Stefania Chiappalupi è una scrittrice dall’animo sensibile, che ha saputo incantare lettori con la sua capacità di tradurre emozioni in parole. La sua carriera è iniziata a soli 12 anni, quando ha scritto la sua prima poesia, ed è continuata fino a trasformarsi in una scrittrice premiata e riconosciuta. In questa intervista, Stefania racconta il suo percorso, dagli esordi nella poesia alla scoperta del romanzo, esplorando temi profondi come l’amore, la guerra, e il dolore. Scopriamo insieme le sue passioni e i progetti che la ispirano.
a cura di Noemi Aloisi
Benvenuta Stefania, tra le tue passioni c’è la scrittura, quando e cosa hai iniziato a scrivere?
La mia passione nasce da molto lontano, scrivo poesie dall’età di dodici anni e da allora non ho mai smesso. La mia prima poesia, dal titolo “Uomo”, l’ho dedicata al cantautore romano Renato Zero. Era il 1982 ed ero stata a un suo concerto che mi emozionò molto. L’incontro con lui, così diverso dagli stereotipi del momento suscitò in me un fiume di emozioni che mi spinsero a scrivere i miei primi versi.
La poesia è un genere letterario che ti caratterizza, che tematiche affronti nelle tue poesie?
A mio modesto parere la poesia è come “Un’istantanea di un’emozione” e proprio per questo motivo che le mie poesie toccano varie tematiche come l’amore, il dolore e il lutto.
Ci sono delle emozioni o dei momenti in particolare che ti rendono più ispirata?
A dire il vero non c’è un momento particolare in cui scrivo di più. Le mie poesie le ho sempre scritte di getto, dopo una grande emozione o una delusione. Alle volte anche dopo la visione di un film molto commovente mi sento ispirata a scrivere una lirica.
Negli ultimi anni ti sei avvicinata alla scrittura di romanzi, è stato semplice il passaggio dalla poesia, più concisa ed emotiva, alla stesura di testi narrativi più lunghi e articolati?
Assolutamente sì, anzi alle volte è necessario. Scrivo perché “amo tessere le parole con le emozioni” e spesso mi capita di avere un’intera storia in testa e devo sbrigarmi a scriverla per paura che mi sfugga.
Con i tuoi romanzi hai ottenuto diversi riconoscimenti, vuoi citarne qualcuno di cui sei stata particolarmente entusiasta?
Ogni riconoscimento è stato importante per me. Penso che la carriera letteraria sia come un puzzle da costruire giorno dopo giorno e i premi sono tanti piccoli tasselli. Credo che il premio che mi abbia entusiasmato di più sia stato “Il Premio del museo di Roma” ottenuto con il mio romanzo L’usignolo e occhi di cielo.” È stato il primo premio importante e sinceramente non ho mai creduto di riuscire a raggiungere il podio e la vittoria è stata del tutto inaspettata. Da allora ne seguirono molti altri come il Sanremo Writer e un gradito secondo posto al Premio giornalistico letterario Mattarella che per me ha un valore aggiunto in quanto il concorso è stato voluto dal Nostro Presidente della Repubblica Mattarella in ricordo del fratello barbaramente ucciso dalla mafia. Inoltre, non posso non citare il Premio alla carriera ” The grand Award to Excellence” che mi è stato consegnato a settembre 2024, ottenuto dopo innumerevoli riconoscimenti.
Puoi raccontarci di cosa tratta il tuo romanzo “L’usignolo e occhi di cielo” e cosa ti ha ispirato a scriverlo?
Innanzi tutto, ci tengo a dire che il romanzo è tratto da avvenimenti realmente accaduti durante la Seconda guerra mondiale. Fatti che mi sono stati raccontati dalla mia nonna materna e che ho voluto portare alla luce sperando di regalare al lettore pagine di storia inedite. L’opera racconta la vita di Caterina, primogenita di un’umile famiglia romana. La giovane ha come unico desiderio quello di prendere i voti, ma a causa della sua povertà verrà rifiutata dall’istituto di suore dove aveva inoltrato domanda di noviziato. Caterina accetta la volontà dell’istituto come volere di Dio e continuerà a cantare nel coro dello stesso. Poco dopo incontrerà Alessandro, un giovane borghese, di cui si innamorerà perdutamente. i due convoleranno a nozze e dalla loro unione nasceranno due bellissime gemelline. Purtroppo, dalla loro nascita erano passati solo cinque giorni da quando Mussolini aveva annunciato l’entrata dell’Italia in guerra. Questo libro ripercorre, attraverso la storia della giovane Caterina, il dramma di una generazione posta di fronte all’incomprensibile follia della guerra.
In quale genere letterario collocheresti i tuoi romanzi per classificarli?
“L’amore tra due mondi” e “La ragazza che sognava l’Africa” sono considerati romanzi rosa, mentre “L’usignolo e occhi di cielo” è collocato tra i romanzi storici.
Hai mai pensato di pubblicare una raccolta delle tue poesie, oppure preferisci mantenere questo lato più intimo della tua scrittura lontano dal pubblico?
Mi ripropongo sempre di farlo in futuro ma poi non lo faccio mai. Forse perché non ne sento il bisogno. La poesia per me è come un rifugio per la mia anima e preferisco che rimanga tale senza divulgarla troppo, un po’ come avere un diario segreto.
Quali generi letterari prediligi nelle tue letture quotidiane? C’è un tipo di libro o autore a cui ti senti particolarmente legata?
Sono una lettrice compulsiva, leggo tantissimo e di tutto. Tra l’altro in questo momento sono impegnata come giudice in diversi concorsi letterari. L’unico genere che non ho mai letto è il fantasy, purtroppo non lo sento mio.
Stai lavorando attualmente a nuovi romanzi o poesie? Puoi anticiparci qualcosa sui tuoi prossimi progetti?
Quest’anno dovrebbe uscire il mio quarto romanzo. Un romance suspense dedicato alle donne vittime di violenza e nel frattempo nella mia mente si sta già formando una nuova storia.
Grazie Stefania per il tuo tempo.
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