Speranza Porcheddu, poetessa e copywriter sarda, è una voce appassionata che da anni esplora attraverso i suoi versi temi di impegno civile e riflessione interiore. La sua carriera spazia dalla scrittura pubblicitaria alla produzione poetica, e ha ottenuto riconoscimenti in concorsi letterari nazionali e internazionali. Le sue poesie trattano questioni sociali con una sensibilità rara, invitando il lettore a un viaggio di riflessione e rinascita. In questa intervista, scopriamo il suo rapporto con la scrittura, l’evoluzione della sua poetica e l’impegno che infonde nei suoi versi.
a cura di Antonio Capua
Speranza, hai iniziato a scrivere poesie fin da bambina. Ricordi il momento in cui hai capito che la poesia sarebbe diventata una parte essenziale della tua vita?
Innanzitutto, grazie per questa bellissima occasione di confronto. Penso che abbia sempre fatto parte di me, non saprei veramente dire il momento preciso. Era naturale guardare il mondo in maniera profonda sentendomi più adulta della mia età con una spiccata sensibilità. I primi versi sono stati ispirati da una giornata di pioggia, dalla natura che muta per rigenerarsi. Il tempo (interiore ed esteriore) è stato poi uno degli aspetti fondamentali della mia poesia. Non si è mai affievolito il pensiero che siamo in continuo divenire.
La tua poesia è spesso intrecciata a temi sociali e civili. In che modo il tuo impegno per i diritti civili ha influenzato il tuo percorso poetico e la tua visione del mondo?
Secondo il mio punto di vista, quando si compone non ci si può dissociare dalla vita attiva. I problemi degli altri ci toccano e riguardano da vicino. Non si può voltare la testa dall’altra parte facendo finta che tutto vada bene. Ogni giorno accadono avvenimenti che ci interpellano e richiedono il nostro impegno, sia con l’azione che suscitando attenzione e sensibilizzazione attraverso la scrittura. Ho sempre cercato di dare un contributo nel mio possibile.
In “Lo sguardo sui sentieri accesi” e “In una nuvola leggera”, traspare un forte senso di introspezione. Quanto c’è di personale nelle tue poesie e quanto, invece, rappresenta un invito a riflettere su temi universali?
Le due componenti sono entrambe presenti. Le emozioni ispirate dal vissuto cerco di interiorizzarle per vederle con distacco, quasi a trarre insegnamento dagli sbagli e sconfitte, ma anche dai progressi e traguardi. Le problematiche di una società in incessante cambiamento attraversano ognuno di noi e non si può restare indifferenti. Il senso di giustizia, di verità e uguaglianza dovrebbero prevalere e nei versi si possono suscitare dei significativi spunti di riflessione. La poesia è anche un soffermarsi per interrogarsi.
Sei anche una copywriter e editor. Come convivono nel tuo quotidiano la scrittura creativa e quella pubblicitaria? Ci sono punti di contatto tra questi due mondi?
Sicuramente sono dissimili. La poesia è un’espressione individuale, una forma d’arte. Scrivere in pubblicità è un po’ come prestare l’arte alla creatività, si deve raggiungere un obiettivo preciso, ovvero le esigenze del cliente sotto le direttive dell’agenzia di comunicazione. Tuttavia, la passione per la poesia e la scrittura in generale sono stati un grande aiuto per il mio lavoro, nella capacità di saper utilizzare e giocare con le parole, di riuscire a sposarle con immagini, suoni, colori e le impressioni suscitate dal loro meraviglioso insieme che prende forma per presentare un prodotto, un evento o un servizio.
Hai ricevuto diversi riconoscimenti per i tuoi versi. C’è un momento particolare della tua carriera che ti ha dato una sensazione di svolta o una gratificazione speciale?
