Valentina Giacalone, una giovane donna che ha trasformato il dolore del bullismo in una potente storia di riscatto e successo. Dopo aver vissuto momenti difficili durante gli anni della scuola, tra insicurezze e derisioni, Valentina ha trovato la sua strada nel mondo della moda, diventando fotomodella e fondatrice dell’associazione “Non Solo Moda.” Oggi, attraverso il suo lavoro, trasforma la passerella in un luogo di espressione e speranza, dimostrando che ogni ferita può essere guarita e trasformata in forza. In questa intervista, Valentina ci racconta il suo percorso e il suo impegno per aiutare chi, come lei, è stato segnato dal bullismo.
a cura di Antonio Capua
ph Massimo Chiodini
Valentina, benvenuta. La tua esperienza con il bullismo scolastico è stata dura e profonda. Qual è stato il momento in cui hai capito che, nonostante tutto, potevi trasformare quella sofferenza in qualcosa di positivo?
Grazie per l’accoglienza.
Dopo aver terminato il percorso scolastico ed essere uscita da quell’ambiente che tanto mi aveva fatto soffrire, ho iniziato un cammino di riscoperta personale, lavorando sulla mia autostima e sul valore che avevo, al di là dei giudizi altrui. È stato in quel momento, durante questa fase di ricostruzione, che ho capito che era possibile uscire dal buio del bullismo. Ho preso consapevolezza che quella sofferenza non doveva più definirmi, ma poteva essere trasformata in qualcosa di positivo.
Da lì è nato il desiderio di dare un senso a quel dolore, utilizzandolo per aiutare gli altri e per dimostrare che, anche dalle ferite più profonde, si può rinascere più forti.
Hai raccontato di come la moda ti abbia aiutato a ritrovare te stessa. Cosa significa per te indossare un abito o sfilare in passerella oggi rispetto a quando eri una ragazzina che si sentiva insicura?
Per me, indossare un abito o sfilare in passerella oggi ha un significato completamente diverso rispetto a quando ero quella ragazzina insicura che cercava solo di rendersi invisibile.
Oggi, camminare su una passerella è un atto di consapevolezza e forza. È una scelta che faccio con orgoglio, mostrando non solo i vestiti che indosso, ma anche la persona che sono diventata. Quello sguardo di ammirazione che ora ricevo è completamente diverso: non è giudizio, ma riconoscimento.
La moda mi ha insegnato che posso essere al centro dell’attenzione per quello che sono realmente, ed è una sensazione che, un tempo, non avrei nemmeno creduto possibile. Essere ammirata mi fa sentire finalmente a mio agio, ed è un simbolo di come sono riuscita a trasformare le mie insicurezze in una forza.
Hai fondato l’associazione “Non Solo Moda”. Come è nata l’idea di usare la moda non solo come espressione personale, ma come strumento per sensibilizzare sul bullismo?
L’idea di fondare “Non Solo Moda” è nata dal desiderio di trasformare la moda in qualcosa di più profondo: non un semplice apparire, ma un mezzo per esprimere se stessi senza paura del giudizio.
Vogliamo promuovere una visione inclusiva, dove ogni persona si senta libera di essere accettata e valorizzata per ciò che è. Attraverso campagne di sensibilizzazione, la moda diventa uno strumento per abbattere pregiudizi, raccontare storie di riscatto e combattere il bullismo.
La passerella non è solo un palco, ma un messaggio di forza, speranza e autenticità, dove chiunque può sentirsi libero di brillare per ciò che è davvero.
La collaborazione con tua madre, che è una sarta, sembra essere un aspetto centrale del vostro progetto. Come avete unito le vostre forze e quale significato ha per te lavorare insieme a lei in questo percorso?
La collaborazione con mia madre è uno degli aspetti più belli e significativi di questo percorso.
Fin da piccola ho respirato l’amore per il cucito e la creatività nella sua sartoria, ed è lì che è nata questa passione comune. Crescendo, ho scelto di diplomarmi come modellista proprio per inseguire questo sogno e oggi poter lavorare insieme a lei rende tutto ancora più speciale. Mi emoziona vedere come, partendo da un mio schizzo abbozzato, riusciamo insieme a trasformare un’idea in qualcosa di concreto: scegliamo la stoffa, realizziamo il capo e lo portiamo in passerella. È un processo che mi fa stare bene, perché racchiude non solo la nostra creatività, ma anche il legame unico che ci unisce.
Ogni abito racconta il nostro impegno e la nostra complicità, ed è meraviglioso condividere tutto questo con lei.
Nel percorso di riscatto, spesso si passa attraverso fasi di paura e insicurezza. C’è stato un momento in cui hai pensato di mollare tutto? E cosa ti ha spinta a continuare?
Sì, c’è stato un momento in cui ho pensato di mollare tutto.
Durante una sfilata, mi sono sentita a disagio a causa di alcuni commenti da parte di adulti che mi hanno fatto rivivere quella sensazione di imbarazzo e giudizio che provavo ai tempi della scuola.
In quel momento ho pensato che forse non era il mio posto. Ma ciò che mi ha spinta a continuare è stato, innanzitutto, il sostegno della mia famiglia. Mi hanno ricordato chi sono, il percorso che ho fatto e quanto valgo davvero. Inoltre, ho parlato di quell’episodio con le ragazze della mia associazione, che mi hanno dato tanta forza e coraggio per andare avanti.
