Tekla, giovane cantautrice bolognese, ha conquistato il pubblico italiano con il suo stile unico e il profondo significato dei suoi testi. Con il suo nuovo singolo “Maleducata”, uscito l’11 ottobre 2024, Tekla esplora temi di amore, confusione e introspezione, offrendo un viaggio musicale che riflette una realtà complessa e affascinante. In questa intervista esploriamo le sue influenze artistiche e il suo percorso personale che l’hanno portata a diventare una delle voci più interessanti della scena musicale italiana.
a cura di Salvatore Cucinotta
Benvenuta su Che! Intervista, Tekla! Grazie per essere qui con noi. Partiamo subito da una curiosità: come è nato il tuo nome d’arte e cosa rappresenta per te?
Grazie a voi! Il mio nome d’arte è nato per casualità attratta da una regista milanese di cinema indipendente, Tekla Taidelli. Mi ha talmente appassionato che ho deciso di utilizzare questo nome d’arte, successivamente controllando anche l’etimologia.
Tekla è la tua identità artistica, ma chi è Francesca, la persona dietro l’artista?
Francesca è una ragazza di trent’anni con tanto cuore e poca ragione. Credo che non ci sia molta differenza tra le due, probabilmente Tekla sa’ incassare meglio i colpi..
Da dove nascono i tuoi testi e quali sono le emozioni che ti spingono a scrivere?
Spesso scrivo quando le cose non vanno, quando i sentimenti sono in “bassa pressione”. Credo sia proprio terapeutico.
Gaber, Levante, Dargen D’amico e Fabio Concato. Come influiscono questi artisti nella tua scrittura e nel tuo stile musicale?
Credo influiscano come insegnanti su un allievo. Credo sia la somma delle influenze a fare il totale, quindi mi auguro che all’interno dei miei testi qualche cosa di questi mostri sacri possa emergere, se non oggi, domani.
Il tuo singolo “Maleducata” è nato come denuncia di un mondo di apparenza. Qual è il messaggio che vuoi trasmettere a chi la ascolta?
Ma più che denuncia sull’apparenza sullo sforzo ad essa. A che serve fingere se non senti niente? A chi serve?
Maleducata non ha peli sulla lingua.
Non mi va bene e te lo dico, lo scambio sincero è realmente un’incontro il resto è solo una bella facciata.
Qual è stato il valore aggiunto della tua collaborazione con Dennis Giusti e Ioma per realizzare “Maleducata”?
Sicuramente Ioma è riuscito a riprodurre ciò che più immaginavo come cornice a questo brano, i violini dello Special, gli stop ritmici. Dennis è un vero e proprio partner in tantissimi brani e questo è uno di quelli dove è stato indispensabile il suo contributo.
Cosa intendi con l’espressione “bulimiche d’amore.”? Puoi approfondire questa espressione?
La bulimia la conosciamo tutti ed è un disturbo alimentare che però parte da una fame comune, quell’amore.
Ed è questo che intendo con maleducata..si tratta di voler sempre più nutrimento, affetto, attenzione, avere uno standard forse anche eccessivamente alto che a tal proposito è giusto ridimensionare ma questo avviene sempre e solo grazie ad un incontro sincero.
In un mondo musicale in continua evoluzione, quali sfide hai dovuto affrontare come artista e come le hai superate?
Tutt’ora sto attraversando continue sfide, credo di essere dentro al ciclone. Ho la credibilità di un artista emergente ma i numeri ancora troppo bassi per riuscire ad emergere almeno con il collo. Questo avviene per tante dinamiche che sono in costante cambiamento, non basta essere cantante o cantautore. Bisogna avere idee sul marketing, su cosa mi dai oltre la voce. Bisogna avere la tenacia e la rapidità di inserire richieste di mercato all’interno dei brani e offrire qualcosa che emerga non solo per le doti ma per l’unicità dei contenuti. Ci sto lavorando duro da anni ed ancora c’è tanto da fare.
Negli ultimi anni hai iniziato un percorso di autoproduzione, collaborando anche come autrice per altri artisti. Come è cambiato il tuo approccio creativo grazie a questa esperienza?
Sicuramente mi ha arricchita la musica è bella proprio perché più si è meglio viene. Le influenze, le armonie, i background culturali che si mischiano, le idee che si miscelano.
Con una parola come definiresti “Tekla”?
Tekla è inesauribile.
Se avessi una bacchetta magica hai detto che desidereresti continuare questo momento di soddisfazione. Quali sono i traguardi più grandi che speri di raggiungere?
Spero di poter arrivare a tantissime orecchie e cuori, tante da riempire un’arena di Verona un giorno.
Guardando avanti, menzioni il desiderio di un nuovo album. Hai già delle idee su cosa vorresti esplorare musicalmente e tematicamente?
Le idee sono tantissime ma ancora in fase embrionale spero presto di dare luce a tutto ed un ordine di forma che possa darvi qualche anticipazione, per ora tutto Work In Progress.
Grazie del tuo tempo Tekla e complimenti per la tua carriera artistica!
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