Nel suo nuovo romanzo, “Meglio di niente. Un’avventura del commissario Bordelli”, Marco Vichi ci porta al fianco di un protagonista storico della narrativa noir italiana, il commissario Franco Bordelli, che, seppur in pensione, non riesce a staccarsi dal mondo delle indagini. Bordelli, che i lettori seguono ormai da anni, non è mai stato solo un poliziotto: è uno dei rari personaggi che riflettono tanto sulla natura umana quanto sulla giustizia, creando un legame empatico e profondo con i lettori.
Una nuova avventura ricca di riflessioni esistenziali e sfumature noir, per un protagonista che non smette mai di essere poliziotto.
Il romanzo si apre con Bordelli in pensione, costretto ad affrontare il vuoto lasciato dall’assenza della sua carriera e della sua più grande passione: investigare. La quotidianità, senza appuntamenti e senza casi da risolvere, lo lascia insoddisfatto, quasi inquieto. Il suo mondo si restringe, i giorni si svuotano. Tuttavia, la voglia di continuare ad avere un impatto, di dare un senso alla propria esistenza, lo trattiene saldamente al confine del suo vecchio mestiere, tanto che non perde occasione per farsi coinvolgere in indagini non ufficiali grazie all’aiuto del giovane vice commissario Piras, suo ex braccio destro.
Marco Vichi esplora con profondità e delicatezza il tema della vocazione: Bordelli non è solo un ex poliziotto, ma un uomo in cerca di uno scopo, incapace di abbandonare completamente la sua missione. A suo modo, si domanda se un poliziotto possa mai davvero “appendere il distintivo al chiodo” e condivide una riflessione sul significato più autentico dell’essere un investigatore: come un artista o un musicista, anche un poliziotto non smette mai di essere tale. Anche in pensione, Bordelli vive come in attesa, aggrappato alla speranza che il telefono squilli, che ci sia una richiesta d’aiuto, qualcosa che gli restituisca un po’ di quella vita fatta di riflessioni sull’animo umano, tra il giusto e l’ingiusto.
Il caso centrale, che arriva puntualmente ad alleviare la sua nostalgia per le indagini, rappresenta l’essenza del noir di Vichi: le pieghe buie dell’umanità, il senso di giustizia che Bordelli incarna e che lo spinge a tornare in azione. Anche qui troviamo l’inconfondibile stile dell’autore, un linguaggio intimo e uno sguardo attento alla psicologia dei personaggi, che rende le storie di Bordelli qualcosa di più di semplici gialli.
L’autore ci regala un romanzo che è anche una riflessione sulla dignità del mestiere di poliziotto e sull’umanità insita nel cercare di risolvere i mali del mondo, per quanto parziale e complesso questo possa essere.
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