Tra cultura siciliana e nipponica: il duo Tumasuki&René

Tumasuki&René sono un duo artistico poliedrico e innovativo, attivo nel mondo del fumetto, del filmmaking e dei giochi da tavolo. La loro arte mescola elementi della cultura siciliana con quella nipponica, dando vita a un nuovo genere definito “Koppola&Katana”. Con il loro fumetto di punta, “Tzu Turi”, giunto al secondo volume, e progetti come “L’Ira di Cristo” e la vignetta “La Cicala e la Formica”, hanno conquistato l’attenzione di artisti internazionali e del pubblico, esplorando temi sociali e culturali con uno stile unico e inconfondibile. Non si fermano qui: stanno anche lavorando ad un documentario ed a un cortometraggio horror, dimostrando una creatività senza confini.

Benvenuti ragazzi (Tumasuki&René), siete stati definiti i precursori di un nuovo genere fumettistico, il “Koppola&Katana”. Come è nata l’idea di fondere la cultura siciliana con quella nipponica e quali sono stati gli elementi chiave che vi hanno ispirato nella creazione di questo stile?
Grazie, l’idea di fondere due culture nasce dal fascino per la cultura nipponica, mista alla filmografia di Quentin Tarantino, prestando attenzione ai manga giapponesi, il quale il Giappone ne ha sviluppato un prodotto da esportare in tutto il mondo; l’amore per la propria cultura d’appartenenza crea un gioco fonetico composto da parole dialettali, facendo in modo che si potesse strutturare una storia di matrice mafiosa, tipiche delle nostre zone, in salsa nipponica, condita da panorami siciliani mozzafiato, con l’aggiunta di dettagli che faranno capire che non tutto è Occidentale.
Tutto il progetto è stato disegnato dalla mano di René, alias Vincenzo Lipari, che appoggiò l’idea di questa meravigliosa storia scritta da Tumasuki, e non solo, da potersi imbarcare in questa straordinaria avventura nel mondo del fumetto! Inoltre stiamo all’interno del fumetto di Tzu Turi! troverete le informazioni inerenti al gioco ‘Pizzichita’, tra l’altro progettato da noi.

Il vostro fumetto “Tzu Turi” è ormai giunto al secondo volume. Quali sono le principali novità rispetto al primo volume e come si evolve la trama in questo nuovo capitolo?
Stiamo prestando attenzione nei dettagli ambientali nel miglior modo possibile. In questo volume inoltre stiamo introducendo altri dettagli sia sulle vicende del volume precedente, che altri personaggi che fanno parte di questo panorama siculo-nipponico, e arricchendo ancor di più il racconto, regalando dei colpi di scena al lettore non soltanto per lo sviluppo della storia, quello è scontato! ma per la diversificazione di alcune new entry totalmente insospettabili nel contesto di Tzu Turi!.

Avete lavorato con artisti di fama internazionale come Pascual Ferry e Otto Schmidt. Com’è stata la collaborazione con questi nomi così importanti e in che modo ha influenzato il vostro lavoro?
Lavorato è un parolone! Abbiamo fatto visionare il nostro lavoro a loro, e né abbiamo fatto tesoro delle critiche costruttive su questo progetto!

Oltre a “Tzu Turi”, avete sviluppato diverse vignette, tra cui “La Cicala e la Formica”, dove trattate argomenti di cronaca attuale con uno stile ironico. Come scegliete i temi da trattare e quanto è importante per voi il ruolo del fumetto come strumento di critica sociale?
La Cicala e la Formica sono due personaggi inventati da Tumasuki, e sempre disegnati dal mio socio René. I temi che inseriamo nella Cicala e la Formica, sono argomenti di cronaca trattati dalla maggior parte delle testate giornalistiche italiane. Il ruolo del fumetto all’interno della critica lo riteniamo il più grande strumento di satira. Basti pensare ad autori come Andrea Pazienza o Altan, che attraverso le loro vignette hanno saputo strappare una risata al lettore pur evidenziando la realtà dei fatti. Ricordiamo che gli emigranti europei, specialmente gli italiani che sbarcarono ad Ellis Island, venivano disegnati come dei ratti, il quale importavano mafia, socialismo, coltello e malattie. Quindi va detto che il fumetto rispecchiava i punti critici di quell’epoca.

“L’Ira di Cristo” è un altro progetto interessante, ambientato tra il cielo e la città di Palermo. Potete darci qualche anticipazione su questo fumetto e sulle tematiche che affronterete?
Attraverso questo prodotto avevamo intenzione di fare un fumetto che si diversificava dalla figura di Gesù Cristo che già si conosce, ovvero non più profetico, ma caratterialmente diverso. Sulla tematica vi lasciamo nel dubbio.

Oltre ai fumetti, vi dedicate anche al filmmaking. Potete raccontarci qualcosa del vostro documentario “Posiviri” e del corto horror a cui state lavorando? Come si conciliano questi progetti con la vostra attività di fumettisti?
Tutto parte semplicemente dalla scrittura. Del resto non v’è nulla che prima di essere progettato non sia stato messo per iscritto. Il cinema e il fumetto inoltre, hanno una genesi comune. Entrambi partono da un soggetto, trattamento, sceneggiatura che potrà essere un qualcosa che sia disegnato o filmato. Come diceva Kubrick: “Se può essere scritto, o pensato, può essere filmato”, e in questo caso anche disegnato. Parlando del “Posiviri”, l’idea nasce dall’omaggiare un luogo che per la generazione di Tumasuki ha lasciato il segno nella sua vita, così come per lui anche per gli altri autori dell’opera.

Il vostro lavoro sembra attingere da molteplici influenze culturali e artistiche. Quali sono le vostre principali fonti di ispirazione e come riescono a coesistere in un’opera unica e coerente?
Lo possiamo confermare lo è! Entrambi abbiamo ricevuto, e tutt’ora è cosi, delle influenze da parte della cultura popolare. Riescono a coesistere semplicemente nel momento in cui lavorandoci, decidiamo come mescolare il tutto.

La scena del fumetto italiano ha visto negli ultimi anni una grande evoluzione. Quali sono, secondo voi, le sfide principali per un duo emergente come il vostro e cosa credete possa rendere il vostro stile unico e riconoscibile?
La più grande sfida, come per tutti i progetti è quella di portarla avanti, conciliando gli impegni e i lavori personali di entrambi. Ciò che rende le nostre idee originali è che semplicemente, abbiamo dato vita a qualcosa che ha saputo incuriosire e stupire i lettori.

Avete lavorato su diversi progetti molto diversi tra loro, dai fumetti ai giochi da tavolo, fino ai cortometraggi. Come riuscite a gestire la vostra creatività su così tanti fronti e quali sono i vostri prossimi progetti in cantiere?
Come abbiamo risposto precedentemente, la base parte dalla scrittura, il resto conciliando i nostri impegni. La nostra creatività diventa anche uno strumento di sfida, che ci porta a nuovi progetti in cantiere, e tra questi un fumetto sulla disabilità.

Guardando al futuro, quali sono i vostri obiettivi a lungo termine? Vi vedete più come fumettisti, filmmaker o creatori a tutto tondo in grado di spaziare tra diverse forme d’arte e narrazione?
Tra i nostri obiettivi a lungo termine vi sono Tzu Turi! il fumetto sulla disabilità e un nuovo stile da percorrere a livello cinematografico, vale a dire un horror siciliano. Noi onestamente ci vediamo un po’ in tutto. La nostra parola chiave è ‘invenzione’.

Grazie ragazzi della vostra intervista e complimenti!
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