Rita Monforte, chef siciliana, food creator e scrittrice, concorrente della 11^ edizione di MasterChef Italia

Rita Monforte ha costruito la sua carriera intorno a una cucina profondamente radicata nella tradizione e guidata da un forte impegno verso la sostenibilità. Dopo aver conquistato il pubblico a MasterChef Italia e lavorato nel prestigioso ristorante stellato Otto Geleng, Rita ha continuato a innovare e a promuovere una cucina che riduce gli sprechi e valorizza ogni ingrediente. Nel suo libro Ai Vostri Ordini, curato da Debora Scalzo, Rita condivide la sua storia personale e la sua visione della cucina come un racconto di vita, tradizione e connessione umana.

Benvenuta Rita, il tuo percorso nel mondo della cucina è stato arricchito con l’esperienza come concorrente a MasterChef Italia. Quali sfide hai affrontato in quella fase e come ha influenzato la tua visione di una cucina sostenibile?
Partecipare a MasterChef Italia è stata un’esperienza intensa e indimenticabile. Fin dal primo momento, mi sono trovata a dover affrontare sfide che richiedevano non solo abilità culinarie, ma anche una grande capacità di adattamento e rapidità nel prendere decisioni sotto pressione. Ricordo quei momenti in cui il tempo scorreva velocemente, le aspettative erano alte e la necessità di mantenere la calma era fondamentale.
Quello che ho imparato più di tutto è stato a fidarmi del mio istinto. Quando sei in una cucina così frenetica, non c’è tempo per ripensare ogni dettaglio, devi seguire la tua intuizione e mettere in pratica tutto quello che hai imparato nel tempo. È stata una vera palestra di vita, non solo per migliorare tecnicamente, ma anche per crescere personalmente.
La cosa che mi ha colpito di più è stata la capacità della cucina di connettere le persone. Durante MasterChef, ho visto come un piatto possa evocare emozioni e raccontare una storia. Questo ha rafforzato il mio desiderio di creare esperienze culinarie che vadano oltre il semplice mangiare, cercando di portare in ogni piatto un pezzo di me, delle mie radici e delle mie esperienze.
In più , credo che la cucina possa essere un mezzo per trasmettere un messaggio importante: possiamo mangiare bene, con gusto, e allo stesso tempo prenderci cura del nostro pianeta. E se c’è una cosa che ho portato con me da quella esperienza, è proprio questa convinzione.

Presentare il tuo libro al festival Etnabook di Catania attraverso uno show cooking è una scelta affascinante. Come pensi che il legame tra parole e sapori possa arricchire l’esperienza del pubblico e coinvolgerlo emotivamente?
Sicuramente è un’occasione unica perché unisce due cose che amo: la cucina e le parole. Per me, cibo e racconto sono strettamente legati. Ogni piatto ha una storia da raccontare, un ricordo o un’emozione che può essere condivisa non solo attraverso le pagine di un libro, ma anche attraverso i sapori e i profumi
Penso che il cibo abbia un potere unico: quello di farci viaggiare nei ricordi, di farci sentire a casa anche quando siamo lontani, di farci emozionare in modi che a volte è difficile spiegare. Condividere questa esperienza con il pubblico, attraverso lo show cooking, significa creare un momento di connessione profonda. Vorrei che chi assiste possa portare via non solo una ricetta, ma un pezzo di quella storia, di quelle emozioni che ho cercato di raccontare nel libro.
In fondo, cucinare è un modo per prendersi cura degli altri, ed è esattamente quello che spero di fare, sia con le parole che con i piatti.

