Tommaso Bocconi: il racconto di un giovane profondo e talentuoso

Tommaso Bocconi classe 2001, è un attore , dopo il liceo Classico, ha conseguito la laurea all’Università di Firenze del PROGEAS (Progettazione e Gestione di Eventi e Imprese dell’Arte e dello Spettacolo).
Ha ottenuto il diploma alla Libera Accademia del Teatro di Arezzo, frequentata dal 2006 al 2021.
Nel 2022 ha scritto e interpretato il monologo “Vita Breve di un Testardo Malinconico”.
Nel 2022 è stato scelto come attore protagonista della serie TV “Rumors – La Casa Brucia”, in onda nel 2023 su Amazon Prime. Da due anni, continua la sua formazione attoriale presso il laboratorio a cura dell’acting coach Alessandro Prete a Roma.
Ad oggi è seguito dall’agenzia Cucchini.

a cura di Noemi Aloi


Benvenuto Tommaso, sei un attore diplomato alla Libera Accademia di Arezzo, inoltre da due anni segui il laboratorio a cura dell’acting coach Alessandro Prete, a Roma, per continuare a formarti. Cosa significa per te recitare e come è nata questa passione?
Inizierò dalla seconda domanda, perché è una passione familiare. I miei genitori sono psicologi, mia madre insegna teatro, mio padre è uno scrittore, in casa si è sempre respirata la creatività e concretizzarla è un privilegio. 
Per anni i miei nonni hanno assistito agli spettacoli che mettevo in piedi insieme a mia cugina, tutti i pomeriggi della mia infanzia che ricordo hanno in comune uno spettacolo — Mostri ridicoli — in cui mettevamo i vestiti di nonno, di una taglia chiaramente sproporzionata per due bambini. Io e mia cugina non andavamo sempre d’accordo, ma recitare riusciva a non farci litigare.
Ora rispondo alla prima domanda: recitare è un gioco continuo e perpetuo, a ventidue anni non ho ancora fatto i conti con la finitezza degli esseri umani; quindi, diventare un’altra persona in scena è la possibilità di vivere infinite traiettorie e non finire mai.

Hai avuto esperienze sia come attore di teatro, che dietro la camera, credi che fare teatro per un attore sia un valore aggiunto?
Non credo di avere l’autorità per dire se sia o meno un valore aggiunto, credo però che il teatro sia una possibilità ulteriore per l’attore di imparare una diversa forma di comunicazione, almeno una volta nella propria carriera ogni attore meriterebbe di provare quella sensazione del qui e ora e percepire la reazione di un pubblico che è lì per essere trasportato.

Nel 2021 hai scritto e interpretato il monologo “Vita Breve di un Testardo Malinconico”, di cosa si tratta?
A vent’anni ho sentito l’urgenza di mettere in scena quello che avevo sentito e vissuto fino a quel momento, giocando come sempre sull’universalità di alcune situazioni che gli adolescenti vivono continuamente, partendo dall’esperienza che conoscevo più di ogni altra: la mia. Non lo definirei un monologo autobiografico, piuttosto la prova che — se narrata con cura e romanticizzata — qualsiasi storia, anche quella più breve, merita di essere ascoltata, anche quella di Gionata, il protagonista del mio spettacolo.
Non so se lo riporterò mai in scena, ma mi piacerebbe molto che fosse un altro attore a interpretare questo ruolo. Sono arrivato alla conclusione che tutti proviamo le stesse emozioni e sensazioni, sta solo a noi renderle più interessanti di altre.

Nonostante la tua giovane età, hai già ottenuto un ruolo da protagonista nella serie TV “Rumors – La Casa Brucia”, in onda Amazon Prime. Come è stata questa esperienza?
È stata una grande prova generale di quello che voglio fare nella mia vita. La definisco così perché la serie è nata come progetto indipendente, e ha incontrato tutte le conseguenze che prevede l’aggettivo indipendente. L’esperienza è stata così stancante da essere magnifica e così magnifica da dimenticarmi quanto sia stata stancante; in ogni giorno di set ad accompagnarmi è stata la gratitudine di essere lì, e di far parte del progetto. Voglio molto bene a Marco, il personaggio che ho interpretato, così come tengo molto ad alcune persone coinvolte in Rumors – La casa brucia, che per me rimarrà sempre più un viaggio da raccontare che una semplice produzione.

Preferiresti poter recitare in un film, in una serie o al cinema?
La risposta più onesta è che, in linea generale, preferisco recitare. Se dovessi scegliere tra mamma o papà, sceglierei le emozioni che ho provato la sera dell’anteprima italiana della serie: gli occhi commossi di mio padre che mi fissano sul grande schermo di un cinema.

Tra i tuoi film preferiti quali ci sono? Hanno influito sulla scelta di diventare un attore?
C’è solo un film che mi ha fatto capire di voler diventare un attore, ed è Spirit – Cavallo Selvaggio. E sì, avrei tanto voluto essere Spirit. Ad oggi accetterei di buon grado anche il ruolo di Piccolo Fiume. I film preferiti che mi vengono in mente, in questo momento, sono tre: Non essere cattivo, Whiplash e The Help.

Attualmente ti sei trasferito a Roma per formarti e lavorare, credi che ti stabilizzerai qui?
Tra gli obiettivi di vita c’è una casa nel quartiere di Testaccio, a Roma. Un altro, però, è quello di passare tutta la mia vita nella mia casa in Toscana. Mio padre mi ha insegnato l’arte del viaggiare e del riconoscere casa ovunque sia la pace dell’anima. Quello che posso dire è che di Roma mi sono innamorato dal primo momento in cui l’ho vista veramente, quando ho aperto la porta della casa in cui avrei abitato e l’ho riconosciuta.

Da circa sei anni hai scoperto di avere la fibromialgia, una malattia autoimmune, vuoi dirci qualcosa a riguardo?
La diagnosi ha coinciso forse con il momento più bello della mia vita: finalmente sapevo di poter dare un nome a qualcosa che mi stava tormentando. A undici anni, dopo un grave incidente stradale, è iniziato un calvario di dolori fisici e traumi mentali che nessuno riusciva a capire. Avere la fibromialgia è un’intensa montagna russa dalla quale — è bene capirlo — non potrò mai scendere. Ho conosciuto picchi di dolore altissimi fino ai diciotto anni, a oggi gli episodi più cronici sono meno frequenti. Ho imparato a convivere con un dolore che non mi abbandona mai del tutto.

Da quando hai scoperto questa patologia, hai apportato dei cambiamenti al tuo stile di vita o inserito nuove abitudini?
Dopo innumerevoli tentativi e ricerche di possibili cure ho trovato un antidoto, del tutto personale, che è una combinazione di soluzioni che fanno bene al mio corpo: l’attività fisica, il rinforzo muscolare soprattutto, mangiare il più sano possibile e, negli ultimi mesi, un percorso terapeutico che sta senza dubbio aiutando.

A cosa stai lavorando al momento? Ci sono progetti che puoi anticiparci?
Al momento all’attivo non ho nessun progetto cinematografico; i provini ci sono, esistono e cerco sempre di essere la scelta migliore per registi e casting director. Sono consapevole che non tutto dipenda da me, io continuo a formarmi, guardare film, andare a teatro, sorprendermi anche per la più piccola cosa. Per quanto riguarda il teatro invece sto scrivendo il mio nuovo spettacolo, un monologo che parte da un blocco creativo, un balcone e un salto.

Grazie Tommaso per questa intervista. Complimenti per la tua carriera!
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