Era una mattina di sole, e l’aria fresca di settembre accarezzava dolcemente il volto di Luigi mentre si preparava a festeggiare il suo trentesimo compleanno. La casa era piena di risate e del profumo del caffè appena fatto, mentre i suoi familiari si radunavano intorno a lui per celebrare il suo giorno speciale. C’era una leggera eccitazione nell’aria, ma Luigi non immaginava che quel giorno sarebbe stato ricordato per un evento davvero straordinario.

Dopo i regali di rito, suo padre si avvicinò con un pacchetto piccolo, ma prezioso. Lo porse a Luigi con uno sguardo intenso, quasi solenne, e disse: “Questo, Luigi, è un regalo speciale. Era di tuo nonno.” Luigi, sorpreso, sollevò il coperchio della scatola e vide un orologio antico, un Citizen d’oro, che brillava alla luce del sole. Non aveva mai conosciuto suo nonno, morto due anni prima della sua nascita, ma sapeva quanto fosse stato importante per suo padre.

“Questo orologio era il suo preferito,” continuò suo padre. “Volevo aspettare un momento speciale per darti questo pezzo di famiglia. Tuo nonno lo indossava tutti i giorni, e ora, trent’anni dopo, tocca a te.” Luigi, commosso, prese l’orologio e notò un’incisione sul retro. Era un codice, un numero di serie che sembravano casuali a prima vista: “09091991.”

Gli occhi di Luigi si spalancarono. Quella sequenza di numeri non era affatto casuale. “Papà, hai visto cosa c’è inciso dietro?” chiese, incredulo. Suo padre scrollò le spalle, sorpreso dalla domanda. “È solo il codice di serie dell’orologio, niente di che.”

“Non è solo un codice,” rispose Luigi, la voce quasi tremante. “È la mia data di nascita. 9 settembre 1991.” Un silenzio calò nella stanza. Suo padre guardò Luigi, incredulo, e poi osservò l’orologio da vicino, confermando che i numeri incisi erano proprio quelli. Ma com’era possibile?

L’orologio apparteneva a suo nonno, che era morto due anni prima che Luigi nascesse. Eppure, lì, inciso sul metallo, c’era la sua data di nascita, un evento che non avrebbe potuto essere previsto.

La famiglia si guardava incredula, cercando una spiegazione razionale a quell’incredibile coincidenza, ma nessuno riusciva a trovarne una. Luigi si sedette, tenendo l’orologio tra le mani, sentendo il legame misterioso che ora lo collegava al nonno mai conosciuto.

Quella sera, mentre rifletteva su ciò che era accaduto, Luigi non poté fare a meno di pensare che forse, in qualche modo inspiegabile, l’orologio era sempre stato destinato a lui. Forse il nonno, con il suo spirito sempre presente, aveva voluto lasciargli un segno, un misterioso dono che avrebbe reso per sempre speciale quel trentesimo compleanno.

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