Dietro ogni nota, un richiamo. Dietro ogni silenzio, un’identità che sceglie la musica come voce. Acudo, artista pontino classe ’86, ha un passato fatto di influenze variegate, passioni ritrovate e un presente che rifiuta la sovraesposizione dell’immagine per lasciare spazio alla sostanza del suono. Dal rock all’alternative pop, la sua è una musica che parla alle persone, sfiorando l’universale. In questa intervista, gli rivolgiamo dieci domande per scoprire cosa si cela dietro un nome d’arte, un suono, una scelta di vita.
a cura della redazione
Acudo, benvenuto su Che! Intervista. Iniziamo dal principio: qual è stato il momento in cui hai capito che la musica sarebbe stata il tuo linguaggio più autentico?
Ben trovati a voi,innanzitutto sono contento di poter fare 2 chiacchiere con voi e parlare del mio progetto!!Per quanto riguarda questa prima domanda in verità faccio fatica a trovare un momento preciso…Da che ricordi io ho sempre vissuto di note e musica e di conseguenza ho sempre visto la musica come una delle forme d’arte più autentiche e libere che esistano, praticamente per me non c’è un momento della mia vita che non si colleghi ad un brano,una melodia, un testo, come dico sempre “la musica nella vita è espressione della vita stessa” quindi per me è stata più una cosa naturale attribuire alla musica il mio modo di comunicare, il mio linguaggio.
Il tuo nome d’arte ha una storia profonda e affascinante. Puoi raccontarci cosa ti ha colpito della figura di Josè Acudo e in che modo questa ispirazione influenza la tua musica?
La storia di Josè Agudo è un qualcosa che cerco di non dimenticare mai, mi ricorda la strada dapercorrere, non necessariamente ed esclusivamente nel campo musicale, ma nella vita in sé….Josè era a capo di un clan di zingari che si trovava alle porte di Madrid, in una baraccopoli, precisamente a Palomeras, passò tutta la sua vita pensando che la vita stessa gli venisse dal potere,dal denaro dal prevaricare sugli altri,mandava suo figlio per strada a mendicare ,aveva un rapporto molto violento nei confronti della moglie.Tutto questo cambiò quando un uomo di nome Kiko Arguello,armato solo di chitarra e Bibbia andò ad abitare nella sua stessa baraccopoli,quest’uomo non andò li con l’intenzione di dire a Josè “tu vivi in modo sbagliato e devi cambiare” ma lo scoprire la Bibbia e di conseguenza Dio fece si che Agudo scoprì quello che era importante nella vita :il sentirsi amati così come si è…scoprì che Dio l’amava senza pretendere un cambiamento in lui, e questo lo portò ad una conversione del cuore.Questa storia mi aiuta a ricordarmi sempre che ci deve essere AMORE, che quello che lasciamo agli altri di noi stessi non sono i soldi o il potere ma l’amore che abbiamo dato, mi ricorda sempre di tenere presente le cose importanti nella vita.
Sei cresciuto con miti come Queen, Elton John e Phil Collins. Quanto hanno inciso queste icone nella tua scrittura musicale? E cosa è rimasto di loro nei tuoi brani attuali?
Hanno dato una grande spinta alla mia voglia di fare musica, una delle cose che mi hanno sempre impressionato tanto e che mi hanno spinto verso la musica è sempre stata la forza, la grinta e lo stile comunicativo di Freddie Mercury,oltre alla sua voce unica ovviamente;devo dire che essendo cresciuto ,come dicevi tu, con le canzoni di questi grandi artisti possiamo dire che quasi per “osmosi” abbia assorbito un po’ del loro stile, lungi da me assolutamente paragonare quello che faccio io alla loro musica che per me è inarrivabile, però devo dire che il mio modo di comporre, lo stile melodico e qualche linea vocale richiama un po’il loro mood, per me sarebbe un onore poter accostare i miei brani al loro lavoro ma per ora mi tengo ben lontano da paragoni!!:-)
Dopo un periodo lontano dalla musica, sei tornato con nuova forza e consapevolezza. Cosa ha acceso di nuovo quella scintilla?
Ma io credo che quella scintilla non si sia mai spenta del tutto….Ho avuto un periodo nella mia vita in cui ho dato spazio ad altro, venivo da un esperienza di 4 anni con un gruppo che poi si sciolse perché ognuno prese strade diverse ma ho sempre continuato a comporre melodie ed a scrivere testi; io dico sempre che la musica ,la voglia di farla, non è un qualcosa che puoi sopprimere o far finta che non ci sia e così alla fine è “esplosa” nuovamente ed eccomi qui.
I tuoi brani affrontano tematiche universali. C’è un messaggio ricorrente che desideri trasmettere a chi ti ascolta?
