Rossano Torre: la passione per il pianoforte classico tra tradizione e innovazione

Rossano Torre, pianista originario di Salerno, ha saputo costruire un percorso musicale unico, partendo da una formazione classica e autodidatta per sviluppare un’interpretazione personale delle grandi opere del Romanticismo e oltre. Le sue esecuzioni di Chopin, Schumann e Debussy hanno catturato l’attenzione del pubblico e della critica, grazie a una sensibilità che va oltre la tecnica. Con progetti discografici come “Rossano Torre, The Classical Piano Masterpieces” e l’EP “Performing Classics: Claude Debussy, Aleksandr Skrjabin”, Torre esplora nuovi orizzonti musicali, offrendo una visione fresca e coinvolgente delle opere dei grandi maestri. In questa intervista ci racconta il suo percorso, le sue ispirazioni e l’evoluzione del suo approccio al pianoforte.

a cura di Antonio Capua


Rossano, la tua formazione musicale è iniziata presso il Conservatorio “G. Martucci” di Salerno, ma hai poi sviluppato un approccio autodidatta. Come ha influenzato questa scelta il tuo modo di interpretare la musica classica?
La scelta di proseguire il mio percorso in modo autodidatta mi ha permesso di esplorare la musica in maniera più personale e libera. Questo approccio mi ha dato la possibilità di sviluppare un’interpretazione più autentica e originale delle opere classiche, integrando influenze diverse e sperimentando con nuove tecniche. Credo che questa combinazione di formazione accademica e autodidattica mi abbia reso un musicista più versatile e creativo.

Hai sempre mostrato una predilezione per il Romanticismo musicale, con autori come Chopin, Brahms e Schumann. Cosa ti affascina maggiormente di questo periodo e come lo rendi tuo nelle tue esecuzioni?
Il Romanticismo musicale mi affascina per la sua profondità emotiva e la sua capacità di esprimere sentimenti complessi e sfumati. Autori come Chopin, Brahms e Schumann hanno saputo tradurre in musica le emozioni più intime e personali, creando opere che risuonano profondamente con l’ascoltatore.
Ciò che mi colpisce maggiormente di questo periodo è la libertà espressiva e l’enfasi sull’individualità dell’artista. Nelle mie esecuzioni, cerco di rendere mio questo repertorio attraverso un’interpretazione che valorizzi le sfumature emotive e le dinamiche, cercando di entrare in sintonia con l’anima del compositore. Mi piace esplorare le possibilità espressive di ogni pezzo, aggiungendo il mio tocco personale e cercando di comunicare con il pubblico in modo diretto e sincero.

Le tue interpretazioni di Debussy, come “Clair de Lune” e “La fille aux cheveux de lin”, sono state apprezzate per la loro delicatezza. Come riesci a trasmettere la fluidità e l’atmosfera impressionista così tipica di Debussy?
Debussy è un compositore che richiede una sensibilità particolare per essere interpretato “correttamente”. La sua musica è caratterizzata da una fluidità e da un’atmosfera impressionista (anche se Debussy stesso ricusava questa attribuzione) che evocano immagini, flash e sensazioni piuttosto che raccontare storie precise. Per trasmettere questa delicatezza, mi concentro molto sul tocco e sul controllo del pedale, elementi fondamentali per creare le sfumature sonore tipiche di Debussy.
In brani come “Clair de Lune” o “La fille aux cheveux de lin”, cerco di immergermi completamente nell’atmosfera del pezzo, lasciandomi guidare dalle immagini e dalle emozioni che la musica evoca. Lavoro molto sulla dinamica e sul fraseggio, cercando di mantenere una linea melodica fluida e continua, quasi come se stessi dipingendo con il suono. Inoltre, mi sforzo di mantenere un equilibrio tra precisione tecnica e libertà espressiva, per rendere giustizia alla complessità e alla bellezza della musica.

Nel tuo EP “Performing Classics: Claude Debussy, Aleksandr Skrjabin” metti in evidenza due stili molto diversi. Come affronti il passaggio da Debussy a Skrjabin nelle tue esecuzioni, e cosa richiedono questi compositori dal punto di vista espressivo?
Nel mio EP “Performing Classics: Claude Debussy, Aleksandr Skrjabin”, ho voluto esplorare due mondi musicali molto distinti ma ugualmente affascinanti. Debussy e Skrjabin, pur appartenendo a periodi storici vicini, richiedono approcci interpretativi molto diversi.
Debussy, con il suo stile impressionista, richiede una grande attenzione alla fluidità e alle sfumature sonore.
Skrjabin, d’altra parte, è noto per il suo linguaggio musicale più espressivo e spesso drammatico. La sua musica è intensa e richiede una grande energia emotiva. Quando passo da Debussy a Skrjabin, mi preparo mentalmente a un cambiamento di registro espressivo, adottando un approccio più vigoroso e passionale. Skrjabin richiede un controllo tecnico impeccabile, ma anche la capacità di trasmettere la sua visione mistica e trascendentale attraverso la musica.

Hai partecipato a rassegne come “Musica in Galleria… Romanticamente a Milano” e “PianoCity Milano”. Cosa rappresentano per te queste occasioni di esibizione pubblica e come contribuiscono alla tua crescita artistica?
Partecipare a rassegne come “Musica in Galleria… Romanticamente a Milano” e “PianoCity Milano” sono per me un’opportunità straordinaria di connettermi con il pubblico e di condividere la mia passione per la musica. Queste occasioni di esibizione pubblica rappresentano momenti di grande ispirazione e crescita artistica.
Esibirsi in contesti così prestigiosi mi permette di confrontarmi con un pubblico variegato e di ricevere feedback immediati, che sono fondamentali per il mio sviluppo come musicista. Ogni performance è un’occasione per esplorare nuove interpretazioni e per affinare la mia tecnica, oltre che per sperimentare con il repertorio.

