Un diario interattivo per navigare il mare emotivo senza affondare.
Nel panorama editoriale contemporaneo, sempre più attento al benessere interiore e alla scrittura come forma di auto-cura, “Pagine da strappare per non strapparsi” di Poeta della Serra si impone come un oggetto letterario inclassificabile: non un semplice libro, ma un compagno silenzioso, un diario dialogante, una terapia artigianale fatta di parole, domande e gesti.
a cura della redazione
Edito da Mondadori, il volume ha la forma esteriore di un journal, ma ne scardina le convenzioni: qui il lettore non è solo invitato a scrivere, ma anche a strappare. È proprio nel gesto fisico, violento e liberatorio, che risiede il cuore pulsante dell’opera. Non si tratta di distruzione fine a sé stessa, ma di una vera e propria liturgia dell’emozione: ogni pagina strappata è una resa, un atto di coraggio, un passaggio obbligato per “non strapparsi” dentro.
Il libro si presenta come un rifugio emotivo a più voci, anche se l’unica voce che risuona davvero è quella del lettore. Strutturato per sezioni tematiche – paura, rabbia, amore, tristezza, gioia – Pagine da strappare per non strapparsi pone domande essenziali, intime, a tratti spiazzanti. Non offre risposte: chiede ascolto, restituisce spazio, apre una finestra sul caos interiore. In un’epoca in cui ci viene chiesto di tenere tutto sotto controllo, Poeta della Serra ci insegna il contrario: lasciare andare per ritrovare sé stessi.
Le domande sono brevi, quasi aforistiche, eppure scavano in profondità. Alcune sono sassi nello stagno della coscienza, altre sembrano abbracci nella notte. Ogni pagina è una possibilità di dialogo, un invito a rimettere ordine, a sedimentare emozioni che troppo spesso restano impigliate nel non detto. Non è un libro da leggere: è un libro da vivere, da scrivere e, infine, da distruggere.
Ma in quella distruzione, paradossalmente, si costruisce qualcosa: una nuova consapevolezza, una forma di resilienza, una versione più autentica di sé. Pagine da strappare per non strapparsi non promette guarigioni miracolose, non impone percorsi, non giudica: accoglie. Ed è proprio in questa radicale accoglienza che risiede la sua forza.
Per saperne di più visita: mondadori.it
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