Qual è stato il tuo approccio nel collaborare con Debora Scalzo per dare forma e narrazione al tuo libro “Ai Vostri Ordini, pubblicato da Santelli Editore? Quali aspetti ti hanno colpito di più?
Debora è davvero una gran bella persona e abbiamo subito creato un ottimo feeling. Abbiamo parlato tanto, il che ci ha aiutato a legare e a capire meglio il progetto. Non era facile, anzi, è stato forse unico nel suo genere: raccontare momenti particolari della mia vita, sia quelli bui che quelli felici, creando una sorta di alternanza.
Lei ha sempre sostenuto che i lettori dovevano conoscermi così come lei mi aveva conosciuto, facendosi un’idea chiara di chi sono. La prima volta che l’ho invitata a casa, le preparai un dolce al pistacchio. Mentre parlavamo, le raccontai la storia di quel dolce, un racconto personale che parlava di esperienze vissute e dei ricordi che quel piatto evocava in me. Fu lì che Debora mi suggerì di scrivere il libro in questo modo, legando le ricette alle mie esperienze di vita.
Includere le ricette poteva sembrare un po’ azzardoso, un mix tra un libro di cucina e un’autobiografia narrativa. Ma Debora mi ha guidato sulla strada giusta, aiutandomi a dare vita a un prodotto davvero unico. Siamo riusciti a raccontare la storia di una ricetta in modo narrativo, legando i miei ricordi e le mie esperienze a ogni piatto. Questo approccio ha reso il libro speciale e personale.

Hai avuto l’onore di lavorare nel ristorante stellato Otto Geleng a Taormina. Come descriveresti l’impatto di questa esperienza nella tua carriera e nella tua evoluzione come chef?
La vita di uno chef è dura, e in un ristorante stellato lo è ancora di più. L’attenzione alla qualità, ai dettagli e alla presentazione è davvero fondamentale, ogni piatto deve essere perfetto, non c’è margine di errore. Il lavoro di squadra è cruciale in una cucina stellata, perché solo collaborando si può mantenere un livello così alto di eccellenza.
La mia evoluzione come chef nasce proprio dalle tecniche che ho imparato nel tempo e dalla capacità di lavorare gli ingredienti in maniera insolita, per creare sapori e texture unici. Questa esperienza, mi ha insegnato ad andare oltre il semplice cucinare. Esplorare nuovi abbinamenti, trasformare ingredienti comuni in qualcosa di speciale, e giocare con le consistenze per offrire ai commensali qualcosa di unico.
Mi sento fortunata ad aver fatto questa esperienza, e ancora di più ad aver incontrato due colleghi come Daniele e Riccardo. Sono due ragazzi talentuosi che, con affetto e tanta disponibilità, mi hanno insegnato passo passo come muovermi in questo mondo complesso. Mi hanno aiutato a crescere e a capire cosa significa davvero lavorare in un ristorante stellato, e per questo sarò sempre grata.
Oggi, però, la mia visione è cambiata. Lavorare in uno stellato è stato importantissimo, ma ora voglio creare cibo e ricette che combinino le tecniche che ho imparato con un’attenzione particolare alla sostenibilità. Il mio obiettivo è realizzare piatti che abbiano zero sprechi, utilizzando anche le parti degli ingredienti che normalmente vengono scartate. Credo che si possa fare alta cucina senza sprechi, trovando il modo di valorizzare ogni singolo elemento di un ingrediente. Questo approccio non solo esalta la creatività, ma rende la cucina più consapevole e responsabile verso l’ambiente.

La sostenibilità è un tema centrale nel tuo lavoro. Cosa ti ha ispirato a rendere la riduzione degli sprechi alimentari un pilastro della tua cucina, e quali sono i principi chiave che segui in questo ambito?
La sostenibilità è diventata un tema centrale nella mia cucina proprio perché mi sono resa conto di quanto cibo va sprecato ogni giorno. Vedere quanti ingredienti finiscono nella spazzatura mi ha colpito profondamente e mi ha spinto a riflettere su come poter ridurre gli sprechi nel mio lavoro. L’ispirazione è nata anche grazie a chef come Igles Corelli, che ha fatto della cucina circolare il suo punto di forza. Le sue ricette mi hanno riportato indietro nel tempo, facendomi pensare alla cucina di mia madre. Anche lei, con gli ingredienti di scarto, riusciva a realizzare piatti eccezionali. Ho parlato di questo anche nel mio libro: guardare indietro, riscoprire il valore delle tecniche del passato è diventato essenziale per poter andare avanti in maniera consapevole.
Ridurre gli sprechi significa dare dignità a ogni ingrediente, trovare modi creativi per utilizzare ogni parte, anche quelle che di solito vengono scartate.
I principi chiave che seguo in questo ambito sono semplici ma fondamentali:
Valorizzare ogni parte dell’ingrediente: dagli scarti delle verdure alle bucce, tutto può essere trasformato in qualcosa di utile, riducendo il più possibile ciò che viene eliminato.
Rispetto per la stagionalità: utilizzare ingredienti di stagione non solo migliora il gusto dei piatti, ma aiuta a ridurre l’impatto ambientale.
Innovazione con radici nel passato: guardare al futuro della cucina sostenibile, senza dimenticare le lezioni che ci arrivano dalla tradizione, come facevano le nostre nonne e mamme, che non sprecavano nulla.
Questo approccio mi permette di creare una cucina più consapevole e responsabile, in linea con i valori in cui credo profondamente.

