In questa intervista ci immergiamo nel mondo musicale e artistico di Sonia Ziccardi, cantante e compositrice di talento con una passione per il Jazz. Attraverso un percorso fatto di studio, passione e dedizione, Sonia ha sviluppato una carriera che non solo abbraccia il canto, ma anche la scrittura e l’improvvisazione musicale. Dalle sue prime influenze fino alle esibizioni internazionali e ai progetti più intimi come “Nude – Spoglia”, Sonia ci guida nel suo viaggio artistico, condividendo le sfumature più profonde della sua espressione musicale e poetica. Un dialogo che esplora l’importanza dell’improvvisazione, il legame tra emozione e performance e l’essenza del Jazz come mezzo di connessione e libertà.
a cura di Noemi Aloi
Benvenuta tra noi Sonia! Sei una cantante professionista, in particolare hai studiato canto moderno, teoria e solfeggio, canto Jazz, interpretazione, composizione e tecniche dell’improvvisazione coreutico-musicale. Facciamo un passo indietro, come è nata la passione per il canto e per la musica in generale?
Grazie mille per l’invito. La passione per il canto è nata semplicemente cantando. Mi veniva naturale farlo e lo facevo tutti i giorni. Mi piaceva guardare in televisione cantanti di cui ero innamorata e provavo ad imitarli, utilizzando come microfono una colla stick che portavo a scuola quotidianamente. Da lì, ha preso il via la consapevolezza della mia passione e l’ho unita allo studio. I miei genitori non sono mai stati dei grandi cultori di musica, ma mi hanno sempre supportato in questo cammino. Mio padre mi accompagnava a lezione di canto tutte le settimane e lo ha fatto fino a che non sono diventata indipendente.
Sei una cantante Jazz, cosa ti piace di questo genere?
Mi piace moltissimo lo swing e il fatto che renda creativi. Vi è una libertà che pochi generi concedono. Inoltre, credo mi predisponga all’accoglienza delle mie emozioni, che siano positive o negative. Mi mette in relazione con una parte sentimentale molto profonda della mia persona. E questo credo sia l’aspetto che più amo. Non tutti i generi musicali mi fanno questo effetto.
Tra i vari Festival a cui hai partecipato, quale ricordi con più piacere?
Sicuramente l’Ardea Jazz Festival, perché è un po’ la mia casa musicale. Sono cresciuta in una frazione di Ardea, conosco personalmente gli organizzatori e, oltre ad apprezzare molto l’impegno di una piccola cittadina che è dedita alla promozione del Jazz e della cultura, ho sempre provato ammirazione nei confronti della loro grande umanità, forza di collaborazione e rispetto reciproci, nonchè umiltà. Tengo molto a questi aspetti e non potrei discernerli.
Come cantante Jazz, preferisci una formazione in particolare?
Prediligo il duo intimo pianoforte e voce e il quartetto con aggiunta di contrabbasso e batteria ma, come fruitrice di musica, adoro ascoltare le big band.
Ti sei esibita anche fuori l’Italia come ad esempio al Whelan’s di Dublino con l’omaggio ad Anita O’Day in duo con Vittorio Solimene al pianoforte. Come è stata questa esperienza?
E’ stata una bellissima esperienza. Ho imparato ad amare il viaggio solo negli ultimi anni, per cui unire la scoperta delle tradizioni, delle culture e dei luoghi di un dato posto, come le scogliere di Moher di Dublino, alla musica, non poteva che essere una delle gioie più grandi della vita e così è stato.
“Nude – Spoglia” è il tuo progetto musicale in cui ricopri il ruolo di cantante, pianista e compositrice. Parlaci di come è nata questa idea e del progetto in generale.
Durante il covid ho scritto diverse poesie, dato il periodo di grande introspezione che ha coinvolto tutti, ed ho composto delle musiche. Mi sono completamente messa a nudo, tanto che è nata la mia prima silloge poetica dal titolo ‘Spoglia’: una sorta di esposizione delle mie sofferenze e, al tempo stesso, della voglia di ribellione e riscatto che mi ha, fortunatamente, sempre accompagnato. Nel primo concerto del progetto, che ora si è evoluto ed ha cambiato nome, ho avuto l’idea di leggere qualche mia poesia prima dei brani e sembrerebbe abbia avuto il suo perché, nonostante le due parti fossero nate separatamente.
Hai conseguito il Master di Primo Livello “Cantiere Infinito” in tecniche dell’improvvisazione coreutico-musicale. Cosa significa per te improvvisare?
Improvvisare credo significhi libertà e ascolto. Sono due realtà imprescindibili e l’improvvisazione funge da perno, attorno al quale si crea un mondo di inesattezze personali, ma veritiere.
Oltre alla passione per la musica, c’è anche quella per la scrittura, a marzo 2021, infatti, hai pubblicato la tua prima silloge poetica “Spoglia”. Che temi affronti nelle tue poesie, ti ispiri a eventi personali o usi l’immaginazione?
Gli eventi trattati nella silloge sono estremamente personali e autobiografici. Ho voluto, però, raccontarli perché credevo potessero essere di aiuto anche ad altre persone, oltre che a me stessa, ovviamente. Affronto la vita, l’amore, il dolore, il desiderio, la voglia di riuscire, l’abbandono e la dignità. Lasciare andare le emozioni e lasciarsi andare a queste sono due facce della stessa medaglia. Credo ci voglia coraggio per accettare di aver sofferto e provare a porre rimedio ai passi zoppi di chi vuole giungere alla fine di una strada per poter tagliare il traguardo e, magari, essere orgogliosi di se stessi. Io, finalmente, lo sono.
Canti e sai suonare il pianoforte, suoni o hai mai suonato altro altri strumenti?
Ho suonato anche l’ukulele: scoperta divertentissima che mi ha fatto fare una mia cara amica. Mi piacerebbe suonare tantissimi strumenti, ma credo che con la voce e il pianoforte io abbia il mio bel da fare.
Hai in programma di pubblicare un’altra raccolta o stai lavorando ad un nuovo progetto musicale?
Sto lavorando a diversi progetti. Negli ultimi anni ho scoperto la passione per l’insegnamento e per la condivisione della cultura, in particolar modo del Jazz, e mi sono mobilitata per promuoverlo nelle vesti di ‘professoressa-cantante’ all’interno di due librerie: Magna Charta di Lavinio e Tra le righe di Roma. Il progetto prende il nome di Jazz Crossing, una sorta di scambio e promozione culturale, come per i libri, che si tiene a cadenza mensile con powerpoint interattivi, alternati a spiegazioni di aneddoti e curiosità su personaggi (cantanti in particolar modo) ad hoc della storia del Jazz e a brani suonati e cantati dal vivo, accompagnata come sempre da grandissimi musicisti.
Sto lavorando anche ad una nuova raccolta di poesie e ad un progetto musicale di originali, in trio insieme ad Alessandro Bintzios al contrabbasso e Federico Chiarofonte alla batteria. Io sarò sempre alla voce e al piano. Insomma, i progetti sono tanti, così come la voglia di dar loro luce.
Grazie del tuo tempo Sonia! Continua a seguirci su Che! Intervista.
Grazie mille a voi!
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