“Vittoria. Una vita da espiare“, a cura di Lilla Anagni e pubblicato da Leonida Editore, è un’opera
che affronta tematiche profonde e dolorose, offrendo al lettore uno spaccato di vita segnato da
abusi, pregiudizi e desideri di libertà. Ambientato in una Sicilia ancora intrisa di convenzioni sociali
rigide e patriarcali, il romanzo racconta la storia di Vittoria, una donna intrappolata in un ciclo di
violenze domestiche e soprusi, ma anche il suo percorso di emancipazione e ricerca di un riscatto
personale.
La protagonista, fin dalla sua infanzia, è vittima dell’autoritarismo di un padre despota, che controlla ogni aspetto della sua vita e di quella della madre, entrambe ridotte al silenzio e all’obbedienza. La casa in cui vive, pur essendo un luogo fisico, diventa metaforicamente una prigione, soffocante e priva di speranza. Tuttavia, grazie alla nonna paterna, che condivide una comprensione profonda della dinamica familiare, Vittoria riesce a trasferirsi a Palermo per continuare gli studi, trovando in questo distacco un’opportunità di crescita e di affermazione di sé.
Il trasferimento, però, non è privo di ombre. Vittoria rimane profondamente segnata dai traumi dell’infanzia, costantemente preoccupata per la madre rimasta indietro, ancora soggiogata dal potere paterno. I ricordi dolorosi e il senso di colpa permeano ogni suo pensiero, creando un contrasto tra la possibilità di una nuova vita e la realtà di un passato che sembra impossibile da dimenticare.
Lilla Anagni costruisce un racconto di grande intensità emotiva, in cui i personaggi non sono semplicemente vittime o carnefici, ma esseri umani complessi, intrappolati in un sistema di relazioni e aspettative sociali opprimente.
La Sicilia descritta non è solo uno sfondo geografico, ma un vero e proprio protagonista: una terra che sa essere ostile e giudicante, ma anche accogliente e capace di offrire rifugio.
Attraverso uno stile sobrio e potente, l’autrice riesce a trasmettere il calore e la durezza di un’isola che, come Vittoria, lotta tra oppressione e desiderio di riscatto.
Uno dei punti di forza del romanzo è proprio la capacità dell’autrice di esplorare i temi della violenza di genere e del patriarcato senza mai scadere nella retorica o nel sentimentalismo.
Il tono è misurato, la narrazione lucida, e la storia si sviluppa attraverso una serie di fughe e ritorni, riflettendo la continua lotta interiore della protagonista tra il passato e il futuro.
La delicatezza con cui vengono affrontati i temi della sofferenza femminile e della resilienza rende il libro un prezioso contributo al dibattito contemporaneo su questioni ancora tristemente attuali.
“Vittoria. Una vita da espiare” è un romanzo che tocca corde profonde, un viaggio interiore e sociale che lascia il lettore con molte riflessioni.
Lilla Anagni ci regala una storia di coraggio e dolore, in cui ogni pagina è un invito a comprendere meglio la complessità della condizione femminile in contesti di oppressione, ma anche la forza di chi, come Vittoria, non smette mai di lottare per la propria libertà.
Un libro che merita di essere letto, meditato e condiviso.
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