Da Napoli ha iniziato il suo percorso nel mondo della danza a soli sei anni, per poi esplorare il teatro musicale e il canto, laureandosi alla prestigiosa Bernstein School of Musical Theatre di Bologna. Oltre alla sua formazione artistica, Miriam ha anche conseguito una laurea in lingue, ampliando così i suoi orizzonti professionali. Oggi è insegnante di danza e trainer di gyrotonic, un metodo che unisce movimento, respirazione e benessere fisico.
Intervista a cura di Noemi Aloisi
Introduzione a cura di Salvatore Cucinotta
Benvenuta Miriam, la tua è una vita piena di interessi e passioni, iniziamo parlando della danza che hai iniziato a soli 6 anni. Cosa ti piace di questa disciplina, e quale genere di danza hai studiato?
Grazie di cuore per l’invito, è un piacere poter parlare dei miei interessi e della mia vita qui.
Ho iniziato a studiare danza all’età di 6 anni, ho cambiato compagne di viaggio ma con ognuna ho instaurato dei rapporti speciali che ancora oggi durano e credo che questo sia un valore aggiunto perché avere un bel gruppo con cui condividere una passione, lo studio e l’amore per questa disciplina è importante soprattutto quando ci sono momenti di difficoltà.
La danza è stata una colonna portante nella mia vita perché mi ha aiutato a crescere, a lavorare sul mio corpo e con il mio corpo, mi ha aiutato a creare una routine e uno stile di vita da gestire tra lo studio e i diversi impegni che ogni giorno erano in programma.
Quello che secondo me è il fatto più importante che la danza mi ha portato ad avere è la disciplina; diventa parte integrante della vita e ad oggi grazie allo studio della danza riesco a gestire tutti gli impegni e interessi con determinazione e professionalità. Credo che aldilà del fatto se la danza diventi una professione, il percorso di studio è fondamentale per riconoscere il sacrificio, la determinazione e la forza di andare avanti per un qualcosa che ti fa stare bene.
Proprio per questi motivi che ho voluto da sempre studiare diversi stili: ho studiato la danza classica, il contemporaneo e il modern. Ogni stile a suo modo mi ha dato consapevolezza del mio corpo e mi ha messo di fronte a volte anche a difficoltà, rendendomi però capace, con disciplina e tanto studio, di ottenere e raggiungere dei risultati.
La passione per il teatro e la danza ti ha portato a studiare anche canto e diventare una performer di musical. Come sei arrivata a questa decisione?
La scelta di divenire performer di musical è venuta un po da sé, nel senso che ho avuto un incontro con una performer di musical che lavora in Germania e che ha frequentato la Bernstein. Lei mi ha aperto gli occhi su questo mondo, spronandomi a provarci.
Effettivamente il musical è da sempre stato presente nella mia vita, a 10 anni ho interpretato Maria in “Tutti insieme appassionatamente” durante una recita scolastica! Non ci ho pensato molto su ed ho agito di istinto. Da sempre ho avuto una formazione completa e sono cresciuta in un ambiente familiare che predilige molto la musica, il canto e l’arte per cui quando mi è stata fatta la proposta di ampliare ancora di più i miei studi e la mia formazione artistica ho avuto il pieno sostegno, non ho esitato così a fare il provino di ammissione alla Bernstein. Frequentavo l’università a Napoli in contemporanea ma fortunatamente sono riuscita a completare comunque il percorso durante il primo anno di accademia, con tanto sacrificio e forza di volontà, perché sapevo che era un’opportunità da non perdere.
Sei di Napoli ma ti sei laureata alla Bernstein School of Musical Theatre di Bologna, come è stata questa esperienza formativa?
L’esperienza a Bologna è stata molto importante. Vivere lontano da casa è un’esperienza che ti mette a dura prova ma che inevitabilmente ti aiuta a crescere e ad entrare un po nel mondo degli adulti.
Bologna è stata una coccola, è una città che ti accoglie e ti permette di vivere in tranquillità, è una città a prova di ragazzo dove ogni giorno puoi incontrare qualcuno e conoscere nuove esperienze, ambienti ed eventi. Purtroppo l’ho vissuta negli anni del covid per cui forse qualche cosa l’ho persa e forse tante cose non le ho potute vivere e questo mi dispiace, ma comunque tra i colli e il porticato di San luca potevi godere di spettacoli e scenari stupendi anche solo facendo una passeggiata. Vivere da soli credo sia anche un modo per conoscere se stessi, è un modo per capire cosa ti piace e cosa no, è un modo per curarti e concentrarti su di te perché sai che non può farlo nessun altro.
Quindi bella Bologna e se avesse avuto il mare sarebbe stata perfetta!
Hai anche una laurea in lingue e hai studiato principalmente l’inglese e il tedesco. Attualmente hai degli obiettivi o dei progetti in cui c’entrano le lingue?
La scelta dello studio delle lingue era legato alla mia passione su cui ho intenzione ancora di investire.
