Paolo Casali, classe 1993, è un talentuoso compositore, arrangiatore e pianista romano con una carriera che si estende dalla musica classica alle colonne sonore per film e serie TV. Diplomato con lode in pianoforte e composizione presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma e l’Hochschule für Künste di Brema, Casali ha lavorato con orchestre internazionali e collaborato con importanti figure della musica e del cinema, come Daniel Harding e Antonio Pappano. Oggi, oltre a lavorare come media composer, Paolo si dedica alla produzione del suo primo album orchestrale, Musical Box. In questa intervista esploreremo la sua visione musicale, le sue collaborazioni e i suoi prossimi progetti.


Benvenuto, Paolo! È un piacere averti con noi. Come descriveresti il tuo percorso nella musica e cosa ti ha portato a esplorare la composizione per il cinema e la TV?
“Buongiorno, piacere! Fin da piccolo sognavo di diventare musicista – mi ricordo che guardavo Fantasia di Walt Disney e dirigevo un’orchestra immaginaria con un mestolo da cucina! A sei anni ho iniziato a studiare viola da gamba, poi mi sono dedicato al pianoforte e alla composizione. Ho sempre pensato che prima o poi avrei fatto il musicista, e oggi scrivere musica per film mi permette di unire le mie due grandi passioni: la musica e il cinema.”

Hai studiato pianoforte e composizione in prestigiosi conservatori. Qual è stata l’importanza di questa formazione classica nel tuo approccio alla creazione musicale?
Lo studio quotidiano del pianoforte fino al diploma ha rappresentato una tappa fondamentale nella mia formazione musicale. Tuttavia, ho sempre considerato imprescindibile approfondire le partiture dei grandi Maestri del repertorio sinfonico, come Čajkovskij, Debussy, Ravel, Stravinskij e Mahler. Questi compositori rimangono per me punti di riferimento indispensabili soprattutto per lo studio e per la scrittura di musica per film.

Un aspetto che mi porto dietro dagli anni di studio è la curiosità per l’esplorazione musicale e il desiderio di contaminazione tra generi, sia tradizionali sia contemporanei. Credo infatti che questa apertura e ricerca continua siano fondamentali per arricchire il mio linguaggio musicale e rimanere sempre ispirato.

Dal 2020 lavori come media composer e music editor. Come hai affrontato la transizione dalla composizione tradizionale alla creazione di musica per i media, e quali sfide hai incontrato?
Per il compositore di oggi è fondamentale conoscere e saper usare tutti i linguaggi musicali, passando dai generi più classici e tradizionali a quelli più sperimentali e contemporanei. Quando si parla di musica per film, ma in generale di musica applicata alle immagini, non si tratta mai solo di esprimere la propria visione artistica. L’obiettivo è sempre quello di accompagnare la narrazione, o al limite contrastare e negare quello che stiamo vedendo, che si tratti delle immagini di un film o della storia che si vuole raccontare in senso più ampio.

Hai collaborato con figure illustri come Antonio Pappano e Daniel Harding. Qual è stata la lezione più importante che hai imparato da loro?
“Lavorare in un’istituzione prestigiosa come l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, in qualità di Maestro collaboratore del Coro Voci Bianche, mi offre l’opportunità di confrontarmi con alcune delle figure più illustri della musica classica, come Antonio Pappano, Daniel Harding e Gustavo Dudamel, con cui avremo una produzione il mese prossimo. La lezione più grande che imparo ogni volta da loro è come riescano a gestire la complessità di un’orchestra sinfonica o di un coro, e talvolta anche l’intero allestimento, prestando attenzione a ogni minimo dettaglio. Non si tratta solo di una questione artistica, ma soprattutto di una straordinaria capacità di gestire le dinamiche interpersonali, riuscendo a coordinare e motivare tutte le persone coinvolte nella produzione.”

Il progetto Mancanza di memoria con la Bulgarian Symphony Orchestra è stato un passo importante della tua carriera. Cosa ha significato per te lavorare su un progetto di tale portata e come ha influenzato la tua visione artistica?
Nel 2019, con Mancanza di Memoria, di Lamberto Macchi, (edizioni musicali Pontevecchio), ho collaborato per la prima volta in un progetto discografico con l’orchestra sinfonica della radio nazionale Bulgara. Questa è stata per me la prima vera opportunità per comprendere da prima il processo creativo e di sviluppo di una partitura orchestrale, la realizzazione della registrazione uno studio con un organico che ha compreso più di 50 elementi e circa 3 giorni di registrazione a Sofia, e infine il lavoro di post produzione mixaggio e mastering. Da questa esperienza ho imparato a gestire al meglio situazione di grande pressione da parte di un organico così nutrito.

