“Pagine da strappare per non strapparsi” di Poeta della Serra (Mondadori, 2025)

Un diario interattivo per navigare il mare emotivo senza affondare.

Nel panorama editoriale contemporaneo, sempre più attento al benessere interiore e alla scrittura come forma di auto-cura, “Pagine da strappare per non strapparsi” di Poeta della Serra si impone come un oggetto letterario inclassificabile: non un semplice libro, ma un compagno silenzioso, un diario dialogante, una terapia artigianale fatta di parole, domande e gesti.

a cura della redazione


Edito da Mondadori, il volume ha la forma esteriore di un journal, ma ne scardina le convenzioni: qui il lettore non è solo invitato a scrivere, ma anche a strappare. È proprio nel gesto fisico, violento e liberatorio, che risiede il cuore pulsante dell’opera. Non si tratta di distruzione fine a sé stessa, ma di una vera e propria liturgia dell’emozione: ogni pagina strappata è una resa, un atto di coraggio, un passaggio obbligato per “non strapparsi” dentro.

Il libro si presenta come un rifugio emotivo a più voci, anche se l’unica voce che risuona davvero è quella del lettore. Strutturato per sezioni tematiche – paura, rabbia, amore, tristezza, gioia – Pagine da strappare per non strapparsi pone domande essenziali, intime, a tratti spiazzanti. Non offre risposte: chiede ascolto, restituisce spazio, apre una finestra sul caos interiore. In un’epoca in cui ci viene chiesto di tenere tutto sotto controllo, Poeta della Serra ci insegna il contrario: lasciare andare per ritrovare sé stessi.

Le domande sono brevi, quasi aforistiche, eppure scavano in profondità. Alcune sono sassi nello stagno della coscienza, altre sembrano abbracci nella notte. Ogni pagina è una possibilità di dialogo, un invito a rimettere ordine, a sedimentare emozioni che troppo spesso restano impigliate nel non detto. Non è un libro da leggere: è un libro da vivere, da scrivere e, infine, da distruggere.

Ma in quella distruzione, paradossalmente, si costruisce qualcosa: una nuova consapevolezza, una forma di resilienza, una versione più autentica di sé. Pagine da strappare per non strapparsi non promette guarigioni miracolose, non impone percorsi, non giudica: accoglie. Ed è proprio in questa radicale accoglienza che risiede la sua forza.

Per saperne di più visita: mondadori.it

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