“Succo” è il nuovo singolo del cantautore torinese Simone Villa disponibile su tutte le piattaforme digitali e in radio dal 7 febbraio. Il brano racconta quei momenti in cui le persone non si capiscono o, forse, si comprendono fin troppo.
a cura di Laura Nasoni
Ciao Simone, cosa vuoi raccontare con “Succo”?
Il brano racconta quei momenti in cui le persone non si capiscono o, forse, si comprendono fin troppo! è come un “mix di emozioni all’interno di una centrifuga di vita e da versare in un bicchiere e da gustare”. Buonissimo!
Parlando per immagini, hai descritto la tua canzone come una serata qualunque, un posto carino, due persone, un gioco, una scommessa, metà genere “HappyVillanesimo”, metà genere pop cantautorale. Cos’è il Villanesimo?
Quante righe ho a disposizione? (Sorride) È una modalità di pensiero, di approccio alla vita e alla quotidianità che spinge l’individuo che ne fa parte a perseguire le proprie passioni alla ricerca della nostra vera identità. Affrontare ciò che realmente ci fa stare bene per provare a trovarci, come un viaggio in interrail in cui ci si impara a conoscere.
Decliniamo la filosofia del Villanesimo alla politica: descrivici brevemente il programma inerente alla tua candidatura alla Presidenza del Consiglio.
Bella domanda! Non è assolutamente mia intenzione né del Villanesimo quella di creare un partito politico. Il Villanesimo, al contrario del partito politico, include e non divide la gente. Tutti possono farne parte. In realtà tutti ne dovrebbero e ne devono far parte!
Sin da piccolo hai avuto la passione per le arti performative. La musica è sempre stata al primo posto?
Ho fatto molte esperienze eterogenee. Recitazione, teatro, cinema, un po’ di danza, ma sicuramente la musica e il canto sono quelle in cui ho dedicato più energia e tempo, quelle in cui mi sono sentito più Simone Villa.
Ci vuole più coraggio a lasciare il posto fisso per dedicarsi interamente alle proprie passioni oppure ce ne vuole di più per percepire l’immobilità nei tempi vuoti di un ufficio statale, a garanzia di uno stipendio sempre puntuale?
Secondo me ci vuole molto coraggio nel riconoscere ciò che realmente siamo e siamo in grado di fare. Perché siamo un po’ anestetizzati da tante cose esterne a noi e facciamo fatica a riconoscerlo. per questo motivo ci spaventa e ci fa paura.
“Succo” parla di incomprensioni, ma anche di forti connessioni. Che sentimenti provi quando qualcuno non ti comprende?
Mi trovo spesso a condividere il mio percorso con persone che non mi comprendono in qualche modo ma piano piano mi sto abituando. Penso sia assolutamente normale che qualcuno con un vissuto e delle emozioni diverse dalle mie, faccia fatica a comprendermi, anche se a volte, a seconda delle situazioni, faccio fatica a comprenderlo.
Quali saranno le sorti del cantautorato italiano?
La figura del cantautore si sta evolvendo. Si è sempre evoluta nel corso dei secoli, e penso che sia la figura all’interno della macchina musicale che più si evolve e narra le storie delle persone, le pulsioni della gente. Non significa che la sua esposizione mediatica sia la stessa delle altre figure, ma questo non ha per forza un risvolto negativo.
Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
Vasco, Jim Morrison, Gino Paoli, Lucio Dalla, Battisti, Mano Manita, Rino Gaetano, Andrea Ciuchetti.
Rispetto ad altri artisti e pezzi di storia della musica, dimmi una canzone che ti salva la vita nei momenti bui; una canzone che canteresti sotto la doccia; una canzone che dedicheresti ad una persona con cui senti di avere una forte connessione.
Ridere di te, Berta filava, Una lunga storia d’amore
Dove possiamo venire a vederti live prossimamente? Prossimi progetti in cantiere invece?
Al Magazzino sul Po (Torino) il 28 febbraio. Oppure al Detune (Milano) il 26 marzo. O da EST (Milano) l’8 marzo
Grazie Simone, un grosso in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti.
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