Note di Tuba: il percorso di Alessio Barberio attraverso l’eccellenza musicale

Alessio Barberio è uno dei talenti più brillanti nel panorama musicale italiano, specializzato in Basso Tuba. Con due diplomi accademici ottenuti con lode, esperienze solistiche e collaborazioni con alcune delle orchestre più prestigiose del Paese, Alessio ha raggiunto vette straordinarie nel mondo della musica classica. In questa intervista esploreremo il suo percorso, le sue ispirazioni e la sua visione del ruolo della Tuba nell’orchestra e nella musica contemporanea.

a cura di Antonio Capua


Benvenuto Alessio, il tuo viaggio musicale è stato segnato da successi straordinari, a partire dai diplomi ottenuti con lode. Quando hai capito che la Tuba sarebbe stata lo strumento che avrebbe definito la tua carriera?
Domanda che mi accompagna da sempre, in sostanza fin da piccolo, da quando entrai nella Banda musicale del mio paese di origine (Scandale in provincia di Crotone).
Ricordo esattamente il momento in cui il mio primo Maestro (F. P.) mi mise in mano, anzi in braccio, questo strumento. Mi incuriosì e sentii una connessione armoniosa e mi lasciai trasportare da questi suoni gravi e avvolgenti che riusciva a riprodurre. Successivamente entrai in conservatorio e fu come un’immersione in un mondo entusiasmante ricco di nuove cose da imparare. Poi iniziarono le lezioni con il mio primo Maestro di Tuba ( F. S. D.) e li capii cosa avrei voluto fare, almeno provare a fare.

Hai collaborato con direttori d’orchestra di fama internazionale come Riccardo Muti e Daniele Gatti. Cosa hai imparato da queste esperienze e in che modo hanno influenzato il tuo modo di interpretare la musica?
Quando hai davanti a te alcune di queste figure imponenti a livello mondiale, di cui hai solo sentito parlare in quel momento, hai voglia di “rubare” tutto quello che riesci a capire e codificare dalle loro indicazioni musicali e dai racconti del loro bagaglio personale e musicale.
Lavorando insieme a questi grandi Maestri comprendi che dietro alle note scritte, semplici segni neri sul pentagramma, si nascondono storie, pensieri ed emozioni del compositore che li ha incise.
Ma ogni direttore ha anche la capacità di mettere un pizzico della sua lettura, in sostanza di un suo “sentire” quella musica, in ogni esecuzione. Con il tempo impari a far risuonare anche tu la musica che incontri nella carriera nella tua “chiave musicale” personale.

Nel 2018 hai avuto l’opportunità di esibirti come solista con la Filarmonica Arturo Toscanini, suonando il concerto per Basso Tuba e orchestra d’archi di A. Plau. Che cosa ha significato per te questa esperienza e quali sfide hai incontrato nell’interpretare un ruolo solista con la Tuba?
L’esperienza di eseguire questo concerto come solista è veramente unica e indelebile. Fare musica davanti all’orchestra, a differenza del ruolo orchestrale in cui la Tuba si trova nella parte posteriore eseguendo parti di accompagnamento, ti mette in gioco su tanti ed altri aspetti personali e musicali, oltre a quelli tecnici. Ti forgia e ti rimane un vivo e risonante ricordo che può solo aiutarti ad affrontare esecuzioni musicali più impegnativi ma fa accrescere anche la maturità musicale su altri brani già eseguiti dando volti ed interpretazioni più profondi.

Hai frequentato Masterclass con alcuni dei più grandi maestri del mondo della Tuba, come Roger Bobo e Robert Tucci. Qual è stato l’insegnamento più prezioso che hai ricevuto da queste figure di riferimento?
Mettere al primo posto i vari insegnamenti dei grandi Maestri è davvero difficile. Ce ne sono stati alcuni che mi hanno incuriosito più di tutti, per esempio:
“quanto margine ha questo brano per essere migliorato?”
O anche
“ricorda che, lavorando e migliorando i piccoli dettagli a lungo andare si crea la grande differenza.”

