Monica Pasero: alla scoperta de “La mia Venezia”

Monica Pasero è una scrittrice già nota per una carriera che spazia dalla narrativa per bambini alla poesia, dal fantasy alla saggistica.  Il suo romanzo “La mia Venezia”, pubblicato nel 2017, ritorna in veste nuova: illustrato a colori. La mia Venezia ci conduce tra le calli e i segreti della Serenissima attraverso gli occhi di Veronica, una giornalista alle prese con un antico quaderno di poesie del 1500. Tra misteri e leggende, passato e presente si intrecciano in una storia affascinante. In questa intervista, approfondiamo con l’autrice la genesi di questo romanzo e le suggestioni che lo hanno ispirato.

a cura di Salvatore Cucinotta


Bentornata su Che! Intervista, Monica! Parliamo di questa tua nuova edizione de “La mia Venezia”. Ci racconti com’è nata l’idea di questo romanzo e cosa ti ha affascinato di più nella sua scrittura?
Grazie a voi dell’ospitalità.  Il mio romanzo, La mia Venezia, è in parte ispirato a Veronica Franco (Venezia, 25 marzo 1546 – Venezia, 22 luglio 1591) che fu una delle più note cortigiane del periodo, e anche la prima donna a pubblicare una raccolta poetica. Nella cultura femminista, Veronica Franco è stata eletta a simbolo della libertà femminile e vessillo di lotte di genere. «Se siamo armate e addestrate siamo in grado di convincere gli uomini che anche noi abbiamo mani, piedi e un cuore come il loro; e anche se siamo delicate e tenere, ci sono uomini delicati che possono essere anche forti e uomini volgari e violenti che sono dei codardi. Le donne non hanno ancora capito che dovrebbero comportarsi così, in questo modo riuscirebbero a combattere fino alla morte; e per dimostrare che ciò è vero, sarò la prima ad agire, ergendomi a modello.» Veronica Franco.
Ho voluto dare forza al ruolo della cortigiana,Venice, protagonista de La mia Venezia; che non fosse vista solo come uno strumento per il piacere maschile, bensì come una donna tenace, intelligente, che ha saputo amare, nonostante il suo ruolo nella società, e ha vissuto con coraggio la sua esistenza. 

Il libro intreccia elementi storici, misteriosi e romantici. Quanto è stato complesso bilanciare questi aspetti e quali ricerche hai dovuto affrontare per ricostruire l’atmosfera di una Venezia senza tempo?
Ricerche tantissime! Dalla situazione geopolitica di quel particolare periodo storico. Molte sono state le ricerche sulle tradizioni veneziane, usi e costumi di quei tempi, in particolar modo sulla festa della Sensa, a cui dedico un capitolo nel libro; e poi tutta la parte legata a Venezia alle sue caratteristiche: le sue calli, i sotoporteghi, i campielli, ecc.  Città in cui, in questa vita, non ero mai stata… l’ho visitata solo dopo la fine del romanzo. Ogni argomento ha trovato la sua giusta collocazione, il lavoro è stato tanto ma la storia era già viva in me.

La protagonista, Veronica, è una giornalista che si imbatte in un quaderno di poesie del 1500. C’è qualcosa di autobiografico in lei? Ti sei ispirata a qualche esperienza personale?
In Veronica c’è molto di me, di come mi sento, e dei miei disastri quotidiani, diciamo che è una Bridget Jones all’ italiana…

Venezia è una città ricca di fascino e mistero. C’è un luogo della Serenissima che senti particolarmente tuo e che ha avuto un ruolo speciale nella costruzione della storia?
Amo tutto di Venezia. Non ho un luogo particolare. Ogni calle, ogni sottoportego, ogni angolo della laguna hanno vissuto questa storia… insieme a me.

I segreti e le leggende sono al centro della narrazione. Qual è, secondo te, il fascino sen-za tempo di queste storie nascoste nel passato?
Le leggende, i segreti, tutto ciò che è ignoto o solo supposto è sempre fonte d’interesse; il genere umano ama i misteri, si ostina a voler capire ogni cosa… Vuole per forza dare una spiegazione a tutto! Quando, invece, dovrebbe solo lasciar riposare gli eventi e comprenderli a tempo debito; come è successo a Ina e Ligio, due dei protagonisti della storia, che hanno atteso oltre 40 anni un segno per poter svelare il mistero nascosto in un piccolo scrigno… Ogni cosa ha il suo tempo: dovremmo ricordarcelo tutti… tutto arriva al momento giusto.

Il romanzo si muove tra passato e presente. Come hai lavorato per rendere fluido questo intreccio temporale senza perdere il ritmo della narrazione?
Ho semplicemente scritto e ho lasciato che la mia anima, o chi per lei, scrivesse.

Nei tuoi romanzi emerge sempre un forte legame con il sogno e con la dimensione emozionale. Quanto è importante per te l’aspetto emotivo nella scrittura e nella lettura?
Il sogno è sempre stato parte della mia vita, quella forza motrice che mi ha fatto superare momenti non facili. La scrittura è un rifugio dove poter prendere tutto il dolore che senti e trasformarlo in qualcosa di bello per gli altri. Scrivere è un atto d’amore, non solo verso noi stessi ma anche per chi ci leggerà. Nei miei libri le emozioni sono protagoniste. Amo definirmi scrittrice di luce, anche perché è questo che sono chiamata a fare.

La mia Venezia è un libro che potrebbe affascinare anche un pubblico internazionale. Hai mai pensato a una traduzione o a un’edizione per il mercato estero?
Mi piacerebbe moltissimo tradurlo! Come vorrei poterne realizzare una sceneggiatura, ma per fare tutto questo occorre poter investire molto denaro, che io non ho.

Sei un’autrice versatile, con esperienze in diversi generi letterari. Quali sono i tuoi prossimi progetti? Hai già in mente un nuovo libro?
Al momento no, e non so se scriverò ancora… Ma sono sempre i piani alti ad avere l’ultima pa-rola… Per cui attendo.

Hai avuto l’onore di avere la prefazione per il tuo libro a cura di Lucia Accoto, giornalista e critico professionale italiano. Com’è nata questa collaborazione?
Io non credo al caso, credo che Dio ad un certo punto della nostra vita ci aiuti nei modi più impensati. Ho letto alcune recensioni di Lucia Accoto, ho visto la sua bravura e le ho proposto un’intervista.  Con grande mia sorpresa ha accettato. Ho visto in lei oltre che la sua grande professionalità, un’anima attenta e generosa verso gli altri.  Una donna di un’eleganza innata sia fuori che dentro. Ha scelto di leggere la mia Venezia, e da qui la collaborazione. Sono onorata che sia lei la prefatrice di questo mio romanzo a cui sono davvero molto legata.

Grazie Monica per il tuo tempo. Complimenti per la tua pubblicazione!
Monica: Grazie a te e a “Che intervista!” per la vostra attenzione.

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La mia Venezia di Monica Pasero: amore, segreti e mistero nella Serenissima (recensione)

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