Tutto ciò viene fuori dai miei brani è frutto delle mie esperienze personali, nelle mie canzoni cerco sempre di “parlare” di cose che ho provato sulla mia pelle o comunque sperimentato molto da vicino, il messaggio comune che hanno i brani che fino ad oggi ho proposto e che comunque proporrò è sicuramente un invito a trovare la forza per rialzarsi,alla rinascita, indipendentemente da quello che è successo,da quale esperienza si sta vivendo e per quanto negativa possa essere (o positiva) l’invito che facci è sempre quello di cercare la vita,una ragione, una spinta, una forza che possa darci sempre quell’energia vitale essenziale per dare senso alle nostre vite.Cerco sempre di comunicare nei miei brani che “nessuno è solo e senza lieto fine,senza speranza”, ed è una cosa da tenere sempre in mente,un po’ come per il discorso del nome Acudo….tenere sempre lo sguardo teso verso l’alto,nella mia vita questo ho sperimentato: ho riconosciuto l’intervento di Dio in ogni momento della mia vita,che sia stato positivo o negativo, ed in quelli negativi ho visto come mi ha raccolto e dato forza.
Dal rock all’alternative pop, passando per contaminazioni contemporanee: come descriveresti oggi il tuo stile musicale?
Io spero di raggiungere uno status di “riconoscibile” grazie ad uno stile unico….Nel senso che vorrei poter dare ai miei brani un marchio identificabile unicamente con me, non ho una chiara definizione del mio genere , cerco sempre di dare alla mia musica qualcosa che possa essere “singolare”: mi vengono in mente gruppi, artisti che hanno dato il via a stili unici e che esistono grazie a loro, vedi i Linkin Park,i Subsonica….Ecco, il mio sogno più grande è quello di poter essere il principio di un genere,di un qualcosa che prima non c’era….grande sogno!!!:-)
Ti esibisci senza mostrare il tuo volto, in controtendenza rispetto a molti artisti di oggi. Quanto conta per te separare l’immagine dalla musica?
Io spesso definisco quello che faccio come un foglio bianco dove ognuno ci scrive quello che vuole, questo lascia molta libertà a me e a chi mi ascolta.La mia decisione deriva dalla volontà di non dare pre-concetti o pregiudizi di sorta al pubblico o comunque di poter ascoltare la mia musica e di poterla recepire così com’è.Oltre a darmi la mia libertà nella vita di tutti i giorni, anche se questo a livello promozionale può essere un arma a doppio taglio a volte.In linea di massima questa mia scelta è nata dal voler dare a chi mi ascolta l’opportunità di “leggere” il brano a seconda delle proprie necessità,per questo ogni volta che mi esibisco dal vivo per me è importante proiettare alle mie spalle i testi delle mie canzoni, le persone così hanno l’opportunità di “assorbire” le parole e farle proprie.
La tua carriera è passata anche per festival locali e collaborazioni in band. Che ricordi hai di quegli anni e quanto hanno influito sulla tua visione attuale dell’arte?
Devo dire che un po’ questo mi manca, ma più che altro era bello lo stare insieme come gruppo, questa è una cosa che a dire la verità rifarei molto volentieri, rispetto ad allora però credo che quello che sono oggi è un qualcosa di diverso, quando ho deciso di ricominciare a fare musica ho trovato un mondo completamente diverso da quello che lasciai 10/15 anni prima. L’esperienza fatta anni prima mi è stata utile,mi ha anche aiutato per certi versi,sicuramente mi ha insegnato tanto ma Acudo è un progetto diverso che ha richiesto un approccio diverso.
Hai citato anche influenze recenti come i Twenty One Pilots e i Pinguini Tattici Nucleari. Cosa ti affascina di questi artisti e cosa hai fatto tuo dal loro approccio?
Sono due gruppi che ammiro tanto e da cui cerco di prendere spunto…I primi sono dei pionieri nel loro genere,hanno uno stile unico che fonde tante correnti diverse insieme,il loro modo di fare musica mi piace tantissimo sotto tutti i punti di vista:dalle melodie,ai testi fino alle linee melodiche della voce, geniali per me! I Pinguini sono una forza!!Quello che ammiro di loro è il loro stile di scrittura..per me Riccardo Zanotti è un genio, adoro il loro testi,trovo fantastico il loro modo di affrontare diverse tipologie di argomenti con una varietà ed una fantasia quasi uniche.Bravissimi anche loro e preparatissimi a livello musicale poi!!In sintesi quello che mi piacerebbe unire di questi due gruppi è lo stile melodico e compositivo dei primi alla capacità di scrittura dei secondi!! (In pratica mi accontenterei di poco!!!)
Cosa possiamo aspettarci da Acudo nei prossimi mesi? Ci sono nuovi progetti, brani o live in arrivo che vuoi anticipare?
Io sono uno che non pianifica tantissimo, mi piace “sbucare fuori all’improvviso”, quindi in verità di programmato non ho molto, l’unica cosa che mi sento di poter dire è che ci sarà MUSICA sempre MUSICA e spero possa essere tanta e sempre più bella!!! E se volete potrete scoprirla con me!!!
Grazie Acudo e complimenti per la tua carriera artistica!
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