Quando ho preso coscienza che ciò che scrivevo suscitava davvero interesse ed entusiasmo è stato quando il Centro Studi Tindari Patti mi ha dato la possibilità di pubblicare la prima raccolta in solitaria Lo sguardo sui sentieri accesi, grazie alla partecipazione alla IV edizione del concorso nazionale di poesia “Andrea Vajola”. Il primo libro, non più incluso in un’antologia, mi ha trasmesso lo slancio per continuare a comporre versi con rinnovata energia, arrivando alla pubblicazione della mia seconda silloge In una nuvola leggera con Eretica Edizioni, una casa editrice straordinaria per la passione che impiega nel suo operato.
La tua poesia vuole “far viaggiare il lettore in terre nuove dove ristorare l’animo”. Cosa desideri che i tuoi lettori sentano o comprendano dopo aver letto i tuoi versi?
Mi piacerebbe che avvertissero il desiderio di andare oltre, al di là delle apparenze, di quello che sembra scontato e non lo è, si ponessero degli interrogativi sull’universo e i suoi avvenimenti, sul perché delle cose, della natura e degli altri. Ma vorrei anche semplicemente percepissero un vero sentimento di armonia e leggerezza (non superficialità) dall’evolversi dei miei componimenti.
Hai pubblicato diverse raccolte e sei stata inclusa in numerose antologie poetiche. Come vedi l’evoluzione della tua scrittura? C’è un filo conduttore che lega tutte le tue opere o hai esplorato nuovi territori poetici nel tempo?
La volontà e il piacere di comunicare l’amore per gli ideali in cui credo, di far abbracciare i problemi del sociale per poter toccare e riflettere sulla mia visione della vita, fatta di attenzione nei confronti di una coscienza chiarificante contro l’indifferenza, di far sentire l’appartenenza ad un’esistenza che non sia solo soggettiva ed egoistica, ma densa di empatia verso il prossimo e le sue debolezze ed incertezze, sono l’ispirazione dominante. Con il passare degli anni, il mio stile poetico è rimasto prevalentemente ermetico ma con l’uso di una terminologia più elaborata. Mi sono inoltre affacciata all’incontro di intenti con altri poeti perché è un’ottima occasione di crescita intellettuale e personale.
Come filosofa di formazione, quali pensatori o correnti filosofiche ti hanno influenzato maggiormente nella tua scrittura? Ritieni che la filosofia abbia un impatto diretto sulla tua poesia?
Senza ombra di dubbio la formazione filosofica ha intensamente influito sulla mia poetica, nel modo di affrontare i temi che più mi toccano, dando loro un piglio specialmente introspettivo. Il pensiero che scavando dentro di sé si può arrivare alle verità più profonde, l’indagine delle proprie percezioni, li vedo necessari per avere luce e far luce. La libertà dell’uomo, lo scorrere intimo dei giorni mi affascinano molto. La corrente in cui più mi ritrovo è l’esistenzialismo, in particolare nei pensatori Sartre e Bergson, pur nei loro aspetti differenti.
Hai esplorato anche il genere narrativo e ottenuto un diploma di merito per un tuo racconto. C’è una differenza per te tra scrivere poesia e narrativa? Ti piacerebbe cimentarti di nuovo con la prosa?
Comporre in versi e creare in prosa sono modalità molto diverse di comunicare, hanno un ritmo differente. Il racconto non è intessuto da quella soavità e melodia di cui la poesia è intrisa, da quel succedersi delle parole scandite da una musica interiore che penso sia di più forte impatto emotivo. Continuo comunque a scrivere racconti. Infatti mi permette di entrare nei personaggi ed esprimere non solo me stessa, ma di vivermi nelle loro peculiarità e differenze. E magari un giorno mi metterò in gioco in questa prospettiva.
Quali sono i tuoi prossimi progetti? Hai una nuova raccolta o un tema specifico che stai esplorando attualmente?
Ho appena concluso la mia nuova silloge e sarà ben presto pubblicata; affronta una dimensione specifica legata al mio percorso filosofico e anche ispirata da un poeta che amo tanto. È un progetto che ho coltivato giorno dopo giorno aspettando che prendesse forma con cura e spero piacerà. Ma non voglio aggiungere di più per non levare l’effetto sorpresa.
Grazie Speranza, complimenti per il tuo lavoro
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