Riccardo Sinisi, nato a Como, ha attraversato il mondo del teatro musicale con versatilità e passione.
Dai suoi primi studi alla Scuola di Ballo del Teatro Sociale di Como, fino alle grandi produzioni internazionali come “Priscilla” e “Frozen”, ha saputo portare il suo talento dalla scena italiana a quella internazionale. In questa intervista, Riccardo riflette sulle sfide del musical, il suo percorso e i ruoli che hanno segnato la sua carriera.
Benvenuto su Che! Intervista, Riccardo! Hai iniziato la tua carriera studiando danza e teatro musicale in Italia, per poi continuare la tua formazione a Londra. Come ha influito questo mix di esperienze italiane e internazionali sulla tua crescita come artista?
Sicuramente aver avuto la possibilità di studiare sia in Italia che all’estero ha influito sulla mia preparazione e sulla mia visione del lavoro. L’Italia è un grande paese pieno di grandi talenti che all’estero vengono apprezzati moltissimo! Ma in Italia si studia si studia principalmente con italiani, la differenza all’estero è che il mercato del lavoro è molto più multiculturale e ciò porta ad un arricchimento sia della scena formativa che di quella lavorativa. Potersi relazionare con artisti da tutto il mondo ti apre la mente e ti fa crescere molto.
Hai interpretato ruoli iconici in musical come Priscilla, Grease e West Side Story. Qual è stato il ruolo più sfidante che hai affrontato e in che modo ha cambiato il tuo approccio al palcoscenico?
Questa è una domanda molto difficile, ho avuto la fortuna, in 12 anni di carriera, di poter interpretare molti ruoli diversi in più di 14 musical nazionali ed internazionali. Sicuramente il ruolo di Adam/ Felicia è stato molto importante per me, è stato il mio primo lavoro professionale ed aver avuto la fortuna di iniziare fin da subito con un ruolo così importante ha sicuramente segnato la mia vita lavorativa. Devo dire che ogni ruolo mi ha lasciato qualcosa, la spensieratezza di Ren in footloose, la fragilità di Paul in A chorus line, l’energia di kenickie in grease o la forza di Tarzan in Tarzan, solo per citarne alcuni. Sono grato per ogni personaggio e per ogni spettacolo che ho avuto l’onore di poter portare in scena. Ognuno ha le proprie sfide e criticità quindi devo dire che ogni ruolo ed ogni spettacolo mi ha reso il performer che sono oggi.
Il mondo del musical richiede una combinazione di abilità straordinarie: danza, canto e recitazione. Come riesci a mantenere in equilibrio queste tre discipline nel tuo lavoro quotidiano?
Il lavoro del performer di musical è molto difficile e stancante, in Italia e all’estero. Io cerco di tenermi in forma facendo palestra e mangiando sano. E per la parte artistica non ho mai smesso di studiare ed andare a lezione di canto e di danza.
Hai studiato canto con importanti insegnanti come Tiziana Salvador e Matthew Shaw. Quanto è stato importante per te avere una formazione vocale solida e come ha influenzato le tue performance nei musical?
La formazione vocale è fondamentale, sopratutto se si mira ad interpretare ruoli principali. Trasferendomi spesso in città diverse per lavoro è sempre una sfida trovare un insegnante di canto che possa aiutarmi a crescere sempre di più come cantante. Sicuramente con gli anni ho cambiato il mio modo di cantare per renderlo più sano e sostenibile. Fare 8 spettacoli a settimana tutte le settimane richiede una grande padronanza e costanza.
Hai avuto la possibilità di lavorare in diverse produzioni internazionali, da Cats a Frozen. Quali differenze hai notato nel modo in cui il teatro musicale viene prodotto e accolto in paesi diversi come Germania, Austria e Italia?
Attualmente mi trovo in Germania, per la precisione a Stoccarda nel musical Disney Tarzan. Il mondo del musical in Germania ed in Austria è molto più ricco di quello italiano, ci sono grandi produzioni e spettacoli long run che durano per molti anni, qui si ha la possibilità di lavorare negli stessi spettacoli che si trovano a Londra e a Broadway, gli shows sono identici semplicemente in tedesco. Lavorare con i team creativi americani ed inglesi è sicuramente un esperienza ed un bagaglio artistico insostituibile. L’Italia è un grande paese ma per via del mercato le produzioni fanno fatica a fare grandi investimenti. I contratti diventano più corti di anno in anno e rendono il lavoro del performer italiano molto precario. All’estero si hanno garanzie e sicurezze che aime in Italia ad oggi non esistono. Se potessi fare lo stesso lavoro che faccio qui in Germania a Milano non ci penserei due volte a tornare indietro.
