Marco Gemma, cantautore romano dalla penna sincera e dal sound avvolgente, ha trasformato la sua passione per la musica in un mezzo per raccontare le complessità della vita. Con un percorso iniziato come frontman dei Civico 8 e proseguito da solista, Gemma ha saputo catturare l’attenzione di critica e pubblico grazie alla sua sensibilità artistica. Il suo nuovo singolo “Le linee delle mani” esplora il tema del destino e delle connessioni inevitabili, interrogandosi su quanto della nostra esistenza sia già scritto. In questa intervista, Gemma ci svela il dietro le quinte del suo viaggio musicale e le riflessioni che lo hanno portato a comporre questo brano affascinante.
a cura di Antonio Capua
Benvenuto su Che! Intervista GEMMA.
Il tuo nuovo singolo “Le linee delle mani” esplora il tema del destino. Cosa ti ha ispirato a trattare questo argomento così profondo?
Sono affascinato dalle “regole” del destino, ho provato a trasformare in parole un pensiero ancestrale.
Hai mai avuto la sensazione che alcune persone nella tua vita fossero “destinate” a incontrarti? Come ha influenzato la tua musica questa idea di connessioni inevitabili?
Ho dedicato tanto tempo al discorso “energia e pensiero costruttivo “, credo che si generi una connessione con gli altri in base alle richieste che pongo all’Universo… Per questo, poi, sono nati gli incontri “giusti al momento giusto”.
Come pensi che le esperienze personali e gli incontri casuali abbiano modellato la tua carriera musicale? C’è stato un momento in cui hai capito che tutto ciò che stava accadendo non era solo frutto del caso?
Il caso non esiste, lo dice anche Jung, ma come canta Brunori Sas, “macché c’è ne frega di Jung e di Freud..(per citare i miei ascolti)…Provo a vivere senza troppe spiegazioni, a volte tante cose non hanno una ragione, ma sono sicuro che le risposte le porta con sé la nostra guida.. il Tempo.
La tua carriera è iniziata con il gruppo Civico 8, e poi hai scelto la strada solista. Cosa ha rappresentato per te questo cambiamento e in che modo ha influenzato il tuo modo di scrivere e comporre?
I testi sono sempre stati il frutto del mio operato, I Civico 8 sono stati la radice di questo progetto che, fiorendo, ha dovuto creare dei fusti più solidi, delle solide scelte, più trasporto personale nelle strade da prendere e, la trasformazione in solista, per sperimentare nuove connessioni.
Nel tuo percorso hai ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui il primo premio al concorso europeo Yes We Sing. Qual è stato il momento più significativo della tua carriera fino a oggi?
I premi non sono il riconoscimento di cui ho bisogno, desidero ampliare le mie vedute musicali e viaggiare nella musica per accrescere la mia carriera, ciò che VERRÀ mi affascina di più di un premio, di cui sono chiaramente grato, ma sono solo un gradino da salire.
In “Le linee delle mani” parli del destino come qualcosa che potrebbe essere già scritto. Credi che nella vita ci sia spazio per il libero arbitrio o siamo davvero legati da fili invisibili?
Il Libero Arbitrio esiste, possiamo tagliare tutti i fili che volgiamo, quando ci sentiamo trasportati verso strade che non ci piacciono… Ma dipende sempre dal nostro coraggio di rompere gli schemi. I fili invisibili sono come i trattini di un’immagine da comporre… È normale che se seguo il conosciuto, genero qualcosa che già esiste, ma se oso cambiare ed interpretare a MODO mio.. nasce il NUOVO.
La tua musica si caratterizza per la sua capacità di raccontare la quotidianità con un tocco poetico. Quanto è importante per te mantenere un equilibrio tra realtà e poesia nei tuoi testi?
Lucio Dalla è uno dei miei più grandi maestri! La Realtà è la verità per le mie canzoni, ed io voglio trasmettere questo agli ascoltatori…Vivere la realtà della vita come la più profonda poesia.
Hai spesso calcato i palchi dei migliori locali romani. Qual è il ricordo più speciale che hai di un live e come il contatto con il pubblico influisce sulle tue performance?
Il live per me è scambio, connessione, intimità e insegnamento. Ogni singolo evento, anche con poche persone sulle sedie di fronte a me, mi ha lasciato qualcosa dentro
Nel brano parli delle connessioni umane in un mondo sempre più frammentato e iperconnesso. Secondo te, cosa manca oggi nelle relazioni tra le persone e come la musica può aiutare a ricostruire quei legami spontanei?
Trovare un modo per raccontare le capacità della musica “di ricostruire” le relazioni, è impegnativo…A me ha dato e da tanto, ma posso dire che il testo “COSTRUIRE” di Niccolò Fabi .. e giorno dopo giorno, è silenziosamente COSTRUIRE .. gli esseri umani hanno la capacità, se c’è volontà, di creare uno scenario profondo e nuovo di vere emozioni, rinunciando alla “perfezione”.
Quali sono i tuoi prossimi progetti musicali? C’è qualche direzione artistica che desideri esplorare, magari ispirata dalle riflessioni su destino e casualità che emergono nel tuo nuovo singolo?
Come già ho “cantato” in passato .. IN CONTINUA RICERCA di una nuova emozione, di una stretta di mano magari più vera .. di una nuova illusione.. di superare gli ostacoli anche senza rincorsa. Questo testo è parte del mio passato, ma è dentro di me, è una forma mentis, dove il mio FARO È L’ONESTÀ con me stesso e l’ascoltatore.
Grazie Gemma per il tempo che ci hai dedicato e complimenti per il tuo lavoro.
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