Un viaggio tra mito e sangue nell’oscura Scandinavia del primo millennio
Con Nato Vichingo: Blót, primo volume di quella che promette di essere una saga epica, Riccardo Polacci si affaccia con passo sicuro nel panorama della narrativa storica italiana, proponendo un’opera che intreccia con rara intensità il rigore della ricostruzione storica con il fascino del misticismo norreno.
a cura della redazione
Al centro della narrazione c’è Sigurd, giovane norvegese catapultato in un pellegrinaggio spirituale verso Uppsala, che ben presto si trasforma in una discesa nell’abisso del passato familiare e dell’anima vichinga. Lungo il cammino, il protagonista scopre che suo padre Eirik è il leader di un culto sciamanico devoto a Odino, un dettaglio che non solo riscrive la storia personale del ragazzo, ma apre scenari narrativi complessi e avvincenti, tra cospirazioni, antichi rituali e lotte di potere.
Il punto di forza dell’opera è la capacità dell’autore di restituire un mondo credibile, radicato nella cultura e nella spiritualità scandinava dell’epoca, senza rinunciare a un respiro epico e avventuroso che tiene il lettore incollato alla pagina. Polacci costruisce ambientazioni evocative, dense di atmosfera, e tratteggia con efficacia personaggi sfaccettati, mossi da passioni ancestrali e dilemmi universali. L’omicidio che fa da motore iniziale alla trama è solo l’inizio di una spirale narrativa che tocca temi quali l’identità, il destino, il tradimento e il peso delle eredità spirituali e familiari.
Il tono narrativo è maturo, sorretto da una scrittura pulita e solida, che trova un equilibrio calibrato tra azione, introspezione e world-building. La traduzione di Alessia Floria contribuisce con sensibilità al ritmo del racconto, mantenendo intatto il fascino ruvido e solenne del testo originale.
Nato Vichingo: Blót si rivolge agli amanti delle saghe storiche nordiche, ma anche a chi cerca un romanzo di formazione in cui il viaggio esteriore rifletta una trasformazione interiore. L’opera ricorda per ambizione e struttura le migliori pagine di Bernard Cornwell o Frans G. Bengtsson, ma ha una voce tutta sua, più spirituale, quasi mistica, senza mai scadere nell’imitazione.
Una saga vichinga italiana all’altezza dei grandi maestri del genere. Potente, evocativa e sorprendentemente profonda.
Per saperne di più visita: Amazon
Ti È piaciuto questo articolo? Sostieni Che! Intervista | Dona ora.
RACCONTACI LA TUA STORIA! Richiedi adesso la TUA intervista!