Lavorare come swing e cover in grandi produzioni come Cats e Frozen richiede una grande versatilità. Come ti prepari per gestire più ruoli contemporaneamente, e cosa ti ha insegnato questa esperienza sulla flessibilità sul palcoscenico?
La mia esperienza come swing è iniziata quasi 6 anni fa a Vienna con cats per poi continuare in Germania con frozen e Tarzan. Il lavoro dello swing è incredibile, richiede molta dedizione e flessibilità ma io non lo cambierei per niente al mondo, facendo 8 spettacoli a settimana, cambiare ruolo tutto i giorni mi permette di non annoiarmi e di avere una varietà artistica nel lavoro che non potrei avere con altre posizioni. Inoltre io ho sempre fatto swing – Cover dei ruoli da protagonista quindi posso ballare, cantare e recitare in molti modi diversi. È una palestra incredibile per un artista.
Tra i tanti ruoli che hai interpretato, c’è uno che ti ha particolarmente toccato a livello personale o che senti più vicino alla tua personalità?
Non so se sia per il fatto che è il ruolo che interpreto in questo momento ma ultimamente mi sento molto vicino al ruolo di Tarzan. Tarzan è un uomo buono ed onesto che crede nell’amore e nell’amicizia. Quindi ad oggi direi questo ma come citavo in precedenza ho trovato aspetti della mia personalità in ogni ruolo che ho avuto la fortuna di poter portare in scena. Noi persone siamo esseri complessi fatti di forze e fragilità e così lo sono anche i personaggi sul palcoscenico, possiamo sempre trovare aspetti del nostro carattere o similitudini con il nostro passato e la nostra vita che ci aiutino a dare verità al personaggio.
Oltre alla tua carriera nel musical, hai studiato opera e canto moderno. C’è qualche possibilità che tu possa esplorare altri generi musicali o teatrali in futuro? Quali sono le tue ambizioni artistiche a lungo termine?
Non credo di aver la preparazione necessaria per poter esplorare il mondo dell’opera. Il musical è ciò a cui ho dedicato tutta la mia vita e per ora sono contento. Mi piacerebbe poter esplorare il cinema o la prosa, il canto in molte sue sfumature ma ad oggi vedo ancora il mio futuro a teatro e con i musicals. Nel mio futuro aime non vedo l’Italia ma credo di rimanere all’estero, la mia vita ora è qui e sono affezionato alle condizioni lavorative dei paesi stranieri. Ma ovviamente mai dire mai.
Hai calcato palcoscenici importanti come l’Arena di Verona e il Teatro Nazionale di Milano. Quali sono i momenti più memorabili della tua carriera fino ad oggi?
L’Arena di Verona è un palcoscenico incredibile che ho avuto la fortuna di poter calcare in più di un occasione. Non dimenticherò mai l’emozione di cantare all’arena ma anche il debutto di ogni singolo spettacolo, la prima volta che ho cantato in tedesco, la prima chiamata per dirmi che mi avevano preso in uno show. Questo lavoro ti regala momenti ed emozioni indescrivibili e continua ad emozionarmi.
10. Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? C’è un ruolo o una produzione che sogni di interpretare e che rappresenterebbe il prossimo passo nel tuo percorso artistico?
Vedo il mio prossimo futuro in Germania, attualmente ho ancora un anno di Tarzan da fare ma ho già iniziato le audizioni per la stagione 2025/2026 non posso dire molto sui miei prossimi progetti lavorativi ma ci saranno belle sorprese all’orizzonte. Ma di un progetto posso parlare ed è quello della mia vita privata, nel mio futuro vedo un matrimonio e la creazione di una vita insieme al mio partner. Sono ad un punto della mia vita e della mia carriera dove voglio dare la stessa priorità al mio futuro lavorativo ma anche a quello privato.
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