Marco Petruzzella è un poeta milanese che si muove tra attivismo e consulenza aziendale, ma la sua vocazione è scrivere versi che danno voce alle sue riflessioni profonde e ironiche. Con due raccolte poetiche all’attivo, “DiStanze” e “Incudini & Farfalle,” Marco è un autore che mescola dramma e leggerezza, esplorando il confine tra angosce e ironia.
In questa intervista ci racconta del suo percorso poetico, del suo impegno sociale e di come una poesia dedicata a suo figlio sia diventata un progetto musicale volto all’inclusione delle persone con disabilità nei luoghi della cultura.
a cura di Antonio Capua
Benvenuto Marco, la tua vita si divide tra consulenza aziendale e scrittura di versi. Come riesci a conciliare due mondi così diversi tra loro?
Grazie dell’ospitalità. Diciamo che posso considerare il lavoro che svolgo per vivere e il mio interesse e la mia passione per la letteratura le due anime della mia vita. Così apparentemente lontane a volte con un pizzico di fantasia possono anche toccarsi.
La tua prima raccolta “DiStanze” ha segnato il tuo debutto nel panorama poetico. Cosa rappresenta per te questo libro e quale messaggio speri di trasmettere ai lettori?
Beh , essendo la mia opera prima sono particolarmente legato a questa raccolta.
DIStanze contiene testi recenti e alcuni testimonianza della mia voce poetica di molti anni fa. Questa raccolta è inoltre impreziosita da una bella prefazione dell’attore e conduttore RAI YOYO Oreste Castagna.
Il titolo della tua seconda silloge, “Incudini & Farfalle”, suggerisce un dualismo interessante tra pesantezza e leggerezza. Qual è il significato dietro questo contrasto e cosa rappresentano queste due immagini per te?
Incudini & Farfalle è la mia seconda avventura editoriale. Le poesie all’interno sono molto più recenti, ho dato priorità alla musica in senso stretto e alla musicalità. Tratto molti temi che mi stanno a cuore e tocco diverse arti : la fotografia, il punk , la filastrocca, gli Haiku. Il tutto in chiave ironica per la fruibilità anche dei giovanissimi.
La tua poesia “Altrove” ha vinto un prestigioso premio internazionale. Cosa rappresenta per te questo riconoscimento e come ha influenzato il tuo percorso creativo?
No, premi e riconoscimenti quando giungono fanno molto piacere ma non cambiano il percorso creativo. In questo caso specifico il primo premio mi ha fatto particolarmente piacere in quanto il testo è dedicato ad un ragazzo autistico e avevo promesso ai genitori che avrei vinto. È andata bene.
La poesia che hai dedicato a tuo figlio è diventata un brano punk, un inno all’inclusione della disabilità nei luoghi della musica e delle arti. Cosa ti ha spinto a trasformare questi versi in un progetto musicale così potente?
Sostanzialmente direi il mio amore per il Punk Rock e la voglia di esplorare linguaggi diversi. Il punk è la musica migliore per denunciare le ingiustizie e celebrare le battaglie.
Da attivista per i diritti umani a poeta, come ha influito il tuo impegno sociale nella tua scrittura?
In realtà mi occupo poco di sociale quando scrivo anche se scrivendo Incudini & farfalle mi sono posto il dubbio che uno sguardo politico e sociologico fosse necessario. La mia esperienza da attivista piuttosto mi ha dato modo di esplorare e scoprire popoli e usanze molto diverse tra loro e questa ricchezza umana probabilmente ha ampliato i miei orizzonti anche dal punto di vista della scrittura.
C’è un filo conduttore tra il tuo attivismo e la tua poesia?
Direi, code dicevo , che se c’è e’ sicuramente l’essere umano.
In “Incudini & Farfalle” sembri affrontare le paure e le angosce con un tono quasi ironico.
Pensi che l’ironia sia uno strumento per esorcizzare i demoni interiori?
Assolutamente si. L’ironia è quella energia che ci permette di affrontare anche le peggiori tragedie.
Sei nato a Milano ma hai radici meridionali.
In che modo queste due identità, nord e sud, influenzano la tua scrittura e la tua visione del mondo?
Non ci ho mai pensato ma credo che comunque avere nelle corde, come nel mio caso, l’amore per Milano e l’origine del Sud possa arricchire suggestioni e punti di vista anche e soprattutto dal punto di vista del linguaggio.
Tra i tuoi progetti futuri, c’è la realizzazione di un racconto illustrato per bambini. Cosa ti ha ispirato a cimentarti in un genere così diverso e come pensi che la poesia possa dialogare con il teatro?
Mi sono già cimentato nella realizzazione di un racconto illustrato per ragazzi. Questo a cui fai riferimento sarebbe il secondo. Mi piace molto la letteratura per l’infanzia e due degli autori che sento come punti di riferimento sono Rodari e Calvino. Molte forme artistiche scopro sempre più che si richiamano. La fotografia assomiglia alla mia poesia e la poesia lambisce il cinema per cui non escludo nemmeno la settima arte dai miei potenziali interessi culturali.
Quali sono i tuoi sogni e progetti per continuare a portare la poesia fuori dai libri, nei luoghi pubblici e, magari, in nuove forme espressive?
Amerei, e già in parte accade, che la poesia venisse proposta ai bambini molto piccoli. Non parlo delle classiche mandate a memoria ma della poesia contemporanea nella forma del laboratorio.
Viva la Poesia direi!
Grazie
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