura per bambini a progetti letterari più complessi. Manuela ha saputo unire la sua esperienza professionale e le sue passioni in opere premiate e apprezzate. I suoi racconti, che spaziano dalle favole ai testi impegnati, sono stati riconosciuti e celebrati in numerosi eventi e festival letterari.
Su Che! Intervista ospitiamo Manuela Rotili, conosciamola meglio…
Benvenuta Manuela, come ti ha influenzata la tua infanzia a Roma e la tua esperienza di raccontatrice per le tue sorelle e cugini nella tua carriera di scrittrice?
La mia infanzia è stata determinante. Ho sempre avuto una spiccata fantasia, e il mio primo pubblico sono stati proprio i bambini di casa. In uno dei miei libri, “I magici rituali di Natale della famiglia Montanari” di Atile Edizioni, descrivo proprio l’atmosfera che si creava a Natale, e raccontando fatti realmente accaduti, ho provato a diffondere quella sensazione di “Magia” tipica di quel periodo dell’anno.
Questa mia “esuberanza” nella scrittura è stata presto notata dai miei insegnanti, che mi hanno spinto, giovanissima a frequentare un corso di scrittura creativa. Ma ho potuto perfezionare questa mia attitudine lavorando nelle scuole d’infanzia del Comune di Roma, quando ho iniziato ad inventare favole per i bambini delle mie classi. Crescere a Roma mi ha indubbiamente fornito i mezzi per realizzare quanto desideravo, anche se spesso, molte delle mie storie sono ambientate altrove.
Hai lavorato come assistente sociosanitario per minori con disabilità e come insegnante in diversi ambiti. In che modo queste esperienze professionali hanno arricchito la tua scrittura e le tue storie?
Tutte le mie storie prendono spunto da personaggi realmente esistenti e, spesso i minori disabili hanno un modo diverso per esprimere le emozioni, ma soprattutto, il loro modo di comprendere è difforme dal nostro. Ognuno dei miei libri è dedicato ad una fascia di età, e anche i temi toccati, riflettono le esperienze vissute con i miei “ragazzi speciali”.
Nel corso della tua carriera, hai scritto e pubblicato vari libri per bambini. Quali sono le sfide e le gioie specifiche della scrittura per un pubblico giovane?
La sfida più grande è la scelta dell’argomento. I libri possono influenzare una giovane mente e l’ opzione che si propone è molto importante, non si può rischiare di dare un modello sbagliato. La lettura oltre ad essere uno svago, negli anni della formazione è fondamentale che abbia un approccio positivo. Proporre dei buoni modelli e dare possibili soluzioni ai problemi quotidiani, attraverso le azioni dei protagonisti, è la vera sfida. La mia soddisfazione è che il messaggio positivo arrivi ai più giovani, che attraverso l’immedesimarsi con i protagonisti riescano a comprendere come affrontare certe avversità; quando vedo un bambino affrontare le piccole sfide della loro giovane vita chiedersi “cosa avrebbe fatto re Alberto o Pesciinfaccia?” sono molto felice, perché la lettura li ha portati a riflettere e quindi a trovare delle soluzioni creative.
Il tuo libro “I favolosi racconti del tempo che fu” ha vinto un premio per meriti letterari. Che significato ha avuto per te questo riconoscimento e come ha influenzato il tuo percorso artistico?
Questo è stato il primo premio importante della mia carriera che mi ha spronato ad andare avanti, a continuare a scrivere.
Il racconto “La principessa e il vagabondo” è stato adattato in un cortometraggio. Come è avvenuto questo processo e quali sono state le tue sensazioni nel vedere il tuo lavoro trasformato in un altro medium?
Non so se riesco a descrivere l’emozione che ho provato, ma è stata sicuramente un’emozione forte, vedere che un’altra persona ha compreso il significato del mio racconto, ha messo in evidenza i tratti salienti, rendendolo fruibile anche ai più piccoli e senza l’aiuto di un adulto che legga, è stato emozionante. Ho usato spesso il cortometraggio nelle mie presentazioni all’asilo nido, dove ci sono bambini sotto i tre anni. Cattura l’attenzione dei piccoli che poi sono più disposti ad ascoltare.