Hai vinto il bando SIAE “Per chi crea” per il tuo album Musical Box. Cosa puoi raccontarci di questo progetto e delle sue ispirazioni?
Musical Box è il mio primo album, prodotto da Carlo Purpura, BNC Music, disponibile dal 22 Novembre su tutte le piattaforme digitali, e rappresenta per me la prima collaborazione con l’Orchestra Giovanile Fontane di Roma, diretta da Luciano Siani. Musical Box è stato concepito come un viaggio musicale che attraversa differenti piani narrativi, un progetto organico e inusuale, poiché normalmente è la musica a conformarsi al testo letterario, ma in questo progetto è successo il contrario: il testo, in questo caso, di Pietro Antonini è stato influenzato e si è adeguato alla materia sonora preesistente. La partitura prende spunto dal repertorio sinfonico di musica a programma di fine Ottocento, e della musica per film di stile orchestrale hollywoodiano, mentre i racconti di Antonini traggono origine dai saggi del giornalista e storico Peter Hopkirk e dal Grande Gioco, attingendo alla letteratura ottocentesca intessuta di esotismo e mistero.

In Musical Box prende così vita la misteriosa “Khögjmiin Khairtsag“, una scatola musicale dotata dello straordinario potere di condurre chi la ascolta verso inimmaginabili avventure tra paesaggi sconosciuti e città lontane e perdute. Tutto ha inizio nella Londra di fine Ottocento, durante uno spettacolo dell’antropologo Dottor Hopkirk e presentato come lo show più bizzarro e sensazionale mai visto, dalle terre d’Asia fino ai confini più remoti del mondo.

Nel tuo lavoro per colonne sonore, come ad esempio per I Delitti del BarLume e Tutto chiede salvezza, qual è il processo creativo che segui per adattare la tua musica all’atmosfera delle serie?
“Per entrambe le produzioni, I Delitti del BarLume e Tutto chiede salvezza, ho avuto il privilegio di collaborare come assistente musicale e music editor accanto a Lorenzo Tomio, che ha curato l’intera colonna sonora. Questa esperienza mi ha insegnato l’importanza di andare oltre la ricerca di una propria identità musicale, piuttosto, ho imparato a concentrarmi sul messaggio che la musica può trasmettere, cercando di capire come possa amplificare e arricchire il significato delle immagini sullo schermo.”

Lavori anche nel settore dell’editoria musicale per BNC Music. Come bilanci la tua attività di compositore con quella di editore musicale?
“Oltre al mio lavoro di compositore, ricopro il ruolo di music supervisor presso BNC Music, per una production music library chiamata LYRA Music For Tales. Questo incarico mi permette di esplorare stili e linguaggi musicali molto diversi da quelli che solitamente utilizzo, rappresentando un’opportunità preziosa per arricchire la mia conoscenza musicale. È infatti un ottimo modo per unire la competenza nella scrittura musicale con il continuo aggiornamento su generi e tendenze differenti.”

Quali sono i tuoi obiettivi principali e c’è un genere musicale o un progetto specifico che desideri esplorare?
Il mio sogno sarebbe quello di comporre la colonna sonora per un film di animazione, o comunque per un’opera di finzione che trasmetta un’atmosfera fantastica. Inoltre, mi piacerebbe portare Musical Box nei teatri, trasformandolo in uno spettacolo teatrale completo. Penso che questa evoluzione darebbe nuovi stimoli alla mia ricerca musicale, offrendomi l’opportunità di esplorare ulteriori dimensioni espressive e creative.”

Quali consigli ti senti di dare ai giovani musicisti che stanno cercando di costruire una carriera nel mondo della composizione e della musica per i media?
“Consiglio a tutti di esplorare il più possibile diversi generi musicali, di studiare una vasta gamma di stili e di cercare di sviluppare il proprio linguaggio anche attraverso l’analisi delle partiture. Per quanto riguarda la musica per i media, credo che sia fondamentale, prima ancora di iniziare a comporre, capire chi sarà il pubblico e quale sia l’obiettivo della sonorizzazione. Solo così è possibile creare una musica che si integri in modo efficace con il contenuto visivo e che risponda alle esigenze specifiche del progetto.”

Grazie Paolo e un grosso in bocca al lupo per i tuoi progetti
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