Nel tuo progetto discografico “Rossano Torre, The Classical Piano Masterpieces”, hai incluso un vasto repertorio che va da Bach a Scriabin. Quali criteri hai usato per selezionare i brani e cosa li lega nel tuo percorso interpretativo?
Nel progetto discografico “Rossano Torre, The Classical Piano Masterpieces”, ho voluto creare un viaggio musicale che attraversasse diverse epoche e stili, mettendo in luce la ricchezza e la varietà del repertorio pianistico. La selezione dei brani è stata guidata da diversi criteri.
Innanzitutto, ho scelto compositori e opere che hanno avuto un impatto significativo sulla mia formazione e sulla mia carriera. Bach, con la sua straordinaria polifonia e rigore strutturale, rappresenta per me le fondamenta della musica classica. Da lì, ho voluto esplorare l’evoluzione del linguaggio musicale attraverso i secoli, includendo compositori come Beethoven, Chopin, Liszt e, infine, Skrjabin, che con il suo stile innovativo e visionario chiude idealmente questo percorso.
Infine, ho scelto brani che, a mio avviso, sono in grado di comunicare emozioni profonde e universali, creando un legame diretto con l’ascoltatore.

La tua interpretazione del Prélude in A Minor di Skrjabin è stata lodata per l’intensità emotiva e il controllo dinamico. Qual è il tuo approccio per riuscire a bilanciare lirismo e drammaticità nella musica di Skrjabin?
L’interpretazione della musica di Skrjabin, in particolare del Prélude in A Minor, richiede un equilibrio delicato tra lirismo e drammaticità. Skrjabin è un compositore che esprime una vasta gamma di emozioni, spesso in modo molto intenso e complesso. Per riuscire a bilanciare questi elementi, il mio approccio si basa su alcuni principi fondamentali.
Prima di tutto, mi immergo profondamente nello studio del testo musicale, cercando di comprendere le intenzioni del compositore e le sfumature espressive di ogni frase. Questo mi permette di costruire un’interpretazione che rispetti la struttura e il significato del pezzo.
Dal punto di vista tecnico, lavoro molto sul controllo dinamico e sul tocco. Skrjabin richiede una grande sensibilità nel passare da momenti di estrema delicatezza a esplosioni di energia. Per ottenere questo, mi concentro sulla precisione del pedale e sulla gestione delle dinamiche, cercando di mantenere sempre una linea melodica chiara e fluida.
Infine, cerco di entrare in sintonia con l’aspetto emotivo della musica. Skrjabin era un compositore profondamente spirituale e visionario, e la sua musica riflette questa dimensione trascendentale

Hai dichiarato che il tuo progetto musicale è un “work in progress”. Cosa possiamo aspettarci dai tuoi prossimi lavori e ci sono nuovi compositori che desideri esplorare?
La mia prossima sfida (quasi) impossibile è Rachmaninov…ci si aspetterebbe i Piano Concerto ma invece no…la mia sensibilità di artista ricade sempre sui Preludi, che pur nella loro compiutezza musicale trasportano l’immaginazione verso scenari inesplorati.

Hai partecipato a rassegne presso luoghi iconici come la Galleria Vittorio Emanuele II di Milano. Come influisce l’ambiente in cui suoni sull’interpretazione delle tue performance?
Suonare in luoghi iconici come la Galleria Vittorio Emanuele II di Milano è un’esperienza unica che influisce profondamente sulla mia interpretazione delle performance. L’ambiente in cui si suona può avere un impatto significativo sull’atmosfera e sull’energia del concerto.
La Galleria Vittorio Emanuele II, con la sua architettura maestosa e la sua storia, crea un contesto suggestivo che ispira sia l’artista che il pubblico. La bellezza e l’acustica del luogo contribuiscono a creare un’esperienza immersiva, dove ogni nota risuona con una particolare risonanza e profondità.

Con l’evoluzione della musica classica nel panorama digitale, come vedi il futuro di questo genere e quale ruolo pensi possa giocare la tecnologia nella diffusione delle tue opere? Hai già in mente nuovi progetti?
L’evoluzione della musica classica nel panorama digitale offre opportunità straordinarie per la diffusione e l’innovazione di questo genere. Il futuro della musica classica, a mio avviso, sarà caratterizzato da una maggiore accessibilità e da nuove modalità di fruizione, grazie alle tecnologie digitali.
La tecnologia permette di raggiungere un pubblico globale, superando le barriere geografiche e rendendo la musica classica accessibile a chiunque, ovunque si trovi. Piattaforme di streaming, social media e concerti virtuali sono strumenti potenti per diffondere le mie opere e connettermi con gli ascoltatori in modo diretto e immediato.
Inoltre, la tecnologia offre nuove possibilità creative. Ad esempio, l’uso di strumenti digitali e software di produzione musicale AI può arricchire le esecuzioni tradizionali con elementi innovativi, creando esperienze sonore uniche, ma sempre ben consapevoli dell’importanza imprescindibile di non snaturare la loro essenza primordiale.

Grazie Rossano per averci dedicato un pò del tuo tempo! Complimenti per la tua carriera artistica e professionale.

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sito web: rossanotorre.com

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