La Germania e l’Inghilterra sono sicuramente tra le mete che più offrono opportunità e possibilità in ambito lavorativo quindi sicuramente uno dei progetti è quello di vivere un’esperienza di vita in uno di questi posti. In ogni caso ad oggi è importante comunque avere la conoscenza di una o più lingue straniere.
Attualmente lavori come insegnante di danza, cosa cerchi di trasmettere ai tuoi allievi?
Da insegnante mi piacerebbe trasmettere agli allievi che si può raggiungere ciò che si vuole con lo studio, la voglia di fare e la curiosità di sperimentare ogni giorno di più per poter accrescere il proprio bagaglio e per poter decidere un domani qual’è la strada giusta da percorrere
Lo studio e la conoscenza della tecnica per conoscere il proprio corpo e poter superare quelli che secondo noi sono i nostri limiti, abbandonare il giudizio per concentrarsi su di se o confrontarsi con gli altri solo per poter crescere e aiutarsi a vicenda, la possibilità di esprimersi al meglio per distaccarsi dagli schemi quotidiani, sono per me punti fondamentali da trasmettere.
L’insegnante è un punto di riferimento per gli allievi ed è giusto quindi che vengano dati tutti gli strumenti necessari per poter formare non solo ballerini, ma persone in grado di poter scegliere chi si vuole essere.
Come trainer di gyrotonic, lavori in un centro di nutrizione con tua sorella, come è nata questa nuova avventura?
Il centro di Gyrotonic e nutrizione è nata da un’idea di mia sorella e mia madre all’inizio del 2020.
Io ero a Bologna ma mia sorella aveva intrapreso questa attività svolgendo sia la professione da nutrizionista sia da trainer anche lei di gyrotonic. Tra la pandemia e le varie vicissitudini. Della vita, mia sorella si è ritrovata da sola a dover gestire il tutto e alla riapertura post pandemia era necessario ampliare il personale perché la richiesta era elevata per cui io mi sono specializzata anche come trainer di gyrotonic e al mio rientro da bologna, abbiamo cominciato la collaborazione: io mi occupo principalmente dell’attività del gyrotonic e mia sorella della nutrizione.
Con il gyrotonic, fai delle lezioni individuali, di gruppo o entrambe?
Con il gyrotonic lavoro in maniera individuale: è importante che il cliente si senta guidato e si affidi al proprio trainer. Il rapporto che si crea tra i due è veramente importante per mandare avanti il lavoro e raggiungere dei risultati. Spesso la lezione di gyrotonic diventa uno spazio sicuro in cui il cliente si dedica un momento per se, per dare importanza non solo al proprio corpo ma anche alla propria mente. La mia soddisfazione più grande è quando il cliente alla fine della lezione va via dicendomi “mi sento molto meglio, grazie”.
Sperimento anche lezioni di gruppo essendo anche trainer di Gyrokinesis, ma anche in questo caso cerco sempre di lavorare e mirare al singolo per poter offrire al meglio i benefici di questa disciplina.
In cosa differisce il gyrotonic dal pilates e perchè lo hai preferito?
Premetto che non ho mai fatto pilates per cui non so esattamente in cosa si differisce tecnicamente; nel gyrotonic sono presenti molti principi del pilates per cui si può pensare che siano molto simili ma il gyrotonic ha in se, come dice anche il suo nome, una cosa per me molto importante: il lavoro a 360°, ovvero impostato con movimenti circolari che creano spazio e danno aria ad articolazioni, permettendo, l’allungamento e il rinforzo muscolare, dando subito la sensazione di apertura e decompressione della colonna vertebrale e di tutte le articolazioni, riassestando il corpo e assumendo la giusta postura anche nella vita di tutti i giorni.
Ho scoperto il gyrotonic più di 10 anni fa e anche in questo caso non l’ho più mollato: associato alle tante ore di danza era per me un modo per rinforzare il mio corpo, prendermene cura e alleviare i dolori muscolari e articolari che spesso accusavo.
È stato anche un modo per conoscere di più, in una forma di versa il mio corpo, per capire fino a che punto potevo spingerlo. Ho creduto molto nell’efficacia di questa disciplina, nella discrezione, professionalità e amore che mi trasmettevano i miei trainer durante le sedute ed è per questo che non l’ho più lasciato e ogni giorno lavoro affinché chi si affida a me possa ritrovare tutto ciò che ho ritrovato io in questo mondo.
Continui ad avere tempo da dedicare al teatro e alle arti performative, attualmente stai lavorando ad un nuovo spettacolo?
Una parte di me è sempre legata al teatro e allo studio delle arti performative, nonostante gli impegni, ho concluso da poco dei progetti su Napoli e Roma e al momento sono ferma anche se si continua sempre a lavorare in qualche modo. Speriamoche questo 2025 porti con se cose belle!
Hai mai praticato yoga o meditazione?
Si ho praticato yoga e meditazione. Ho fatto nella mia vita lezioni di yoga anche se non è tra le mie discipline preferite a dire il vero, ma mi piace molto il fatto comunque di potersi dedicare del tempo di qualità e sperimentazione.
Grazie Miriam per il tuo tempo e continua a seguirci su Che! Intervista.
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