Hai partecipato a numerosi eventi letterari e fiere, ottenendo riconoscimenti e premi. Come percepisci il ruolo di questi eventi nel promuovere la tua opera e interagire con i lettori?
Credo sia importante il contatto con il pubblico, si instaura un rapporto di fiducia. Non si può acquistare un libro per bambini se non si conosce almeno un po’ chi scrive per loro. Le fiere ti mettono in contatto con un pubblico più vasto e sono frequentate da appassionati di libri; i premi letterari mostrano senza ombra di dubbio che stai facendo bene, sono un riconoscimento della tua fatica, quindi un’ulteriore spinta ad andare avanti. Inoltri gli insegnanti e spero anche i genitori, favoriscono i libri con riconoscimenti.
Il tuo libro “La Biblioteca dei libri incantati” ha ricevuto un grande successo e diversi premi. Cosa rappresenta per te questa opera e come è nata l’idea dietro la creazione di questo “magico mondo”?
I libri sono da sempre la mia passione, quindi era inevitabile che prima o poi trovassi il modo di inserirli nel “Magico mondo”. Si perché la Biblioteca di cui parliamo si trova all’interno del bosco incantato ,protagonista di un altro libro. Da questa storia si capisce la mia passione per i libri e la lettura, tanto da renderli protagonisti di questo avvincente racconto. Uno dei miei racconti più completi, perché comprende, avventura, passione, immaginazione ed anche una storia d’amore.
Nel corso delle tue presentazioni e incontri, hai parlato di temi importanti come la violenza e il ruolo delle donne. Come integri questi temi nei tuoi lavori e quali messaggi speri di trasmettere attraverso di essi?
Credo che il ruolo della donna, nella nostra società sia spesso sottovalutato. Ho vissuto personalmente storie di violenza e ritengo che evidenziare le risorse che le donne hanno a disposizione sia fondamentale per alcune fasce più deboli. Nei miei racconti spesso le donne sono protagoniste, e non aspettano il principe azzurro per essere salvate. Credo fermamente che l’impegno in tutto ciò che si fa, porti dei risultati e, spero, attraverso le avventure dei miei personaggi che questo messaggio giunga.
Recentemente hai ricevuto il titolo “Favolista d’Abruzzo” e il Premio Flora 2024 per l’imprenditoria femminile. Cosa significano per te questi riconoscimenti e come influenzano la tua visione futura della tua carriera letteraria?
Il critico letterario, professor Massimo Pasqualone, mi ha insignito del titolo Favolista d’Abruzzo, durante la premiazione al Francavilla Urban Festival 2023.
L’Abruzzo è un paese di artisti. Il territorio si presta ai racconti favolistici. Io nei miei racconti descrivo ampiamente e minuziosamente il territorio abruzzese; i boschi, i laghi, le cascate, la costa. Ma non basta conoscere per raccontare. Ci vuole una dose di fantasia e bisogna saper scrivere, e il riconoscimento mi ha permesso di emergere tra tanti.
Al Premio Flora sono particolarmente legata perché l’ho ottenuto grazie alla mia Book Room “Racconti dal Passato”, un salottino letterario privato in cui organizzo gratuitamente incontri di lettura, che contiene la “Casa delle favole” una stanza completamente a misura di bambino, con librerie Montessori, divanetti e un piccolo cammino, dove i bambini si sentono a casa e leggono tra di loro, o ascoltano forme di lettura interpretata.
Ogni premio è un mattoncino che forma l’immagine di quello sto realizzando.
Quali sono i tuoi progetti futuri e le tue aspirazioni come scrittrice? Hai in programma nuovi libri o iniziative che desideri condividere con il tuo pubblico?
Dopo aver lavorato tutta l’estate mi sono presa un breve periodo di riposo, in mezzo al verde che mi ispira molto, infatti sto lavorando al nuovo libro della serie Magico mondo. Ad ottobre ho in programma le letture nelle scuole e un nuovo progetto, legato alla scrittura, con i bambini delle primarie. Nel periodo di Natale organizzerò un contest letterario all’interno di un “Natale da favola- I grandi raccontano” un ‘importante evento letterario che è arrivato ormai al terzo anno, in cui riunisco i favolisti d’Italia.
Grazie Manuela per questa intervista e complimenti per tutto!
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