Mi hanno fatto sentire compresa e motivata. Mi sono detta che, se già alle superiori ero riuscita a superare risatine, battutine e quegli occhi puntati, potevo farlo anche questa volta. La mia famiglia, le ragazze dell’associazione e la mia determinazione mi hanno aiutata a non arrendermi e a dimostrare a me stessa che posso affrontare qualsiasi situazione.
Nel tuo lavoro, fai sentire le ragazze che sfilano valorizzate e a loro agio nei loro abiti. Qual è la cosa più importante che cerchi di trasmettere loro durante gli eventi che organizzi?
La cosa più importante che cerco di trasmettere alle ragazze durante gli eventi che organizzo è sicurezza e fiducia in se stesse. Voglio che si sentano valorizzate e che capiscano di essere le protagoniste assolute, indipendentemente da tutto. Per farlo, dedichiamo molta attenzione ad ogni dettaglio: prima della sfilata, le coccoliamo con acconciature e make-up, rendendo quel momento un’occasione per farle sentire speciali. Durante la sfilata, ci assicuriamo che ci siano fotografi pronti a catturare i loro momenti migliori, dando loro la possibilità di vedersi sotto una luce diversa, che spesso non hanno mai sperimentato.
L’obiettivo è farle uscire da quell’esperienza più sicure, apprezzando se stesse e il loro valore.
Durante gli eventi di “Non Solo Moda”, realizzate coreografie che raccontano il bullismo e la forza di superarlo. Qual è stata la reazione più toccante che hai visto dal pubblico o dai partecipanti dopo una di queste performance?
La reazione più toccante che ho visto durante gli eventi di “Non Solo Moda” è l’emozione palpabile nel momento in cui raccontiamo le nostre storie. Vedere la commozione nei volti delle persone, percepire che le nostre esperienze stanno toccando corde profonde, è qualcosa di indescrivibile.
La soddisfazione più grande, però, arriva spesso dopo l’evento, quando alcuni genitori di adolescenti si avvicinano per parlarci. Ci ringraziano per il lavoro che facciamo e ci incoraggiano a non mollare mai, raccontandoci le difficoltà che vivono i loro figli e quanto sia importante il nostro messaggio. In quei momenti ci rendiamo conto che ogni fatica vale davvero la pena, perché stiamo facendo la differenza nella vita di qualcuno.
Essere una fotomodella richiede di mettersi spesso al centro dell’attenzione, ma hai raccontato di un passato in cui odiavi essere fotografata. Come hai lavorato per accettare il tuo aspetto e trovare fiducia davanti alla macchina fotografica?
Mi sono accettata nel momento in cui, quasi per gioco, ho inviato la mia candidatura a un’agenzia e sono stata scelta. All’inizio ero insicura, ma ho avuto la fortuna di lavorare con fotografi e professionisti che mi hanno supportata, dandomi consigli preziosi e facendomi crescere.
Le persone che mi sono state vicine sin dall’inizio, tra cui alcuni collaboratori che hanno creduto in me e mi hanno dato occasioni che non avrei mai immaginato, mi hanno aiutata a trovare fiducia. Con il tempo, grazie a queste esperienze, ho imparato ad affrontare la macchina fotografica con serenità e ad oggi, poso con sicurezza.
Il bullismo è una ferita che può lasciare segni profondi. Quale consiglio daresti a chi sta attraversando una situazione simile e sente di non essere abbastanza?
Voglio dire a chi sta attraversando questa situazione che non sono soli.
Se ti senti “non abbastanza”, voglio dirti che quella voce che ti fa credere di essere invisibile o inferiore non è la verità. Quella sensazione di non essere all’altezza è solo un riflesso di quello che altri ti hanno fatto credere. Non lasciare che definisca chi sei.
Sii gentile con te stesso e permettiti di credere che la tua unicità è una forza.
Le cicatrici che il bullismo lascia, col tempo, possono diventare il simbolo della tua resilienza.
Trova il coraggio di chiedere aiuto, di aprirti alle persone che ti vogliono bene.
Ricorda che, con il tempo, le ferite possono guarire e ogni passo che fai verso la tua autostima ti avvicina a un futuro dove sei finalmente libero di essere te stesso, senza paura di giudizio.
Sei abbastanza, esattamente per come sei.
Quali sono i tuoi sogni per “Non Solo Moda” e come vedi il tuo progetto crescere nei prossimi anni?
Il mio sogno per “Non Solo Moda” è che diventi un luogo in cui ogni persona possa riscoprire il proprio valore, un posto dove la moda non sia solo un’apparenza, ma una forma di liberazione e di crescita.
Voglio che la nostra associazione diventi un faro per chi ha sofferto, chi ha lottato contro il bullismo e che attraverso i nostri eventi possano sentirsi finalmente accettati, amati e valorizzati.
Nei prossimi anni, spero di far crescere questo progetto, di raggiungere sempre più persone, dando loro la possibilità di esprimersi, di trovare forza nelle loro storie e di costruire insieme un futuro in cui nessuno debba sentirsi più invisibile.
Sogno di creare un mondo dove ogni ragazzo o ragazza possa affrontare la passerella della vita con coraggio e autenticità, proprio come sognavo io.
Grazie Valentina ed un grosso in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti futuri
Continua a seguirci su Che! Intervista
Per saperne di più visita
Instagram | Non Solo Moda | Eventi