Enrico Galiano torna in libreria con “Quel posto che chiami casa”, in uscita dal 13 Maggio 2025, affrontando con delicatezza e autenticità il tema dell’identità, del lutto e della ricerca di sé. Dopo il successo di romanzi come “Eppure cadiamo felici” e “Geografia di un dolore perfetto”, l’autore friulano – amatissimo da lettori giovani e adulti – dimostra ancora una volta di saper parlare alle emozioni più intime, con uno stile che unisce leggerezza e intensità.
a cura della redazione
La protagonista, Vera, vive da sempre con una voce nella testa: quella del fratello Cè, morto quando lei aveva solo quattro anni. Una presenza ironica e scomoda, tenera e impietosa, che l’accompagna nel difficile cammino verso la consapevolezza di sé. Cè non è solo un ricordo, ma una sorta di coscienza narrante che la sprona, la sfida, la destabilizza. Attraverso questa voce, Galiano costruisce un romanzo che gioca con i confini tra realtà e allucinazione, tra razionalità e intuizione, fino a restituire al lettore una potente riflessione sull’essere vivi – e sulla libertà di esserlo davvero, anche quando si è fuori dagli schemi.
“Quel posto che chiami casa” è un romanzo di formazione che tocca corde profonde senza mai scivolare nella retorica. Vera, stretta tra le aspettative familiari, il peso di un fratello mitizzato e il desiderio di verità, è un personaggio vibrante, fragile e testardo. Il suo incontro con Francesco – misterioso, empatico, sorprendentemente affine – rappresenta il punto di svolta: un nuovo specchio in cui rivedersi, un’occasione per rimettere in discussione tutto.
L’autore si conferma un narratore capace di costruire mondi emotivi credibili, popolati da adolescenti e giovani adulti che cercano il proprio posto nel mondo. La scrittura è fluida, punteggiata da frasi che restano, da immagini evocative e citazioni originali che fanno riflettere senza appesantire. L’autore non rinuncia alla sua cifra poetica, né al suo approccio pedagogico: c’è sempre, tra le righe, l’insegnante che ascolta prima di parlare, che accompagna senza giudicare.
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