Eleonora Scali è una scrittrice, traduttrice e docente con una passione profonda per le lingue e la narrativa. Dopo aver studiato inglese, tedesco e francese, Eleonora ha viaggiato in tutto il mondo per perfezionare le sue competenze linguistiche e arricchire il proprio bagaglio culturale. Il suo percorso professionale l’ha vista spaziare tra il lavoro di addetta stampa, la traduzione e la scrittura narrativa, con una particolare attenzione ai neo-scrittori e alla promozione della lettura nelle scuole.
In questa intervista, Eleonora ci racconta la sua esperienza nel mondo della letteratura, svelando il suo metodo di lavoro, le sue ispirazioni e i progetti futuri.

a cura di Noemi Aloisi


Benvenuta Eleonora, sei laureata in lingue, quali hai studiato?
Ho studiato inglese, tedesco e francese al liceo e poi mi sono perfezionata alla Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori. Sono traduttrice simultanea in inglese e traduttrice tecnica e consecutiva in tedesco. Mastico anche un po’ di spagnolo, che ho imparato viaggiando.

Hai mai intrapreso viaggi per perfezionare la lingua?
Parecchi mentre studiavo: Londra, Oxford, Dortmund, Colonia.
Le lingue mi sono tornate utili anche nei tanti viaggi di piacere: Europa, Asia, Africa, Stati Uniti, Medioriente. Mi sono spinta fino in Nuova Zelanda, dove ho trascorso ben due mesi.

Hai lavorato come addetta stampa, come ti sei trovata in questo ruolo?
Era un lavoro impegnativo, frenetico, complicato, ma mi portava a viaggiare molto e mi ha fatto conoscere un sacco di gente interessante. Dunque, un’esperienza super positiva.

Dal 2005 hai deciso di concentrarti sulla narrativa piuttosto che sul giornalismo, da che deriva questa scelta?
Scrivere era già il mio mestiere (cartelle stampa, articoli giornalistici, magazine aziendali, comunicati), ma si trattava sempre di sterili materiali tecnici, mentre dentro di me c’era una vena artistica che premeva per uscire. Ho iniziato scrivendo dei racconti e pubblicando su riviste letterarie. Qualcuno ha detto che ero brava e allora mi sono messa a studiare seriamente per diventare una romanziera.

Hai collaborato con il progetto ministeriale “Libriamoci a scuola”, di cosa si tratta?
È un’iniziativa promossa dal Ministero per la Cultura e organizzata dal Centro per il Libro e la Lettura che ha come obiettivo promuovere la lettura nelle scuole. Chi opera nel settore (editori, librai, scrittori, giornalisti ecc.) può prestare gratuitamente la sua collaborazione nelle sei giornate dedicate a questo evento e andare a parlare ai ragazzi delle scuole che aderiscono al progetto. Io ne faccio parte dal 2015.

La prossima edizione si terrà dal 17 al 22 febbraio 2025. Consiglio a chiunque abbia voglia, di aderire a questa nobile iniziativa.

Nel 2024 è uscito “Tutto quello che devi sapere per pubblicare un libro” (manuale per neo-scrittori). Parlaci di quest’opera.
In venti anni di attività in questo settore mi sono accorta che il problema principale di chi scrive è come fare a pubblicare. Le informazioni reperibili in rete sono spesso inaffidabili, incomplete o di parte, specie quando a fornirle sono addetti ai lavori che offrono la versione che meglio si adatta ai servizi che devono vendere.

Secondo me, mancava la voce di qualcuno che ha sperimentato ogni forma di pubblicazione sulla sua pelle (editoria, self-publishing, concorsi letterari, agenzie ecc.). Così, ho raccolto la mia esperienza in un libro, accompagnato da 26 audio-lezioni e 14 workbook. L’obiettivo è portare i neo-scrittori a fare scelte di pubblicazione consapevoli e tenerli al riparo da errori e fregature.

Se devi scegliere un libro da leggere che genere preferisci?
In cima alla mia classifica di gradimento ci sono i distopici. Dai classici 1984 e la Fattoria degli Animali (Orwell), Mondo Nuovo (Huxley), Fahrenheit 451 e Cronache Marziane (Bradbury) – solo per citarne alcuni – ai più recenti Cecità (Saramago), La strada (McCarthy), Anna (Ammaniti), I mangiafemmine (Cavalli). Altri generi che mi piacciono sono: i romanzi di avventura (anche con ambientazioni storiche) e i legal crime.

Scrivi anche poesie, che tematiche affronti e da  che ti lasci ispirare?
Sono una poetessa per caso. Le poesie mi piovono addosso, è la sensazione di un momento, un pensiero che mi piomba in testa e non se ne va. Un giorno che passeggiavo nel bosco, ad esempio, ne ho composta una sulla perfezione della natura rapportata all’imperfezione umana, capace di corrompere e distruggere. Un’altra poesia si è formata nel mio cervello dopo lo scoppio della guerra in Ucraina ed è giocata tutta su onomatopee legate alla doppia R della parola guerra.

In tanti anni hai mai avuto il blocco dello scrittore?
Grazie al cielo, no. Sono una scrittrice metodica, progetto ogni romanzo nei minimi dettagli prima di iniziare a scrivere anche una sola riga. Una volta definiti la trama, l’ambientazione, i personaggi e il messaggio che voglio dare, pianifico il tutto su un tabellone che funge da traccia per i singoli capitoli, così, ogni giorno so esattamente cosa devo scrivere.

Al momento stai lavorando a qualcosa in particolare?
Ho appena terminato di scrivere il quarto capitolo di una saga familiare pubblicata da Edizioni TriplaE. Si tratta di un thriller psicologico ambientato fra le mura dell’università di Harvard, a Boston. Al centro della vicenda ci sono dei ricchi rampolli convinti che il denaro li metta al di sopra di tutto, anche della giustizia.

È un po’ il leitmotiv che sta dietro all’intera saga.
Il romanzo è già in mano all’editore e uscirà nella primavera del 2025.

Grazie Eleonora e complimenti per il tuo lavoro
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