Rosewood, – @rosewood_off – nome d’arte di un artista che ha iniziato il suo percorso musicale sin da giovanissimo, ha saputo fondere generi diversi in un progetto eclettico e indipendente. Con una formazione che spazia dal jazz alla composizione per il cinema, Rosewood ci accompagna in un viaggio musicale autentico, che trova nella performance live il suo punto di forza. In questa intervista, esploriamo le sue ispirazioni, le esperienze più memorabili e il significato dietro il suo ultimo singolo “ODIO”, dove l’artista riflette sulla società e sull’industria musicale con una forte carica emotiva.
A cura di Noemi Aloisi
Benvenuto Rosewood, la tua formazione musicale parte fin da giovanissimo, infatti dopo le scuole medie scegli il Liceo Musicale. Qual’è stato il tuo primo approccio con la musica?
Buon pomeriggio e grazie per la fantastica opportunità. Il mio primo approccio con la musica risale a quando avevo 12 anni, con la scoperta dei primi gruppi che risvegliarono il mio gusto musicale. Il percorso da musicista parte nello stesso periodo, con la fondazione di una band insieme ad un gruppo di amici.
Al conservatorio hai studiato Chitarra Jazz scegliendo l’indirizzo pop, oltre alla chitarra hai mai suonato anche altri strumenti?
Il mio strumento principale, quello per cui mi sono formato, è la chitarra. Successivamente ho implementato la conoscenza e l’uso della voce, dedicandomi al canto e alla parte autoriale. So suonare altri strumenti oltre ai sopracitati, nello specifico la batteria, il basso, la tastiera (poco) e tutta la famiglia dei vari strumenti a tastiera percossa, come Xilofono, Vibrafono, Marimba e Glockenspiel.
Dopo il conservatorio hai conseguito un Master in Composizione di Musica da Film, al momento hai già composto qualcosa?
La scelta di seguire un Master in Composizione per Musica applicata alle Immagini nasce da una curiosità personale, senza l’intenzione di voler necessariamente mettere in pratica a livello lavorativo le competenze acquisite. Mi sono cimentato nella composizione in qualche sporadica occasione, musicando scene di progetti audiovisivi per ensemble misti.
Attualmente oltre al tuo progetto musicale sei anche un insegnante di musica e sostegno nelle scuole medie. Da cosa deriva questa scelta e cosa ti piace di questa attività?
La scelta è stata piuttosto naturale, essendo sempre stato portato per l’insegnamento e considerando il titolo di studio conseguito che mi permette di esercitare la professione. In questo anno sono docente di sostegno nelle scuole medie; dell’attività adoro la possibilità di formare e stimolare le giovani menti e, conseguentemente, il nostro futuro.
A settembre del 2021 dai vita al tuo progetto musicale, nel quale si fondono diversi generi. A collaborare sono anche altri elementi, parlaci del progetto e della formazione.
Il progetto rosewood è un progetto solista e di fatto è sempre stato indipendente: mi occupo in prima persona di tutti gli aspetti relativi al mio percorso, da quelli artistici a quelli economici. Fare musica è respirare, espressione naturale del proprio essere e semplice necessità biologica; come tale la produzione è variegata e genuina, tra modernità e antichità, cantautorato che strizza l’occhio ad un pop eclettico e d’oltreoceano, urban, hip hop ed elettronica. Punto di forza è la performance live e la formazione che mi accompagna, formata da Matteo Desantis, Filippo Angiolini, Francesco Costanza e Alessio Scorsolini.
Da cosa ti lasci ispirare quando scrivi i testi delle tue canzoni?
Le ispirazioni per i miei testi nascono dagli episodi di vita quotidiana e dalle emozioni provocate da essi. Tutti gli eventi vissuti sono una fonte di ispirazione!
La performance live è il tuo punto di forza e tieni alla tua immagine scegliendo con cura il tuo stile, cosa vorresti lasciare al pubblico?
Mi piacerebbe che il pubblico si divertisse tanto, che abbia la possibilità di perdersi nella performance e che provasse le mie stesse emozioni. Mi piacerebbe che, dopo un concerto, chi fosse presente pensi: “Che bella serata, mi sono proprio divertito/a!”
Durante la tua carriera artistica hai avuto modo di partecipare a molti eventi, quale esperienza ricordi con più piacere?
Le esperienze che ricordo con più piacere, su tutte, sono quelle che ci hanno permesso di solcare palchi più grandi con un pubblico di ampio respiro, come l’Umbria che Spacca e il Chroma Festival. Menzione speciale anche al concorso Musicultura, fantastica esperienza e opportunità di crescita.
Il tuo ultimo singolo “ODIO” è fuori ovunque, cosa volevi trasmettere con questo pezzo?
Odio è un brano che nasce in un momento di forte disillusione nei confronti della società, del perbenismo e dell’industria musicale, momento nel quale avevo bisogno di tornare alla radice e riscoprire le motivazioni che mi spingono ad intraprendere questo percorso artistico. Volevo trasmettere questa forte disillusione, come a dare un segnale forte, in primis a me stesso, per ricordarmi che fare musica è prima di tutto un bisogno primario e che non dovrebbe essere inquinato dalle sovrastrutture del mondo di oggi.
Al momento a cosa stai lavorando? C’è qualcosa che puoi anticiparci?
Non smetto mai di lavorare al progetto, tramite la creazione e la pubblicazione di nuovi brani e una forte attività concertistica, tra festival e concorsi di vario tipo. Il focus principale è verso il live, per il quale mi aspetta un periodo di grande attività con un tour nei principali live club della penisola. Nei primi mesi del nuovo anno pubblicherò un nuovo EP contenente 5 o 6 brani inediti.
Grazie per la fantastica intervista e buon proseguimento!
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