Il tuo tortino di sarde ripieno di baccelli di fave è stato premiato da La Cucina Italiana come la migliore ricetta italiana nella categoria sostenibilità. Cosa rappresenta per te questo riconoscimento e quali emozioni ti ha suscitato?
Il riconoscimento da parte de La Cucina Italiana per il mio tortino di sarde ripieno di baccelli di fave è stato un momento di grande orgoglio e soddisfazione. Per me, questo premio rappresenta molto più di un successo personale: è il riconoscimento di un percorso che ho intrapreso verso una cucina sostenibile e consapevole. Significa che il messaggio che voglio trasmettere con i miei piatti – quello di valorizzare ogni ingrediente, anche le parti che normalmente verrebbero scartate – è stato compreso e apprezzato.
È stata un’emozione incredibile vedere come una ricetta che racchiude i miei principi sia stata considerata la migliore nella categoria sostenibilità. Il tortino di sarde ripieno di baccelli di fave è il perfetto esempio di ciò che voglio realizzare: un piatto semplice ma ricco di sapore, che rispetta la tradizione e, allo stesso tempo, abbraccia l’innovazione con un occhio attento alla riduzione degli sprechi.
Questo riconoscimento mi ha dato ancora più forza e motivazione per continuare su questa strada, e mi ha confermato che è possibile fare alta cucina con un approccio etico e rispettoso dell’ambiente. È stata una conferma che il mio lavoro non riguarda solo il piacere del palato, ma anche la responsabilità verso ciò che cuciniamo e consumiamo.

Sei stata premiata con il Premio Talento Siciliano 2023 e hai vinto il primo premio sostenibilità nel contest Unieuro-Electrolux. Come pensi che questi riconoscimenti possano influenzare la percezione del pubblico riguardo al tema della sostenibilità alimentare?
Questi riconoscimenti non solo riconoscono il mio impegno, ma aiutano a far capire al pubblico quanto sia importante ridurre gli sprechi e usare gli ingredienti in modo consapevole.
Mi fa davvero piacere pensare che il mio lavoro possa ispirare altre persone a fare attenzione a questi aspetti. La sostenibilità e zero sprechi  è un tema che mi sta molto a cuore, e credo che con piccoli gesti, come non sprecare il cibo o usare ogni parte degli ingredienti, possiamo fare tanto per l’ambiente e per noi stessi. Questi premi mi danno la possibilità di far arrivare questo messaggio a sempre più persone, e spero che possano spingere altri a riflettere sulle loro scelte in cucina.

La “Pasta alla Norma Zero Sprechi” è diventata un simbolo del tuo impegno per la sostenibilità. Quali erano i pensieri e le riflessioni che hanno accompagnato la creazione di questa ricetta e cosa speri che trasmetta ai consumatori?
La “Pasta alla Norma Zero Sprechi” nasce da un approccio semplice ma innovativo. La melanzana viene cotta a vapore, e l’acqua che si aromatizza durante la cottura non viene buttata, ma riutilizzata per cuocere la pasta, arricchendola di sapore. Le bucce delle melanzane, invece di essere scartate, vengono trasformate in polvere da usare nell’impasto o fritte per creare un crunch che arricchisce il piatto.
Anche i pomodorini sono scelti di stagione e a km zero, rispettando la stagionalità e sostenendo i produttori locali. Con l’uso di queste tecniche semplici, ma efficaci, si riesce a creare un piatto che onora la tradizione della Pasta alla Norma, ma allo stesso tempo è sostenibile e a zero sprechi.
Spero che questa ricetta dimostri come, con piccoli gesti e un po’ di creatività, si possano fare grandi cose in cucina, rispettando gli ingredienti e l’ambiente. Il modo migliore per farlo è sempre quello più semplice: partire da ciò che abbiamo, senza sprechi, e con rispetto per la terra e le risorse che ci offre.

