Tra funk, jazz e vibrazioni napoletane: The Funkin’ Machine

The Funkin’ Machine: tra funk, jazz e vibrazioni napoletane, la potenza sonora di “Allerta Meteo”.
Con il loro primo album “Allerta Meteo”, i The Funkin’ Machine hanno creato un mix esplosivo di funk e jazz, arricchito dalle influenze vibranti della scena musicale napoletana. Il collettivo, composto da talentuosi musicisti, ha collaborato con artisti come Speaker Cenzou e Pietro Santangelo, portando freschezza e intensità sonora in ogni traccia. In questa intervista, la band ci racconta il processo creativo dietro l’album, le influenze che li hanno guidati e i progetti futuri, offrendo uno sguardo sulla loro visione musicale e la passione che li spinge a sperimentare continuamente.


Benvenuti The Funkin’ Machine, il vostro album “Allerta Meteo” fonde sonorità funk e jazz con influenze vivaci. Da dove nasce l’ispirazione per questo mix di generi e come avete sviluppato il concept dell’album?
Allerta meteo è un album che nasce dopo alcuni anni di musica live per cui il sound della band aveva già preso corpo ed è la naturale evoluzione delle esperienze musicali e di vita che noi insieme ma anche singolarmente ha vissuto. Napoli poi è un bacino di grande energia e di grande ispirazione ed insieme a quello che quotidianamente vediamo accadere intorno ha dato vita ad un album molto concreto.

Nel brano L’Ora D’ ‘o Grove, il flow di Speaker Cenzou si mescola alle sonorità funk. Com’è stato lavorare con un artista così radicato nella scena napoletana e cosa rappresenta per voi questo pezzo?
Vincenzo Artigiano in arte Speaker Cenzou è innanzitutto un grande amico, un fratello maggiore che stimiamo tanto artisticamente ed umanamente Le cose vanno di pari passo.
Non siamo i soli a ritenerlo uno dei piu forti rappresentanti della scena hip Hop a Napoli ed in italia, un vero e proprio precursore e pioniere della scena. Molto semplicemente ci siamo seduti ad ascoltare e da lì è nata “L’ora d’’o Groove” : Un inno alla semplicità della amicizia nella quotidianità.

Le vostre performance strumentali sono estremamente ricche e variegate. Come gestite l’equilibrio tra l’improvvisazione jazzistica e la precisione ritmica del funk nelle vostre composizioni?
Suonare tanto assieme aiuta a creare automatismi ed Interplay per cui ognuno sa quando può prendere spazio e gli altri sanno quando devono accompagnarlo e viceversa. Tutto si muove su un groove saldo e dannatamente funk.

In “Allerta Meteo”, le sonorità sembrano riflettere una varietà di “stagioni” musicali. Quali sono state le principali influenze o riferimenti stilistici durante la creazione dell’album?
Brad Pitt, Pasqualina Tartaglia, Azymuth, Parliament, Roy Ayers e tanti altri.

Avete collaborato con diversi musicisti, come Pietro Santangelo e Jeroen Verberne. Come queste collaborazioni hanno arricchito il vostro progetto e quali contributi unici hanno portato alle tracce in cui hanno partecipato?
Sono due grandi professionisti per cui è stato davvero facile lavorare con loro e ci ha arricchito molto. La musica poi è condivisione e se fosse per noi gireremmo in 70 a suonare ma i tempi sono cambiati quindi godiamo quando possiamo della compagnia dei nostri amici musicisti.

La traccia Django ha un’atmosfera cinematica. Cosa vi ha ispirato a creare questo brano e come avete lavorato per ottenere un sound così evocativo?
Django è il cane di Andres ed è sicuramente un mancato attore per cui solo guardandolo ispira film western alla Clint Eastwood. È uno dei primi pezzi prodotti nell’ album e molto del suono di quel brano è merito del nostro Roberto Porzio mentore e guru.

Essendo una band composta da tanti elementi e strumenti diversi, come riuscite a mantenere un’identità musicale coesa pur lasciando spazio all’espressività di ogni membro?
Ognuno di noi ha una personalità diversa ed una sensibilità che sperimenta tante forme artistiche ma siamo accomunati dalla voglia di fare funk come sappiamo farlo. sperimentiamo continuamente soprattutto nella fase di produzione e li dove siamo d’accordo che qualcosa sta succedendo allora cerchiamo di tradurlo e farlo nostro.

Il vostro album sembra avere una forte connessione con Napoli e le sue influenze culturali. Quanto ha influito la vostra città sulla vostra musica e sulla creazione di “Allerta Meteo”?
Napoli è l’ essenza dell’album perché è la città viva in cui viviamo che amiamo ed odiamo ma che è unica al mondo. Un numero enorme di talenti si trovano tra i vicoli di napoli capaci di risolvere una problematica meglio di MacGyver ed accoglienti come una famiglia che può anche essere severa quando serve. Napoli credo possa insegnare molto.

Guardando al futuro, quali sono i vostri prossimi progetti? Avete intenzione di esplorare nuovi generi o di continuare a perfezionare il vostro stile attuale?
Per il futuro imminente una parmigiana di melanzane.
Stiamo inoltre lavorando ad un Ep che uscirà a brevissimo, ad inizio 2025 e lo stile direi che è sempre quello dei The Funkin’ Machine, con un carattere più maturo che esplora un po’ più in profondità l’ animo umano. Abbiamo sempre molti live quindi ci dedicheremo anche ad uno spettacolo nuovo.

Grazie ragazzi e complimenti! Continuate a seguirci su Che! Intervista.

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