Patrizia Baglione, scrittrice: una poetica delicata e densa di significati

Nata ad Arpino nel 1994, Patrizia Baglione ha saputo costruire una carriera letteraria ricca e variegata, che abbraccia sia la narrativa che la poesia, con pubblicazioni che spaziano tra riviste letterarie e importanti collaborazioni editoriali. In questa intervista, ripercorriamo con lei le tappe fondamentali della sua carriera e scopriamo i processi creativi che hanno dato vita alle sue opere più recenti.

a cura di Salvatore Cucinotta


Benvenuta su Che! Intervista, Patrizia. Come è nata la tua passione per la scrittura?
Grazie Salvatore per l’accoglienza. Guarda, non mi stanco mai dirlo, per me importante ricordare le origini di ogni cosa. È nata all’età di tredici anni. Ero a scuola, in un pomeriggio di marzo, completamente sola in giardino, dopo un anno di umiliazioni e bullismo. Qualcosa in me è scattato quel giorno. A distanza di diciassette anni, ricordo benissimo il colore del cielo, i rumori attorno, ma soprattutto il senso di fuoco e brividi nell’attimo in cui la penna scorreva sul foglio.

Hai pubblicato diverse opere, ma la tua silloge “Malinconia delle nuvole” ha attirato particolare attenzione, arrivando anche ad essere presentata su Rai Radio Live. Come è nata questa raccolta?
Questa raccolta, in realtà, non è stata molto fortunata: dopo due settimane dall’uscita, ci siamo tutti ritrovati bloccati in casa per il covid. Il testo, ancora acerbo (oggi ne sono consapevole) somiglia quasi a una prosa. È ricca di immagini e ogni poema riflette un lato della vita: nostalgia, emarginazione, disturbi alimentari… ecc.

“Nero crescente”, la tua opera del 2022, ha ricevuto recensioni entusiastiche, tra cui quella di Franco Manzoni sul Corriere della Sera. Ti va di parlarcene?
Questa raccolta è stata senz’altro il trampolino di lancio nel mondo dei letterati. Mi sono fatta conoscere da diversi poeti e critici, ma soprattutto da lì in poi ho messo la quarta, dedicandomi all’organizzazione di eventi e alla mia attività di addetto stampa.

Oltre a essere una scrittrice affermata, dirigi anche il blog “Versolibero “e collabori con diverse riviste letterarie. Cosa significa per te questa attività parallela alla scrittura creativa?
Vuol dire praticamente tutto. Non riesco a stare lontana dalla letteratura, devo respirarla in ogni angolo possibile. Essa mi tiene letteralmente in vita. E lo dico senza retorica.

“Madre che resta” è una silloge auto-pubblicata nel 2024. Cosa puoi dirci di questa raccolta?
È il libro alla quale sono più legata in assoluto. Nasce da una triste esperienza di aborto, ma porta con sé anche un messaggio di amore e speranza. È una confessione a cuore aperto. Nudo e vero. Sono felice che abbia trovato molte braccia pronto ad accoglierlo.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Stai lavorando a qualcosa di nuovo?
In verità sto per realizzare un sogno importante: la nascita di una piccola casa editrice tutta mia. Due saranno le collane: Nero (dedicata alla poesia); Latte (per gli albi illustrati). Ho già ricevuto diversi consensi positivi e questo mi spinge a fare meglio.

Patrizia, un’ultima domanda: cosa consigli a chi si avvicina alla scrittura e vorrebbe intraprendere un percorso simile al tuo?
Di crederci fermamente, soprattutto quando non si può fare a meno di essa. Di crederci mentre tutto il resto del mondo è contrario. Come atto di ribellione e coraggio, riscatto e libertà.

Grazie Patrizia dl tuo tempo e complimenti davvero!
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