In che modo la tua terra, la Sicilia, ha influenzato la tua cucina e come le sue tradizioni gastronomiche si riflettono nelle tue creazioni culinarie?
La mia cucina è un vero atto d’amore verso la mia terra, e lo esprimo attraverso l’uso di ingredienti locali e stagionali come le melanzane, i pomodori, i pistacchi e le erbe aromatiche. Questi sono simboli della nostra tradizione, ma soprattutto sono il cuore di ciò che rende speciale la cucina siciliana.
Le tradizioni gastronomiche siciliane si ritrovano nelle mie creazioni attraverso la volontà di preservare i sapori veri, ma con un tocco di innovazione. Piatti come la “Pasta alla Norma Zero Sprechi” sono un esempio di come cerco di rivisitare i classici, mantenendo l’anima della ricetta ma con un approccio più moderno e sostenibile. La Sicilia, con la sua cucina ricca di storia e influenze culturali, mi ha insegnato a creare piatti che raccontano una storia, che uniscono passato e presente, rispettando le radici ma guardando al futuro.
In ogni piatto che preparo, c’è sempre un pezzo di Sicilia: il sole, il mare, i paesaggi, e soprattutto la cultura del rispetto per il cibo e per chi lo produce. Questa terra mi ha dato tanto, e la mia cucina è il mio modo di restituire qualcosa, raccontando la sua bellezza attraverso i sapori.

Guardando al futuro, quali sono i tuoi prossimi progetti e come speri di continuare a promuovere una cucina che sia allo stesso tempo creativa, radicata nella tradizione e attenta alla sostenibilità?
Guardando al futuro, ho tanti progetti entusiasmanti in cantiere, sempre con l’obiettivo di promuovere una cucina che sia creativa, radicata nella tradizione e attenta alla sostenibilità. Sto ultimando il mio secondo libro, questa volta un ricettario con 100 ricette sostenibili e zero sprechi. È un progetto a cui tengo moltissimo perché voglio dimostrare che chiunque può cucinare in modo consapevole, senza rinunciare al gusto. Le ricette saranno alla portata di tutti, con ingredienti di stagione e tecniche semplici che permettono di creare anche piatti gourmet. Ho dedicato un’attenzione particolare anche alle ricette vegane e vegetariane, e ci saranno tante proposte a base di pesce, verdure e legumi, arricchite da spezie e aromi per rendere ogni piatto unico.
Inoltre, vi svelo in anteprima un progetto davvero ambizioso a cui sto lavorando: un format di cucina zero sprechi. L’autrice e ideatrice di questo progetto è mia figlia, Elisabetta Lo Greco, e sarà distribuito da Debora Scalzo. È un’iniziativa a cui tengo molto, perché mi permetterà di diffondere ancora di più il messaggio dell’importanza di ridurre gli sprechi alimentari, mostrando a tutti come, con un po’ di creatività, si possa fare la differenza anche in cucina.
Sono davvero emozionata per ciò che verrà, e non vedo l’ora di continuare a condividere questo viaggio verso una cucina sempre più rispettosa dell’ambiente e delle nostre tradizioni.

Per saperne di più:
Facebook | Instagram

Richiedi un’intervista esclusiva, una recensione del tuo libro o raccontaci la tua storia! Contattaci qui per iniziare!

Fai una domanda all’autore

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.
Inserisci il tuo nome e cognome
Inserisci qui il nome dell’autore al quale rivolgere la tua domanda.
Inserisci qui il testo della tua domanda
Privacy Policy
I suoi dati verranno trattati secondo la vigente normativa sulla Privacy Policy – GDPR – Regolamento 2016/679
Copy link