Mariella Balla: l’arte come terapia dell’anima tra poesia, pittura e vita

Mariella Balla, nata a Moncalieri nel 1957, è una personalità artistica poliedrica che ha fatto dell’arte una via di espressione e guarigione. Con una formazione che spazia dalla dietistica all’educazione, ha dedicato anni al lavoro coi malati psichiatrici durante l’applicazione della Legge Basaglia, dimostrando il potere curativo dell’arte. La sua formazione si estende alla poesia, teatro, canto e pittura, intrecciando esperienze personali e artistiche. Mariella ha pubblicato due sillogi poetiche, “Navigare a vista” e “La forma dell’amore”, e afferma che l’arte, come gli animali che la circondano, ha un potere terapeutico. In questa intervista, esploreremo le profondità della sua creatività, il suo percorso personale e artistico, e l’importanza che l’arte riveste nella sua vita.

a cura di Noemi Aloisi


Benvenuta Mariella, nel corso della tua carriera ti sei dedicata a diversi progetti. Hai studiato dietistica, ormai sappiamo che l’alimentazione è fondamentale per prevenire diverse patologie. Personalmente che tipo di alimentazione segui?
Seguo un’alimentazione prevalentemente mediterranea…sono quasi vegetariana per motivi etici e ambientali. Inoltre, sono consapevole che la carne rossa ha un’azione infiammatoria quindi rinuncio ad essa e agli insaccati per la stessa ragione. Inizio il pasto con un piatto di verdura per avere un senso di sazietà onde non esagerare con l’assunzione inutile di calorie…

Come educatrice hai avuto delle esperienze?
Come educatrice ho iniziato il lavoro nell’ospedale psichiatrico di Collegno (Torino). Nei reparti all’epoca (1984) ancora chiusi ho visto donne molto sofferenti, provate dalla istituzionalizzazione provocata dalla lunga permanenza in quel tipo di prigione, accusate soltanto di non essere considerate normali ovvero conformi alla nostra società.

Per diversi anni hai lavorato con dei malati psichiatrici, di cosa ti occupavi in questo contesto?
Ho seguito la loro dimissione dall’ospedale e il loro inserimento nel territorio in comunità e in alloggi singoli. Nei bar cosiddetti eleganti di Torino non ci facevano uscire, in quanto le persone da me accompagnate non avevano un vestiario né modi che potessero confermare una loro estrazione sociale “borghese”. Ho provato un forte senso di ingiustizia per tutto ciò come se avvenisse a me stessa.

Ti sei occupata di arteterapia e poesia collettiva al centro diurno, quale è stata la risposta dei partecipanti? Si sono trovati a loro agio?
Nel laboratorio di arte terapia e di poesia collettiva l’interesse dei partecipanti era ottimale. Persone che per tanti anni erano rimaste inascoltate finalmente avevano un loro spazio riservato. Questo mi ha dato una grande soddisfazione.

L’arte è una tua passione in vari ambiti, uno di questi è il teatro. A che genere di spettacoli hai partecipato e come ti fa sentire recitare?
Ho frequentato un’accademia teatrale che mi ha permesso di imparare la recitazione. Inoltre, ho partecipato a corsi di clownerie e di mimo al Teatro Nuovo di Torino, approdando poi a studiare canto jazz al Centro Jazz di via Pomba di Torino.  Ero una ragazza timida e insicura. L’aver frequentato queste scuole mi ha cambiata in positivo. Ho trovato in me stessa risorse che non sapevo di possedere.  Ho poi fatto lavori di teatro con la compagnia teatrale dei “Senza fissa dimora” con spettacoli al Teatro Agnelli di Torino con Nino Mallia bravo mimo e dopo con performance allo Stalker Teatro fondato da Gabriele Boccaccini con la regia di Dario Tozzoli.

Hai studiato disegno e pittura, quali soggetti preferisci raffigurare?
Ho studiato disegno e pittura col maestro Livio Pezzato.

Personalmente preferisco uscire dai dettami classici e sperimentare, secondo la mia natura curiosa e creativa, nuove esperienze artistiche. Mi piace fare disegni di volti con carboncino e poi intervenire col digitale sopra al disegno stesso e a volte addirittura stravolgendo completamente la struttura del disegno o provocando asimmetrie e punti di rottura dell’ordine naturale. Sono un’anima inquieta e penso che abbia un senso per me esprimermi in questo modo sia nell’opera visiva sia nella scrittura.

“Navigare a vista” è stata la tua prima silloge, che temi affronti in questo libro?
La silloge “Navigare a vista”, come dice il titolo, contiene quasi tutte le poesie scritte in gioventù in 62 anni di vita. Le tematiche sono varie ma soprattutto il dialogo è tra la me stessa esteriore e la me stessa interiore. Ho sviluppato anche la tematica del mio lavoro coi pazienti, i miei rapporti di amore e di affetto, il non sapere mai cosa può succedere domani e quindi navigare a vista ovvero vivere alla giornata…

Con Controluna edizioni hai pubblicato “La forma dell’amore”, da cosa ti lasci ispirare quando scrivi, usi l’immaginazione o ti lasci guidare dalle tue emozioni?
Le poesie mi arrivano come un’urgenza, tanto da dover fermare l’auto se sto guidando o dovermi alzare se sto dormendo. Tante poesie sono arrivate con la malattia e la morte di mio padre, al quale ero molto legata. Sempre comunque lascio che il flusso interiore si esprima senza che la mia parte razionale interrompa il flusso. Questa scrittura mi fa stare bene, ha su di me una valenza terapeutica, come se io quando scrivo fossi in un mondo onirico.

Adori gli animali, hai animali domestici?
Rispondo dicendo che per me l’animale sofferente o abbandonato è la mia parte fragile. Mi sento perciò obbligata dalla mia coscienza ad occuparmene; è come se mi occupassi della mia parte bambina e cagionevole. Nella mia vita davanti a un animale sofferente non ho mai girato la testa.
Sono arrivata ad avere nel mio appartamento 6 gatti malati.

Mi sono costati tanto in termini di energia economica e di tempo, ma in loro ho investito parecchio. Mi hanno dato tanto affetto e gratitudine, erano i miei figli a 4 zampe. Poco per volta guarivo da una malinconia che pensavo come cronica. Ho avuto anche due cane, uno preso in canile della mia città, l’altro viveva al sud in strada. Era stata una fattrice, finché era servita come oggetto per fare soldi. Ho scritto di questo in una poesia. All’oggi mi sono rimasti due gatti che erano stati abbandonati malati vicino ai rifiuti. Il fratellino dorme abbracciato a me e la sorellina dietro la mia testa. Mi parlano insieme e ci capiamo.

Ci sono dei progetti a cui ti stai dedicando di cui vorresti parlare?
Mi sto dedicando, dopo la morte dei miei genitori e con l’età pensionabile, a me stessa e alla mia salute. Ho una patologia reumatica difficile da gestire. Continuo comunque con la scrittura e il disegno, conscia che il tempo passa svelto ed è ora che io rallenti un pochino.

Grazie di tutto Mariella, continua seguirci
Grazie a voi

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