Recensione di “Le otto montagne” di Paolo Cognetti: Un viaggio intimo tra amicizia e montagna

Paolo Cognetti, con il suo romanzo “Le otto montagne”, pubblicato da Einaudi Editore l’8 novembre 2016, ha saputo catturare l’essenza della montagna e dell’animo umano in un’opera che non solo ha vinto il Premio Strega nel 2017, ma ha anche conquistato i cuori dei lettori di tutto il mondo, con traduzioni in 35 lingue e un adattamento cinematografico pluripremiato nel 2022.

La storia, che si snoda tra le vie frenetiche di Milano e i paesaggi maestosi della Valle d’Aosta, segue le vicende di Pietro, un ragazzo di città, e Bruno, un giovane montanaro, legati da un’amicizia tanto profonda quanto complessa. Il romanzo è diviso in tre parti, ognuna delle quali esplora una fase della loro vita e del loro rapporto con la montagna.

Nella prima parte, “Montagna d’infanzia”, assistiamo alla nascita dell’amicizia tra Pietro e Bruno, tra estati di esplorazioni e scoperte nei dintorni del paesino di Grana. Cognetti dipinge con maestria il contrasto tra il mondo urbano e quello rurale, esaltando la bellezza e la semplicità della vita montana. La montagna diventa il luogo di incontro e di crescita per i due ragazzi, un rifugio dalle complessità della vita cittadina e familiare.

“La casa della riconciliazione”, la seconda parte, rappresenta il punto di svolta nel romanzo. Dopo la morte del padre, Pietro eredita un piccolo terreno in alta montagna e decide di ricostruire una baita con l’aiuto di Bruno. Questo processo di ricostruzione non è solo fisico, ma anche simbolico, rappresentando il tentativo di Pietro di riconciliarsi con il passato e con le sue radici. La narrazione di Cognetti è toccante e sincera, capace di trasmettere il valore della fatica condivisa e dell’amicizia ritrovata.

Infine, in “Inverno di un amico“, l’autore ci porta nella fase adulta dei protagonisti, dove le scelte di vita li portano su strade diverse. Pietro, ormai documentarista, si allontana sempre più dall’Italia, mentre Bruno, travolto dai debiti e dalle difficoltà, si isola nella baita ricostruita. Il romanzo si conclude con un finale aperto e tragico, lasciando il lettore con un senso di malinconia e riflessione sulla fragilità delle relazioni umane e sulla potenza della natura.

“Le otto montagne” è molto più di un romanzo di formazione; è un omaggio alla montagna e al legame indissolubile che essa crea tra le persone. I temi del rapporto padre-figlio, dell’amicizia virile, dell’infanzia e dell’amore per la montagna sono trattati con una sensibilità e una profondità rare. La scrittura di Cognetti è semplice ma evocativa, capace di dipingere immagini vivide e di trasmettere emozioni autentiche.

Un libro che invita a riflettere sul significato della vera amicizia, sull’importanza delle proprie radici e sulla forza della natura. Da leggere sicuramente per chi non avesse ancora fatto.

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