Nicola Barreca, nato in Calabria nel 1951, ha vissuto in diverse città italiane fin dalla giovane età, influenzato dalla carriera militare del padre. Anche lui ha abbracciato la carriera militare, ma ha trovato nella scrittura una seconda vocazione. Autore di numerosi racconti, poesie e commedie, Nicola ha iniziato con un tono ironico e scherzoso, per poi esplorare generi più seri con opere come “Segreti e Roulette”. Con otto libri pubblicati, Nicola continua a sorprendere con la sua versatilità e passione per la narrazione. In questa intervista, esploriamo il suo percorso, le sfide e le ispirazioni che guidano la sua scrittura.
Su Che! Intervista ospitiamo Nicola Barreca, conosciamolo meglio…
Benvenuto Nicola, la tua vita ti ha portato a spostarti in diverse città fin da giovane. In che modo questi cambiamenti hanno influenzato il tuo modo di scrivere?
Frequentando scuole e amici di diverse regioni italiane, ho fatto miei i vari dialetti e la loro cultura. Ho apprezzato molto l’ironia di alcune espressioni tipiche, immagazzinandole nella mia memoria e utilizzandole al momento opportuno.
La mia prima esperienza di “pseudo scrittore” risale al primo liceo a Verona dove, assegnatoci un tema su cui trattare dei propri parenti, il professore me lo fece leggere davanti alla classe che non smetteva di ridere a crepapelle. Fu quello il primo passo per il seguito della mia passione?
Hai iniziato la tua carriera di scrittore con il libro “Cappellone vieni qui”. Cosa ti ha spinto a raccontare le tue esperienze alla Scuola Militare in chiave ironica?
La vita presso la Scuola, a quei tempi, era durissima. Ma eravamo tutti giovani quindicenni o sedicenni e riuscivamo a trovare sempre il lato divertente del quotidiano, nonostante la fatica e le privazioni.
Il libercolo “Cappellone, vieni qui” nasce proprio dal desiderio di descrivere la durezza di quei giorni stimolando comunque un sorriso tra miei lettori.
Il successo del tuo primo libro ha influenzato il tuo approccio alla scrittura? Come ti sei sentito a vincere un premio per un’opera ispirata alla tua esperienza alla Nunziatella?
Certamente vendere 1.000 copie di uno scritto nato senza pretese, mi ha prima stupito e poi stimolato a continuare con la mia passione. Gli scritti successivi, tutti mirati a far sorridere il lettore, non vennero mai pubblicati, ma distribuiti tra parenti e amici, La partecipazione al concorso di scrittura, che mi vide vincitore del secondo premio, mi inorgoglì, indicandomi quella che poteva essere la strada da percorrere e da coltivare
Nel 2020 hai cambiato genere con “Segreti e Roulette”, una storia più seria rispetto ai tuoi lavori precedenti. Cosa ti ha portato a questo cambiamento di stile?
C’entra sempre la Nunziatella in questo cambio di genere. Molti miei compagni di scuola sono oggi Generali (molti di Corpo d’Armata) e qualcuno ha fatto parte dei servizi. Chiacchierando a suo tempo con questi ultimi, mi venne l’ispirazione per il nuovo genere, che tratta appunto delle avventure di due agenti segreti d’oltre manica. Ma in realtà è l’avventura in sé che mi ha sempre affascinato.
I personaggi di Nicholas Carter e Bob Marciano sono destinati a vivere molte avventure insieme. Come hai creato queste figure e cosa rappresentano per te?
Carter e Bob sono i personaggi chiave del nuovo genere thriller che, al momento, è presente con 3 racconti differenti. Prima di iniziare a scrivere su qualsiasi argomento, mi estraneo da tutto ciò che mi circonda e inizio a pensare alle varie fasi del racconto che, se mi soddisfa come idea, pian piano prende forma nella scrittura. Bob, nel racconto, ha origini Calabresi, e quindi intendevo onorare la mia terra cui sono fermamente legato da sempre.
Hai scritto racconti, poesie e persino una commedia in vernacolo. Come riesci a bilanciare generi così diversi nella tua produzione letteraria?
Adesso rivelo un segreto. Ogni tanto mi capita di ricordare i sogni che faccio. La prima commedia in vernacolo, poi rappresentata in diversi paesi della nostra zona tirrenica, è nata proprio da un sogno. Mi sono svegliato ridendo e non ho potuto fare a meno di iniziare a scriverla, divertendomi io stesso mentre lo facevo. E alla prima, in quel di Taurianova, ridevo davvero di gusto. Bravissimi gli attori.
La tua commedia in vernacolo ha avuto un grande successo di pubblico. Cosa ti ha spinto a scrivere e dirigere una rappresentazione teatrale?
A quei tempi, ebbi modo di conoscere un capo comico locale che gestiva una piccola compagnia. Peppe Mandica. Chiacchierando sul mio lavoro, volle leggerla e si dimostrò entusiasta chiedendomi di rappresentarla in teatro. Ne fui lusingato ovviamente e mi prestai nel chiarire i toni da adoperare, le eventuali smorfie dei personaggi e i tempi di recitazione. Fu un bel successo di pubblico.
La tua scrittura è spesso caratterizzata da un tono ironico e scherzoso. Da dove nasce questa inclinazione e come influenza il tuo lavoro?
La mia estrazione militare, le fatiche, le sofferenze di gioventù condivise per anni con i miei compagni di corso, mi hanno maturato e reso resistente alle influenze negative della vita. Tutto, sempre col sorriso sulle labbra. La mia esperienza successiva come allievo pilota in Accademia, mi hanno fortificato la mia disciplina, ma anche il mio modo di essere che, nel tempo, non è mai cambiato. In quasi tutti i miei racconti è presente un aereo con relativo pilota: non rinnego il mio passato
Con otto opere già pubblicate, quali sono i tuoi progetti futuri? Hai in mente nuovi generi o temi che vorresti esplorare?
Su suggerimento di un paio di amici, ho recentemente pubblicato un racconto fantasy, ed un altro, dello stesso genere, è in pubblicazione. Ritengo però che questo non sia il mio vero genere: li immagino solo come esperimenti. Mi sento attratto dal genere thriller e ritengo sarà quello l’indirizzo del mio prossimo lavoro.
Come descriveresti il tuo processo creativo? Cosa ti ispira maggiormente quando scrivi e come riesci a mantenere viva la tua passione per la scrittura?
Come scrivevo poc’anzi, spesso mi fermo a pensare e a sognare ad occhi aperti. Cosa che succede soprattutto quando la sera spengo la luce per dedicarmi al sonno ristoratore. Ed è lì che nascono principalmente le mie “avventure”.
Sono stato e sono tutt’ora un avido lettore di romanzi dinamici, che comunque sono stati ispiratori dei miei lavori. In realtà scrivo per passione e soprattutto per me stesso. Poi, se il lavoro mi piace e lo ritengo valido, mi rivolgo alla Creative Print che con la sua professionalità, lo completa con la copertina e l’inserimento sul sito dedicato.
Grazie Nicola e saluti dal nostro staff! Complimenti per la tua carriera artistica e professionale.
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