Polemica, nome d’arte di Nicola Laguardia, si è già affermato come una delle voci più originali e versatili della scena musicale italiana. Partendo dal mondo del rap, ha progressivamente esplorato nuove sonorità e stili, creando un’identità artistica in continua evoluzione. Vincitore della categoria Urban Icon di Lazio Sound 2022 e finalista del Full Contact Clash, Polemica si distingue per la sua capacità di raccontare emozioni personali e collettive, come dimostrano i suoi singoli di successo, tra cui “Gennaio”, “Ammazzerò” e l’ultimo “Bukowski”. In questa intervista, ci parla del suo percorso artistico, delle sue ispirazioni e delle sfide che affronta come giovane artista emergente.
a cura di Antonio Capua
Polemica, la tua musica nasce dal rap ma si evolve continuamente con influenze nuove. Cosa ti ispira ad esplorare diversi generi musicali e contaminazioni stilistiche?
Io credo che la musica sia soltanto il mezzo che mi è più congeniale per esprimermi, è la forma d’arte che più mi si addice, ma la parte più importante è il contenuto, è il messaggio che voglio comunicare, quindi quando scrivo una canzone non mi limito mai a categorizzarmi in un genere, cerco solamente di trovare la forma migliore per esprimere quello che voglio dire e questo comporta sperimentazioni e contaminazioni.
Nel 2022 hai vinto la categoria Urban Icon di Lazio Sound e sei stato finalista del Full Contact Clash. Cosa significano per te questi riconoscimenti?
È stato l’inizio, sono stati i primi momenti in cui ho iniziato a percepire di poter fare qualcosa con la musica, prima di allora assomigliava tutto a un sogno. Quelle vittorie sono servite per darmi fiducia, per farmi realizzare le possibilità concrete che avevo davanti.
Il tuo singolo “Gennaio” parla di emozioni personali, ma lo hai descritto come uno specchio per i sentimenti di molti. Cosa volevi comunicare attraverso questo brano?
La cosa che più mi affascina della musica è il fatto che l’artista mette nelle canzoni aspetti molto personali, specifici, ma che questo non limiti la possibilità per gli altri di entrare in sintonia con le sue parole. Gennaio era solo una mia esigenza all’inizio, esternare quello che sentivo in quel momento, poi dopo ho scoperto che erano sentimenti comuni a molti, non c’era l’intenzione di arrivare a tutti, è stata una connessione spontanea.
Con “Ammazzerò” hai affrontato il tema della noia che molti giovani cercano di sfuggire. Da cosa nasce l’esigenza di raccontare questa esperienza quotidiana e come la vivi personalmente?
La noia c’è, tocca conviverci. In ammazzerò parlo dei risvolti che possono essere sia positivi che negativi, è uno stato d’animo che non se ne va e averlo fissato in una canzone mi ha aiutato a gestire meglio questo concetto. La noia non è né una cosa da superare, né da accogliere totalmente, questo è il mio modo di viverla
Il 2023 è stato un anno importante con l’uscita di “Ascolta” e “Dopamina 2”, che hanno introdotto l’EP PRESSIONE INTERNA. Quali sono i concetti chiave che legano insieme i brani di questo progetto?
Il concetto sta proprio nel titolo, la pressione interna è la pressione esercitata dal contenuto verso la superficie, per me significa portare in primo piano il messaggio che la musica trasmette rispetto a tutto il resto che nella musica è superficiale.
Nel tuo ultimo singolo “Bukowski” fai riferimento al celebre scrittore. Cosa ti ha colpito del suo stile e come hai voluto rifletterlo nella tua musica?
Di Bukowski mi ha incuriosito il rapporto che ha con la sessualità ed è proprio questo il punto focale della canzone. C’è un dualismo tra i momenti di ansia e il rapporto sessuale che si assomigliano parecchio, e in astratto rappresentano il contrasto tra lo stare bene e lo stare male che è ciò che ho cercato di esprimere nel pezzo.
Hai recentemente pubblicato il brano “Mascolinità”. Quali temi hai voluto esplorare in questo pezzo e cosa rappresenta per te il concetto di mascolinità nella società odierna?
È stata un’esigenza sia intima che politica scrivere Mascolinità. Il patriarcato oggi ci rende vittime, nessuno escluso, e ho voluto parlare dal mio punto di vista, quello di un maschio, per cui la mascolinità diventa un ostacolo per esprimersi liberamente. Ci viene insegnato a reprimere emozioni e a comportarsi da “vero uomo” come se questo fosse un fatto naturale, quando invece è solo una costruzione artificiale. Credo sia la canzone più importante che ho scritto.
Roma è la tua città natale, in che modo ha plasmato la tua visione artistica e i tuoi testi?
Ho scritto varie canzoni che parlano di alcuni quartieri di Roma (Somalia, Talenti, Montesacro), mi piace trovare nella città uno specchio per quello che sento, è come se l’atmosfera attorno a me facesse uscire fuori quello che ho da dire.
Hai già ottenuto importanti successi. Come gestisci la pressione e le aspettative che derivano dal crescere artisticamente in un ambiente così competitivo?
È difficile, il fatto che oggi la musica sia incentrata solo su numeri e competizioni a volte mi fa distrarre dall’aspetto artistico che è quello più importante, che mi fa stare bene. Detto questo cerco di non farmi abbattere da certe dinamiche perché se si vuole cambiare il mondo della musica è necessario arrivare ad avere una posizione più influente.
Quali sono i prossimi passi per Polemica? Hai già in mente nuovi progetti?
Innanzitutto scrivere, continuare a scrivere sempre. E poi la prossima uscita è molto vicina, ma non dico ancora niente.
Grazie Polemica ed un saluto dal nostro staff!
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