Monica Zaulovic, classe ’79, nonostante la giovane età, vanta una carriera invidiabile sia dal punto di vista letterario che umano. Inizia a lavorare sin da bambina per pagarsi gli studi, trovandosi orfana di padre in una famiglia di operai. Si costruisce da sola, autonoma e indipendente, senza mai sentire la fatica, ma solo la voglia, la smania e l’ambizione che la portano a emergere in vari ambiti.
Senza nemmeno rendersene conto, diventa autrice della sua prima pubblicazione già alle scuole medie, e da quel momento la sua carriera decolla. Monica scopre di avere un grande talento, purtroppo interrotto da problemi di salute. Nonostante una fragilità fisica significativa, la sua forte personalità le permette di superare e combattere le sue difficoltà fisiche.
Monica è diventata autrice di vari libri, sia collettivi in antologie con colleghi che opere personali. Non è solo insegnante, ma formatrice di insegnanti. Non è solo educatrice che lavora con i disabili, ma è anche formatrice degli educatori e coordinatrice di progetti per la disabilità nella sua regione. Monica Zaulovic ha costruito tutto con le sue mani, affrontando molte difficoltà, senza mai arrendersi, se non nei momenti più difficili dal punto di vista fisico.
Monica Zaulovic è una forza della natura. A 46 anni, quando parla, sembra che abbia vissuto per 200 anni per la sua capacità di cogliere da ogni esperienza un insegnamento utile per sé e per gli altri. Tutti siamo curiosi di vedere cosa riserverà il futuro e quali altre sorprese ci porterà questa straordinaria donna.
a cura di Noemi Aloisi.
Benvenuta Monica, svolgi diverse attività, tra cui quella dell’insegnante. Cosa insegni e perché hai scelto questo percorso?
Fare l’insegnante era il mio sogno fin da quando ero bambina. Da quando ero un’allieva e sedevo dietro i banchi, guardavo l’insegnante con grandissima stima e sentivo quanto fosse importante. Credo che l’insegnante rivesta un ruolo fondamentale nella società, essendo una figura centrale nel processo educativo. L’insegnante non è solo un trasmettitore di conoscenze, ma accompagna gli studenti nel loro percorso di crescita personale e formativa. Ci sono tantissime difficoltà in questo percorso: differenze culturali, inclusione di studenti con difficoltà di diverso genere. Tuttavia, questo ruolo va visto assolutamente come una vocazione, che richiede un impegno emotivo e costante. Ritengo che l’insegnante sia una figura cruciale, che non solo trasmette conoscenza, ma guida, motiva e accompagna gli studenti nella loro crescita, contribuendo in modo significativo.
Come educatrice, hai lavorato con ragazzi disabili. Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Opero nel mondo della disabilità dal 1999 e nei miei libri, ad esempio, in “Io voglio capire” ho scelto di a raccogliere alcune riflessioni che l’esperienza sul campo mi ha portato. Il mio libro è stato definito saggio e lo stesso modo è stato definito dell’editore Ferrari un vero vademecum emozionale e relazionale che offre considerazioni spunti e suggerimenti a portata di tutti.
Spero sia così. Oggi abbiamo scelto la libertà di “liberalizzare il coraggio di guardare” e volutamente cito questa espressione che ho utilizzato nel mio libro Ed è per questo che ho accettato questa intervista appunto io voglio fare riflettere non devo fare riflettere solo una cerchia di persone ma tutti e ciò che chiedo e che con quel volume ognuno di noi si chieda che cosa può fare? Cosa posso fare concretamente e mettere in pratica? Cito un famoso aforisma adatto a questo contesto a parte “una nave ferma in un porto e al sicuro… Ma le navi non sono fatte per questo! “
Ogni mattina, dal nostro risveglio in poi compiamo delle scelte, alcune vengono rinnovate, altri sono completamente nuove.. pensiamoci. la formazione di futuri cittadini. La cosa più bella col senno di poi dopo tanti anni di insegnamento e quando vengo ricercata nei miei allievi quando mi raccontano quanto vi ho dato quanto sono stata tra “bastone e carota e mi invitano ai loro matrimoni ai battesimi dei loro figli e ci ricordiamo assieme determinati momenti determinati insegnamenti che io ho dato loro ma che anche loro hanno dato a me in questo percorso reciproco.
La scrittura è una tua passione che hai deciso di coltivare pubblicando diversi libri. Che tematiche affronti nei tuoi testi?
Affronto sempre temi del sociale in diverse forme in diverse formule, per mettermi alla prova per capire quanto sia efficace sui destinatari il mio modo di scrivere per capire quanto il mio metodo di comunicazione sia efficiente ma sono tutte dichiarazioni e denunce del sociale di ciò che io ho sempre visto e vissuto nella mia vita. Voglio portare il cambiamento voglio fare la goccia nell’oceano che seppur una goccia fa sempre parte dell’oceano e quella goccia fa la differenza.
Tra le tue pubblicazioni ci sono racconti, saggi e antologie, e hai anche scritto il tuo primo romanzo, “Un diamante in mezzo al cuore”. Raccontaci brevemente di questa opera.
Non ho mai scritto dell’amore inteso Amore tra due persone se non qualche poesia all’interno dell’antologia “Coraticum” che è stata redatta da poco. Come romanzo e quindi come sentimento d’amore reputo diverse cose. L’amore come amicizia e l’amore tra un insegnante e un allievo dove ami i tuoi allievi e gli allievi dovrebbero amare te e dove si crea una relazione di amore particolare. Il “i love you” americano mi verrebbe da dire è “Un diamante in mezzo al cuore” in quanto è assolutamente un altro grido di denuncia sociale che testimonia determinate dinamiche istituzionali dove non sono state prese in considerazione determinate sfumature emotive emozionali e morali. L’unico mai libro mai presentato fisicamente ma il bestseller che è andato a ruba in cui il riscontro che io ho avuto è stato quello che la maggior parte delle persone. Mi hanno scritto” tutti dovrebbero leggere questo libro”…..”non riuscivo a staccarmi da questo libro seppur di poche pagine fino arrivare alla fine” questo mi è stato detto e questo era quello che io volevo. La verità la verità per me è fondamentale.
Nel 2012 sei risultata idonea per diventare giornalista pubblicista. Da cosa nasce questa scelta?
Questa scelta deriva dal desiderio di mettermi sempre alla prova con diverse forme letterarie portando la verità a galla.
Nel 2020 hai ricevuto il riconoscimento al concorso insignito della rappresentanza del Presidente del Senato e della Repubblica italiana con l’alto patrocinio del Parlamento Europeo.
Parlaci di questa esperienza.
Sono ancora senza parole e (ride) detto da me che scrivo pagine su pagine, è significativo. Sono molto onorata di questo e punto sempre di più, voglio arrivare sempre più in alto.
Attualmente stai lavorando su un progetto particolare di cui ci puoi parlare?
Sì, sto lavorando su diversi progetti ma per correttezza delle situazioni ancora non posso dire nulla. Ciò che posso ribadire è solo che veramente ci saranno belle sorprese e che la mia ambizione mi fa puntare “in alto”.
Grazie Monica ed un grosso in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri.
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