La Tuba è spesso percepita come uno strumento “di supporto” nell’orchestra, ma tu hai dimostrato che può essere molto di più. Qual è la tua visione del ruolo della Tuba nell’orchestra moderna?
Apparentemente potrebbe sembrare un ruolo sminuito e scontato ma nell’orchestra Sinfonica ogni strumento ricopre un ruolo ben preciso e prezioso al fine di collaborare insieme e convogliare ad un beneficio comune.
Inoltre, nelle esecuzioni di brani moderni e contemporanei, ci si trova ad affrontare musica mai sentita e nuova quindi anche uno stimolo per noi strumentisti nel cercare di eseguire il più possibile l’intenzione del compositore che spesso è presente in sala durante le prova con l’orchestra. In questo caso (musica contemporanea) si ha letteralmente un incontro diretto con chi ha scritto la musica sullo spartito e cercare di trovare un modo di esecuzione più vicino ai suoi gusti.

La tua carriera ti ha portato a collaborare con orchestre prestigiose in tutta Italia, dal Teatro alla Scala di Milano al Teatro San Carlo di Napoli. Come cambia la tua preparazione e il tuo approccio in base alle diverse orchestre e direttori con cui lavori?
La preparazione del lavoro da svolgere si deve sempre curare nei minimi dettagli a prescindere dal Teatro in cui si deve andare svolgere l’attività artistica.
Differentemente il tipo di approccio e modo di lavorare porta con sé varianti diverse in base alle peculiarità dell’orchestra in cui ci si trova e al direttore che prepara l’orchestra nei giorni di prova. Noi professori d’Orchestra abbiamo il compito di esaudire i desideri e le preferenze musicali di ogni direttore d’Orchestra.

Hai un’esperienza consolidata nella musica da camera, come membro dell’“Arturo Brass Quintet”. Quali sono le differenze principali tra suonare in un ensemble di ottoni rispetto all’esibizione orchestrale, e quale delle due situazioni preferisci?
Le differenze sono notevoli in termini di esposizione della parte musicale che si va ad eseguire e la densità di esecuzione, tuttavia il contesto sonoro è differente. Con il passare dello svolgere questa passione e professione ho imparato ad apprezzare entrambi i ruoli dedicati a questo strumento rendendolo uno strumento molto duttile, al contrario di quanto si possa pensare ad una prima analisi superficiale.

Il mondo della musica classica può essere molto competitivo. Quali sono stati i momenti più difficili nel tuo percorso e come sei riuscito a superarli?
“Competizione” è un termine che non sposo personalmente in quanto spesso ci mette in relazione conflittuale con i nostri colleghi.
L’esperienza e la carriera mi hanno fatto comprendere l’importanza di migliorare se stessi e avere rispetto per tutti i colleghi e la musica in generale.
Si affrontano momenti e situazioni in cui ci si trova a tu per tu con i propri limiti, in particolare nell’affrontare le audizioni e i concorsi per orchestra davanti ad una commissione. L’importanza in questi casi sta nell’imparare a “gestire” tali momenti in modo tale da poter eseguire una performance di qualità.

Con un curriculum così ricco di esperienze, qual è la tua prossima sfida artistica? Ci sono nuovi progetti o collaborazioni a cui stai lavorando?
Non sempre si hanno delle scadenze frequenti di concorsi e audizioni nel nostro campo, questo è uno dei motivi per cui nella nostra quotidianità dobbiamo mantenere una disciplina costante.
Lo studio di qualità svolto con perseveranza aiuta molto nel farsi trovare a “livello” per poter affrontare performance da concorsi o semplicemente svolgere il proprio lavoro in Teatro all’interno dell’orchestra.
Attualmente (stagione 2024/2025) sto svolgendo la mia attività artistica come suonatore di Basso Tuba e Cimbasso nell’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari. Inoltre sto affiancando al lavoro in orchestra anche l’incarico di Docente di Basso Tuba presso il Conservatorio di Musica “P. I. Tchaikovsky” di Nocera Terinese (a.a 2024/2025).

Quale consiglio daresti ai giovani musicisti che vogliono intraprendere una carriera con uno strumento non sempre “di punta” come la Tuba?
Consiglio di andare “oltre” e scoprire questo particolare e duttile strumento che riesce a dare soddisfazioni in vari contesti – orchestra sinfonica – quintetto di ottoni – repertori solistici – musica contemporanea – musica da camera con repertorio per Pianoforte e Tuba – e riuscire ad essere allo stesso tempo protagonista (solista) e partecipante attivo (orchestra) con lo stesso peso e importanza.

Complimenti Alessio,
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