Fabio Senna è un artista poliedrico che si divide tra il cantautorato, la composizione per altri artisti e la creazione di colonne sonore. Romano di nascita, la sua carriera ha preso forma tra le vie della capitale e gli studi di registrazione, fino a ottenere importanti riconoscimenti come il Premio “Stelvio Cipriani”. In questa intervista, Fabio ci racconta il suo percorso, le sue ispirazioni e il processo creativo che lo porta a scrivere e comporre, sia per sé che per altri.
a cura di Antonio Capua
Foto CREDITS di Fabrizio Iozzo
Fabio, hai iniziato il tuo percorso musicale studiando pianoforte e chitarra. Quali sono state le tue prime influenze e come hanno plasmato la tua identità artistica?
Come spesso capita, ci si affeziona alla musica che si ascolta in casa o nell’automobile dei genitori. Quindi passavo dai cantautori italiani (Venditti, Dalla, Battisti) ai gruppi rock che ascoltava mio papà (Deep Purple, Pink Floyd, Creedence Clearwater Revival). Sento di appartenere come genere più ai cantautori naturalmente, ma quando in radio passano qualcosa di distorto alzo certamente il volume.
Il passaggio dal lavoro in studio come assistente fonico alla carriera cantautorale è stato naturale o c’è stato un momento di svolta che ti ha fatto capire che quella era la tua strada?
E’ avvenuto tutto molto in maniera naturale. Ho imparato tantissime cose stando accanto a fonici davvero importanti, nozioni che mi riporto oggi quando vado in studio a registrare le mie cose. Col tempo ho capito che per esprimermi avevo bisogno di stare davanti al microfono e non dietro al mixer.
Il tuo disco da solista, “Al primo posto”, è uscito nel 2019, dieci anni dopo il tuo esordio con una band. Cosa ti ha portato a fare questo salto e come ti senti cambiato artisticamente in quel decennio?
Non finirò mai di ringraziare la mia prima band, i Neocromo, con i quali ho passato anni davvero intensi, erano davvero una seconda famiglia e lo sono tutt’ora perché ci sentiamo e ci vediamo e sembra non essere cambiato nulla. Anche qui in questo caso ci siamo guardati negli occhi ed in maniera molto naturale ognuno ha deciso se proseguire o meno con la musica.
Dieci anni sono davvero una parenti molto ampia, oltre al livello artistico, si cambia proprio come struttura: da ragazzo sono diventato uomo e questo credo si riscontri nelle canzoni inevitabilmente.
Hai avuto l’opportunità di seguire un seminario di scrittura con Niccolò Fabi, una figura iconica della musica d’autore italiana. Cosa hai imparato da quell’esperienza e come ha influenzato il tuo modo di scrivere canzoni?
Niccolò è un artista incredibile, ha la capacità di far arrivare emozioni e sensazioni attraverso ciò che vedi nel quotidiano. Da quel seminario ho imparato l’approccio più professionale della scrittura e non è un caso che da lì si siano aperte le porte per collaborazioni esterne.
Scrivi sia per te stesso che per altri artisti. Quali differenze trovi tra il processo creativo per i tuoi brani e quello per altri interpreti? C’è un tipo di scrittura che preferisci?
Mi piacciono entrambe le situazioni e devo dirti che col tempo ho imparato a riconoscere da subito quale possa essere una canzone da scrivere per altri e quale invece sento il bisogno di cantarla io. Nel caso in cui dovessi scrivere per qualcuno, ho bisogno di conoscerlo un po’. Per quanto riguarda me, forse mi conosco fin troppo.
Nel 2022 hai firmato la colonna sonora per lo spettacolo teatrale “Er mostro de Roma”, che ha ottenuto grande successo. Come ti approcci alla composizione di una colonna sonora rispetto alla scrittura di una canzone?
Sono molto legato a quello spettacolo e alle persone che ci hanno lavorato. Quando Simone Giacinti, autore e attore dello spettacolo, me lo ha inviato, l’ho letto e mi sono sentito subito ispirato. Cerco sempre di capire quale possa essere il messaggio e quale musica possa renderlo più efficace. In quel caso scrissi qualcosa che era fra il popolare romanesco e il western.
Il premio “Stelvio Cipriani” è un riconoscimento importante per la tua carriera. Cosa ha significato per te riceverlo e quali emozioni hai provato lavorando su un brano come “Rischio”?
Non si scrive per i premi naturalmente, ma riceverli fa assolutamente piacere, sarebbe una bugia il contrario. Condivido questo premio con Massimo Iacobacci e Andrea Palumbo che hanno scritto con me il brano che ho poi interpretato. Ricevere un premio ovviamente ti gratifica e ti dà un po’ di carica nei momenti in cui fai un po’ fatica.
Negli ultimi anni hai collaborato con artisti come Orchestraccia ed Emanuele Propizio. Come nasce una collaborazione per te? Preferisci una connessione personale con l’artista o ti affidi più all’affinità artistica?
Esistono molti tipi di collaborazioni. Personalmente preferisco ci sia un legame e una conoscenza pregressa in modo da creare qualcosa di veramente unico. Un po’ come succede con il sarto che ti prende le misure di persona piuttosto che farsi un’idea di te da una foto.
Roma, la tua città natale, è spesso al centro della tua musica e delle tue collaborazioni artistiche. Quanto è importante per te il legame con la città e in che modo la tua vita a Roma influenza la tua creatività?
E’ la città dove vivo da sempre. Croce e delizia direi, ma la amo troppo e farei molta fatica ad andare via. Per me Roma è un’ispirazione continua, nei bar, nel centro, sui mezzi pubblici. E’ una città che ha la capacità di farti sentire accolto da subito ma nello stesso tempo ti fa rendere conto di quanto sei poca cosa rispetto alla sua storia.
Attualmente stai lavorando su un nuovo disco. Puoi anticiparci qualcosa sui temi o sulle sonorità che stai esplorando? C’è un messaggio particolare che desideri trasmettere con questo lavoro?
Sarà un disco molto intimo, minimale se vogliamo, pochi strumenti ma essenziali. Sarà un po’ un disco di consapevolezza, su quello che ho vissuto e quello che vede quotidianamente. Sono molto contento delle canzoni che stanno uscendo fuori.
Grazie Fabio complimenti ed un grosso in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri
Continua a seguire Che! Intervista
Per saperne di più visita
Instagram | Facebook | AppleMusic
Richiedi un’intervista esclusiva!
TI È PIACIUTA QUESTA INTERVISTA?
Sostienici anche tu con una donazione